Viterbo CRONACA STORICA Questo mese la squadra volante del Partito Comunista sorprendeva un camioncino davanti al magazzino della famiglia del superfascista Nicola Febbi, che caricava patate per la borsa nera
di Emanuela Dei

Dal giornale “Il Bulicame” del 1° dicembre del 1944, che vedeva come direttori responsabili Buzzi e Buffetti, appuriamo che il problema dell'alimentazione era uno dei più spinosi argomenti di cui si discuteva.

Le massaie viterbesi, ad esempio, infischiandosene delle disposizioni sull'ammasso del latte, sequestrarono ogni carretto che portava il prodotto all'Ente Ammassatore e distributore, per immetterlo alla vendita del negozio del sig. Chiodi, in realtà il cognome vero è Chiodo.

Finché durarono simili operazioni il latte fu sufficiente per tutti e di qualità molto superiore a quella distribuita. I cittadini si chiesero perché non si togliesse di mezzo il Consorzio Latte, l'ammasso e il magazzino di raccolta.

Lasciando il mercato libero, assicurava un competente, potevano essere immessi al consumo circa 3500 litri di latte di cui 1500 potevano essere destinati alla fabbricazione del burro e della mozzarella. Le autorità competenti non presero in considerazione questa prospettiva, ma né latte né burro erano distribuiti ai cittadini.

Più complessa appare la situazione a Soriano nel Cimino. “Da mesi e mesi” denuncia “Il Bulicame”, “non viene distribuito un grammo d'olio. Di chi è la colpa? Da mesi due quintali di olio si trovano giacenti nei magazzini. Il Sindaco invece di distribuirlo richiede un'autorizzazione della Sepral. Eccoti allora la Sepral che manda non un permesso di distribuzione, ma un camioncino dei vigili a ritirare l'olio per Viterbo. La popolazione si ribella, l'olio non parte, ma è ancora in magazzino a stagionarsi.

Questo mese la squadra volante del Partito Comunista sorprendeva un camioncino davanti al magazzino della famiglia del superfascista Nicola Febbi, che caricava patate per la borsa nera. Urla e strepiti, il camion riparte, ma le patate rimangono. La scorsa settimana un altro camion che caricava 40 quintali di vino dalla cantina della famiglia Calucci Nicolai: altra ribellione della popolazione e il vino viene distribuito agli osti allo stesso prezzo già venduto.

Nessun proprietario ha consegnato un abbacchio secondo le disposizioni; unica eccezione la signora Rosa Curti che però per 17 che ne ha dati invece di L.40, il prezzo fissato, ha preteso una maggiorazione di L.10. Inoltre, la vendita dei medesimi è risultata senza frattaglie, sbalordimento del macellaio Francesco Carosi e della popolazione presente.

E ora due parole in merito alla camorra dell'unico molino gestito dal camerata Giovanni Scarponi. Cosa fa questo signore? La farina che macina per il popolo viene distribuita con il cento per cento di crusca, come ha potuto constatare il Sindaco: per i nobili signori viene confezionata speciale al 50%. Esistono le carte di macinazione, ma solo per la povera gente.
Giorni or sono da un sopralluogo della Finanza risultano fatti edificanti…ma quando alla sbarra?


Emanuela Dei

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