Viterbo CINEMA
Diego Galli

Accantonate per un attimo ogni riguardo che possedete per la Storia come la conoscete. Tralasciate, solo temporaneamente, la maggior parte delle leggende e delle storie che sapete riguardo il Ciclo arturiano, i Cavalieri della tavola rotonda, mago Merlino e, ovviamente, Re Artù Pendragon.

Il nuovo film di Guy Ritchie, cineasta ben noto per aver dato i natali a quell'eccentrico e geniale Sherlock Holmes interpretato dall'attore Robert Downey Jr., mostra fin dai titoli di apertura la sua chiara impronta pop scoppiettante, a tratti irriverente e moderna quanto basta per discostare la pellicola da un fantasy classico.

Andando a recuperare l'ottimo Jude Law, che in questa occasione riveste i panni del perfido Vortigern anziché quelli del dottor Watson, Ritchie ci catapulta in un medioevo imperniato non solo sulla magia, ma anche su dei tratti particolarmente foschi, quasi gotici, che ben mostrano la Bianca Albione dominata dal malvagio che il nostro Artù (Charlie Hunnam) dovrà sconfiggere per assurgere a quel trono che di diritto di nascita gli spetta.
Accompagnato da una colonna sonora decisamente moderna, ma paradossalmente adatta e coinvolgente, King Arthur - Il Potere della Spada risulta essere un film decisamente piacevole, che tiene con il fiato sospeso dall'inizio alla fine, seppur stravolgendo gran parte di quel che si conosceva della nota leggenda.

A fare leva sull'interesse del pubblico vi è inoltre il tipico utilizzo che il regista fa dello storytelling della trama: avvolgendo e riavvolgendo scene, raccontando come andrà mentre si è ancora nel presente. Un trucco ben collaudato e già visto in altri suoi film, come Snatch - Lo Strappo, che trasforma il più classico dei classici in un esplosivo mix epico e travolgente.

Dai sobborghi di Londinum, alle caverne delle "Terre oscure", il più recente film dedicato al re di tutti i cavalieri dimostra un occhio particolarmente attento ai dettagli della sceneggiatura, arrivando in ogni scena a toccare il limite senza però mai oltrepassarlo.

Ancora in dubbio è invece il possibile sequel. È palese la possibilità di un suo arrivo (d'altronde il film narra unicamente di come questo rivisitato Artù sia divenuto re d'Inghilterra e la stessa Warner Bros. ha addirittura accennato a una esalogia), ma saranno il botteghino, e il pubblico, a giudicare se il futuro potrà goderne.

Diego Galli