Viterbo VERNISSAGE IN GALLERIA "Fuck you!" ossia vaffanculo, parolina tanto usata da tutti e mai così appropriata se rivolta a quei coglioni che imbrattano la nostra Città
di Mauro Galeotti

 

Volevo avvertire tutti i Viterbesi che è stata aperta "all'aperto" una nuova Galleria d'arte in Via delle Caprarecce, una di quelle in cui la spontaneità è di casa. Sì di casa in casa, è il caso di dire.

Sono esposte, per chi ha la fortuna di passarci avanti, opere di vari artisti arricchite di numerosi colori... colorati.

No non è un gioco di parole o un errore, perché i colori possono essere monocromi, quindi noiosi, qui invece sono multicolori, uno appresso all'altro, ininterrottamente, ricchi di sfumature e di ingegno.

 

E' un arricchimento culturale che poche città medievali possono vantare, sia per le artistiche forme, sia per le evoluzioni del "pennello" a spruzzo, che non si ferma mai.

Va a destra, va a sinistra, va sopra, va sotto, ma quello che più colpisce il cuore è che il tutto è realizzato, non sulla scialba tela, tenuta dal solito grezzo telaio, che potrebbe anche cedere, slentarsi, afflosciarsi, avvallarsi, ma da qualcosa che è duro, in quella Galleria d'Arte speciale, è sempre duro, infatti, è o peperino o legno o ferro.

Avrai capito che parlo delle pareti di abitazioni medievali in Via delle Caprarecce, mura antiche con disegni e schizzi moderni ed è qui l'originalità della mostra di pittura contemporanea all'aperto.

In effetti, il nome Galleria è proprio appropriato, bel gioco di parole, infatti, un sottopassaggio lungo la via rafforza tale identificazione. Si tratta di una casa ponte, come quelle che si trovano anche a San Pellegrino.

Le opere esposte, fisse sulle pietre e sulle porte delle case, mostrano un ingegno costruttivo, realizzato dall'artista, che lascia senza parole, anzi forse cinque di esse te la fa pur esprimere: "Cazzo che artista di cuja". Di cuja, ossia di testicoli, perché fanno spicco in quegli artisti di strada, le parole "ti amo".

Sentimento che per l'uomo pittore cuja non nasce dal cuore, ma appunto dalla cuja, rivelandosi un pittore imbecille e cretino, il quale non ha rispetto della propria città, è il classico pittore che pittura nei momenti in cui non è visto da nessuno. Lo fa per riservatezza e conservare in sé lo stronzetto che in lui impera. Perché il bello è che lui sa di essere stronzo in atti del genere.

Un eroe, si sentirà l'ignoto pittore cretino, aver scritto tante parole l'una sopra l'altra, confuse, irregolari, di mille caratteri, al punto che il peperino scompare, ma non manca il "fuck you!", ossia vaffanculo, parolina tanto usata da tutti e mai così appropriata se rivolta a quei coglioni che imbrattano la nostra Città.

Mauro Galeotti

P.S. Non mi piace molto usare brutte e irriverenti parole, ma "quanno ce vo', ce vo'!".
Lasciami un po' di sfogo!

 

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