Viterbo CRONACA Crediamo utile portare all’attenzione della SS.LL il caso della Clinica Villa Rosa di Viterbo

 

Al Presidente della Regione Lazio, Dott. Nicola Zingaretti e,  p.c.  Al Sindaco di Viterbo Dott. Leonardo Michelini; Al Commissario Straordinario Dott. Luigi Macchitella; Al Direttore Amministrativo Dr.ssa Daniela Donetti; Al Direttore Sanitario Dr. Antonio Bray; Agli Organi di Informazione.

 

      Sembrerebbe ormai assodato che i margini di profitto per chi ha investito od  intrapreso attività imprenditoriali nella sanità privata della Regione Lazio si siano assottigliati al punto che  i sostanziali interventi per il  contenimento dei costi, hanno assunto il carattere di una gara a chi taglia di più, principalmente sul personale dipendente, a suon di licenziamenti, cambi di contratti di lavoro in pejus, riduzioni di orario ecc. Usiamo il condizionale perché a nostro parere, la innegabile crisi economica tanto richiamata, ha rappresentato per alcuni soggetti economici anche una discreta opportunità.

In tal senso, crediamo utile portare all’attenzione della SS.LL il caso della Clinica Villa Rosa di Viterbo in quanto, è sicuramente rappresentativa anche di tante altre realtà nelle quali  l’espressione “c’è la crisi “  è stata utilizzata alcune volte, per inibire fortemente ogni possibile tentativo di reazione dei lavoratori e dei famigliari degli stessi assistiti, contro l’imposizione di sacrifici economici da parte di una arrogante e spregiudicata imprenditoria sia laica che religiosa.

     In questi anni critici non per tutti, la citata clinica, ha visto ridurre i propri ricavi di circa

1 milione di euro, ed a fronte di tale situazione, ha iniziato un percorso di risanamento o meglio di intimidazione e di sfruttamento dei lavoratori, attualmente ancora in corso, nel quale sono stati adottati provvedimenti di contenimento dei costi per circa 1 milione e 500 mila euro di cui il 70% è stato rappresentato dalla riduzione delle spese del personale.      

     Ci lascia perplessi il conto economico 2014 della citata struttura, ovviamente a statuto con finalità non lucrative, che si è chiuso con entrate pari a circa 9 milioni e 600 mila euro e ad uscite pari a circa 9 milioni e 500 mila euro, con una  incidenza di costi del personale corrispondente a circa il 60% equivalenti a circa 5 milioni e 800 mila euro, i restanti 3  milioni e 700 mila euro per la copertura di tutti gli altri costi di gestione.

E’ questa una situazione economica tipo, non c’è dato conoscere quella patrimoniale, di una azienda che sulla base di tali dati, a nostro parere e non solo, può definirsi soddisfacente anche se “apparentemente” sembra produrre un utile limitato. Alla luce di quanto descritto On. Presidente, ci permettiamo chiederLe:                                                                                                       

- E’ giustificato il comportamento vessatorio e coercitivo della Clinica Villa Rosa, nei confronti dei propri dipendenti che determina pesanti ripercussioni negative anche sulla assistenza erogata ai pazienti?

 -E’ sostenibile mantenere uno stato di allarme e di tensione sociale per anni a fronte di argomentazioni economiche non giustificate dai fatti ? per l’esercizio finanziario strettamente legato all’attività accreditata dalla Regione Lazio,Villa Rosa a nostro parere, ha incrementato il proprio profitto in barba alla decantata crisi.

 -E’ possibile che la stessa Clinica, possa aver erogato l’assistenza ai pazienti  al di sotto dei requisiti minimi di accreditamento senza subire alcun che?

  Purtroppo, altri istituti sanitari sia nel territorio romano che viterbese, stanno seguendo tali  deprecabili esempi e si sta delineando, un quadro alquanto preoccupante soprattutto per i pazienti, che suggerirebbe, di riconsiderare certi accreditamenti e magari anche la revisione del  decreto 90/2011.

   E’ necessario a parere della scrivente organizzazione sindacale, assecondare le legittime  richieste di sviluppo degli istituti accreditati come Villa Rosa, solo nel rispetto delle regole e di reali garanzie per i pazienti e per gli operatori sanitari,  pretendere l’azzeramento dei contenziosi anche attraverso forme transattive, per ridurre al minimo la conflittualità sui posti di lavoro che incide negativamente sui livelli qualitativi assistenziali; effettuare maggiori controlli sui requisiti organizzativi, sulla qualità delle prestazioni erogate e sulla sicurezza, al fine di arginare un fenomeno che ha assunto contorni allarmanti e che rischia di determinare gravi ripercussioni sui pazienti e sugli operatori sanitari.  

  Si resta in attesa di urgente riscontro.

Il Segretario Provinciale FIALS
(Vittorio Ricci)