Viterbo CRONACA ALLARMANTE

Ma la storia della Carrozza la conosci?

La Carrozza dei Priori,
nella Sala della Madonna

Non comprendo e non voglio comprendere come possa venire in mente a chiunque di essere padrone delle cose di tutti.

Mi riferisco alla vicenda, che spero sia solo uno scherzo di Carnevale, di cedere in comodato gratuito la Carrozza che è custodita nella Sala della Madonna della Quercia, nel Palazzo dei Priori, qui da noi a Viterbo.

Sento dire che ci vuole spazio, lì in quella sala, per collocare il quadro di Sebastiano del Piombo, La Pietà, e pietà chiede la Carrozza che ha gli stessi diritti della spettacolare tela del pittore veneziano Luciani, di restare nella sua città.

Con tanti problemi da risolvere, come si fa ad andare a pensare ad una cazzata del genere:

l'Urcionio che emana odori insopportabili fuori Porta Faul;

il Gazometro che cade a pezzi;

la Chiesa di santa Croce a Faul già caduta a pezzi;

Lo stallone del papa, Sallupara, coi lavori fermi;

la Chiesa della Trinità con l'eterno ponteggio accanto al campanile;

i gabinetti pubblici al Sacrario, in Piazza Fontana Grande, in Piazza della Rocca inattivi e ricettacolo di immondizia;

la Valle di Faul da completare nella parte a ridosso della Chiesa di santa Maria della Ginestra;

Fontana Grande che perde acqua da tutte le parti, nonostante gli incomprensibili recenti restauri, soldi buttati;

Porta Faul la notte completamente al buio;

Prato Giardino abbandonato e che quando piove crea un fiume d'acqua che si riversa sulle scale verso Via della Palazzina;

Via Baciadonne coi tubi di plastica arancioni scandalosi nella via più stretta di Viterbo;

Fili e tubi dappertutto che se viene un terremoto sorreggeranno i palazzi;

Barriere architettoniche da abbattere  in più parti della città;

Pali in metallo nudi e crudi, abbandonati senza alcun segnale;

Porfido saltato nelle vie e nelle piazze attappando i buchi col catrame:

Vie con avvallamenti importanti e pericolosi come Via Vetulonia, Via del Meone;

Centinaia di punti luce in ghisa, del 1905, rimasti inattivi in tutta la Città;

Viterbo con tante torri e nessuna con ascensore per ammirare il panorama;

Palazzo Nini in Via Annio con preziosi ed importanti graffiti che cadono a pezzi;

Palazzo della Pace, al Corso Italia coi graffiti perduti e in degrado;

Palazzo Calabresi sulla Via omonima inutilizzato;

Fontane al buio più completo o con acqua che scarseggia;

L'affresco raffigurante La Trinità, in Via Saffi cade a pezzi;

Centinaia di condizionatori deturpano le vie, vedi Via Saffi;

Decine e decine di fari e faretti invadono gli ingressi degli storici ingressi lungo le vie;

...mi sono stancato, anche se potrei continuare all'infinito... ma penso che basta qui.

Volevo dire, o meglio scrivere, ma chi ha avuto la trovata di donare la Carrozza a Piacenza per collocare al suo posto La Pietà togliendola dal Museo Civico, non ha pensato che tale operazione depaupera il museo e quindi offre minore interesse per chi volesse visitarlo?

Ci vuole un genio per capirlo!

Ma tu che mi leggi conosci la storia della nostra Carrozza?

Eccola tratta dal mio libro "L'illustrissima Città di Viterbo".

 

Carrozza del Comune

La carrozza appartenuta al Comune, restaurata nel 1997, è conservata al di là delle due colonne, decorate in giallo antico, che sostengono in un lato la volta della Sala della Madonna della Quercia.

Per anni era rimasta abbandonata e dimenticata, lo ricordo bene perché l’ho vista rivoltata su un lato, nel magazzino-garage del Comune, in Via della Pescheria, a destra di chi guarda la Chiesa di santa Maria della Salute.

Agli inizi del secolo scorso era custodita, assieme ad altre due berline, nella sconsacrata Chiesa di sant’Agostino, che veniva impiegata in quel tempo come magazzino dei cereali.

A proposito il conte Cesare Pocci, gonfaloniere dal 1844 al 1845, fece acquistare al Comune le carrozze per maggiore rappresentatività nelle cerimonie importanti e vi impegnò una spesa di milleseicento scudi.

Il 22 Dicembre 1852 Settimio Monachesi ricevette un compenso di scudi 30.05 per i «restauri fatti alle tre carrozze Nobili di questo Ecc(ellentissi)mo Comune, cioè arrotate, stuccate, ritinte, e dorate in vari luoghi e dato infine la vernice coppale a tutti tre».


Nel 1864 venne redatta una Nota di spese incontrate dal sottoscritto Maestro di Casa del Comune Vincenzo Bordoni per il restauro delle carrozze [tre in tutto] dell’Eccellentissimo Municipio. 

In quell’occasione vennero spesi scudi 83,10 e furono incaricati: Francesco Leandri, per la fornitura della coppale inglese; Settimio Monachesi, nella qualità di verniciaro; Pietro Garbini, doratore; il pittore Gaetano Spadini, per alcuni ritocchi ai leoni, simbolo del Comune dipinti sugli sportelli, e «per piccoli lavori di Ferracocchio» tale Cappuccini. In verità trovo che il Comune aveva già in uso una carrozza, riparata dal fabbro Domenico Schiena il 12 Ottobre 1798, che era di Giovanni Giacomo Belli «da lui data in servizio del commandante di Piazza per il suo viaggio in Roma d’ordine della Municipalità».

Notizia delle carrozze si ha anche da Gaetano Coretini che, nel 1774, descrivendo i rubboni indossati dai Conservatori, di damasco per l’Estate e di velluto per l’Inverno, ricorda che quest’ultimi «quando vanno in forma pubblica marciano con due, e nelle funzioni più ragguardevoli con tre carrozze, con fiocchi alle teste de’ cavalli, preceduti sempre da uno de’ loro famigli con ombrelletta, e serviti da numerosa corte consistente in otto cappe nere, otto staffieri e quattro trombetti […] ed in tali occasioni da una cappa nera si porta una gran mazza di argento dorato con sopra un lione coronato avente sotto la destra branca il globo quadripartito colle quattro lettere F.A.V.L.».

E non è finita due parole anche sulle Diligenze.

Le diligenze, con coincidenze da Bologna e da Firenze erano in partenza ogni mercoledì e ogni domenica da Viterbo ed ogni giovedì e lunedì da Roma.

Lungo il tratto di strada che divide le due città erano dislocate ben sei poste cavalli, appunto per il cambio dei cavalli. A Viterbo questa operazione avveniva all’Imposta al decimo chilometro sulla Cassia, a Ronciglione, a Monterosi, a Baccano e a La Storta.

Il biglietto costava da due a tre scudi a passeggero, chi invece voleva usufruire di un calesse a due posti tirato da due cavalli, ne pagava sei.

La tariffa saliva a diciotto se la carrozza era dotata di quattro ruote, era trainata da sei cavalli e guidata da tre postiglioni. E non era finita, infatti, competevano ancora trentacinque baiocchi di mancia al cocchiere e cinque allo stalliere per il beveraggio di ogni coppia di cavalli attaccata alla carrozza.

Mi auguro che l'idea sia frutto di uno scherzo di Carnevale.

Mauro Galeotti

P.S.

Leggo ora (sono le 2.04 della notte del 19 febbraio 2014) sul giornale Piacenzasera.it una dichiarazione dell'assessore alla Cultura di Viterbo, Giacomo Barelli, il quale afferma che la carrozza è bene toglierla e donarla a Piacenza, perché così si vedono meglio le pitture relative ai miracoli della Madonna della Quercia.

"E’ stata collocata lì una decina di anni fa - ha spiegato Barelli al giornale Piacenzaoggi.it -. Un luogo non ideo; perché la poderosa mole della carrozza non permetterebbe una visione completa dello splendido ciclo di affreschi dedicato alla Vergine". "L’ipotesi, alla quale stiamo lavorando, è quella di concedere la carrozza in comodato d’uso ai Musei Civici di Palazzo Farnese".

A Bare', ma nun lavora', lascia fa', nun te sforza', fa' quello c'hae da fa', e nun tocca' quello che nun è tuo, regala al Museo 'na tu' carrozza e nun quella de tutte noe Viterbesi!

"Esporla a Piacenza - ha continuato Barelli - permetterebbe inoltre, attraverso una didascalia che rimandi alla città di Viterbo, di fare marketing territoriale".

A Bare', che diche, marcketing territoriale co' 'na didascalia?

Per marketing territoriale, si nun lo sae s'intenne quer complesso d'attività che c'hanno pe' specifica finalità la definizione di progetti, programmi e strategie vorte a garanti' lo sviluppo d'un comprensorio territoriale nel lungo periodo. E tu co 'na didascalia sperduta tra le carrozze de Piacenza, voe fa' promozione?

Ma famme 'l piacere!

Se nun credi a quello c'hai detto vedi il Piacenzasera.it e clicca qui.

Ma Giacomi', che c...avolo dici, la carrozza è fuori la visione degli affreschi di cui parli e di cui non sai, perché se sapevi, non ti sognavi una tale str...anezza, gli affreschi si vedono benissimo e la Carrozza non dà alcun fastidio ai visitatori.

Prima di fare affermazioni accertati su quello che dici!

E' una emerita st...upidaggine e una pura c...orbelleria che ti sei inventato o che ti hanno fatto inventare.

Stai facendo la figura di un assessore alla incul...tura.

Non toccate la Carrozza dei nostri Priori, non conviene.

M.G.

 La Carrozza dei Priori non si tocca!!!

Per problemi di spazio regaliamo anche le fontane di Viterbo

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