Roma CRONACA
Un uomo dalla parte delle donne. Un uomo che non le compra, ma si fa comprare

Aaron

Aaron gigolo: “Emetto fatture alle mie clienti come organizzatore di eventi per poter pagare le tasse, poiché la mia professione non è legalmente riconosciuta.

Sogno di poter scrivere gigolo come lavoro nei documenti ufficiali e non trovare escamotage per poter essere in regola con l’Agenzia delle Entrate.

Il mio mestiere si potrebbe definire in realtà un lavoro socialmente utile, in quanto io ascolto le donne, le aiuto ad affrontare paure e insicurezze, le rendo più consapevoli di se stesse, quasi come uno psicologo. Associare la parola gigolo al mero atto fisico è riduttivo. Il mio lavoro merita di essere equiparato ad ogni altro mestiere.

Pretendo che lo Stato regoli questo settore e mi permetta di lavorare e pagare le tasse come ogni altro cittadino apponendo la mia firma sulla mia reale professione.”

Escort e gigolo che decidono di intraprendere questa vita volontariamente e consapevolmente si trovano costretti dentro un vuoto legislativo. Come giustificare conti correnti, stili di vita e spese quando in realtà per l’Erario risulti disoccupato? Nessuno che sappia dare risposte certe, oggettive o perlomeno soddisfacenti.

Nel nostro Paese, solo a voler considerare gli ultimi tre anni, sono stati quasi una ventina i disegni di legge tesi a regolamentare questo settore, ma senza risultati.

L'Italia ha solamente adottato nei confronti del fenomeno il modello abolizionista, che consiste nel considerare la prostituzione fatto non penalmente rilevante, condannando sfruttamento, induzione e favoreggiamento, ma senza regolamentarne ulteriori aspetti.

Lo Stato gestisce già il monopolio di lotterie, alcool e tabacco, ma manca una specifica disposizione che preveda un regime fiscale per questo tipo di attività. Un mestiere senza tutele, senza sindacati di categoria, senza assicurazioni di sorta.

Un mestiere fantasma. O meglio, un mestiere che esiste dall’inizio dei tempi, ma che tutti fanno finta di non vedere.

Stato in primis. www.aarongigolo.com

Intervista:

Mi chiamo Aaron, sono di Roma, ho 30 anni e di lavoro faccio lo gigolo.

Sì, avete capito bene, lo gigolo, l’accompagnatore per donne.

Ho fatto il pasticcere, il commesso, ho lavorato come consulente acquisti per aziende di

moda.

Un ragazzo normale, come tutti.

Poi la svolta: una donna mi ha proposto dei soldi per passare del tempo con lei.

Ho accettato e da allora non ho più smesso.

Perché lo faccio?

Mi piace il mio lavoro?

Lo considero un lavoro oppure è solo piacere?

Cosa vogliono in realtà le donne da me?

Qual è il prototipo delle donne che mi chiamano?

Mi sono mai innamorato di una cliente?

Come si seduce una donna?

Che servizi fornisco alle donne?

E gli uomini, mi contattano mai gli uomini?

E se sì, cosa mi chiedono?

C’è molta curiosità intorno a questo tema, molti miti da sfatare.

Io ho sempre avuto un approccio molto diverso rispetto al solito cliché dell’accompagnatore.

Non per nulla sono diventato lo gigolo numero uno in Italia.

Se siete curiosi, se volete saperne di più, se avete domande scomode da pormi, se volete qualcuno che vi risponda in maniera elegante e raffinata, ma senza finti moralismi o ipocrisie, io sono qui.

Perché non ci può essere nessuno meglio di me che vi racconterà come è realmente questo settore. Nessuno che vi potrà spiegare la seduzione e il sesso dalla parte delle donne.

Nessuno che le ha ascoltate e vissute quanto me.

Un uomo dalla parte delle donne. Un uomo che non le compra, ma si fa comprare. Corpo e mente.

Www.aarongigolo.com