Viterbo CRONACA La sinergia euroaraba ha contribuito alla nascita di un pensiero unico, radicato in una subcultura totalitaria
di Giuseppe Bracchi

 

Uno sguardo al passato.

Correvano i primi anni '80, quando la Comunità europea gettò le basi di un Partenariato con i paesi arabi per la diffusione della cultura e della lingua araba.

Un partenariato che tuttavia col passar del tempo svelò i suoi veri intenti, laddove, per esempio proprio l'antisemitismo e la cristianofobia non trovavano migliore salute e diffusione che proprio durante la cultura euroaraba emergente: “L'UE e la Commissione avevano instaurato all'interno del Partenariato un sistema politico che controllava la cultura, l'istruzione i media, l'informazione e l'intera società.

La sinergia euroaraba ha contribuito alla nascita di un pensiero unico, radicato in una subcultura totalitaria... (…).

Ancor oggi i nobili principi della libertà di coscienza e religione, della parità tra sessi, della dignità e uguaglianza dei diritti umani, non sono stati affatto recepiti e fatti propri da queste società, imbevute di fanatismo religioso e pregiudizi alimentati dalla jihad e dalla sharia.

La segregazione delle donne e degli infedeli (l'abbandono volontario della religione musulmana) i delitti d'onore, le mutilazioni genitali femminili e perfino, in lacune regioni, la lapidazione delle donne, costituiscono strutture legali immutabili. In Leaving Islam, Ibn Warraq da conto delle sofferenze mute delle vittime dell'intolleranza musulmana”.

La lunga citazione appena ricordata è tratta dal volume “Eurabia” di Bat Yeor, che non è lo pseudonimo di Oriana Fallaci né una nipote dimenticata di Mubarak allevata nell'harem di Silvio Berlusconi. Si tratta invece di una studiosa di origini egiziane e di nazionalità britannica, con una consolidata esperienza nello studio dello status delle comunità etnico religiose nei paesi islamici.

C'è da inorridire, oggi, leggendo una recente dichiarazione dell'ex Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac alla luce degli attuali eventi luttuosi che percorronol'Europa: “le radici della Francia sono tanto mussulmane quanto cristiane” (in: Ivan Rioufol: Le bloc – notes, Dèbats et Opinions, Le Figarò, 7 gennaio, 2005).

Sarebbe sin troppo facile mettere alla berlina certe scempiaggini dal sapore farsesco, che denotano solo analfabetismo storico o tutt'al più reminiscenze coloniali, che sono ben altra cosa dalle radici comuni. Ma tant'è. Oggi la Francia si è accorta di aver allevato nel suo seno una serpe velenosa ed intende correre ai ripari. Holland risponde alla guerra con la guerra e chiede sostegno ed unità di intenti soprattutto alla Comunità europea.

Ma – ahimè – come al solito l'Italia si distingue sempre per avere al centro del potere decisionale politicanti totalmente avulsi dalla realtà o totalmente ignoranti perfino della conoscenza del nemico che si trovano a combattere.

Mi riferisco in particolare al segretario fiorentino, Matteo Renzi o alla Raffaella Mogherini, il cui ruolo insignificante e del tutto marginale all'interno dell'Alto commissariato per i rifugiati nella UE, deve averle alterato le sinapsi. O un mediocre Angelino Alfano che ancora si trastulla con dichiarazioniconsolatorie del tipo: “non ci sono segnali concreti dell'imminenza di attentati”. Ma di quali segnali parla questo boy scout agli esordi di una felice scampagnata? Dei segnali di fumo, forse?

Che crede di giocare agli indiani? Il terrorismo islamico non concede segnali di sorta, ti piomba addosso come una tigre o un leone e ti sbrana. E' una piovra dotata di tanti tentacoli, micro cellule che agiscono senza attendere ordini verticistici, ma che comunque sono alimentati da un cervello che si trova sulle coste della Libia da dove continuiamo, irresponsabilmente ed in modo incosciente, a far arrivare ed a far entrare in Italia sedicenti profughi e rifugiati.

Ancora dobbiamo sopportare, senza che nessuno intervenga, dichiarazioni che rasentano la follia come questa dell'on Raffaella Mogherini: “una politica di accoglienza seria ed efficace è un modo concreto di combattere il terrorismo” (citazione tratta dal quotidiano “Il Foglio” datato 26 giugno 2015), quando invece molti studiosi, tra i quali la nostra ricercatrice di Istituzioni dei Paesi africani presso l'Università di Torino, prof. Anna Bono, ci hanno messo in guardia sul fatto che i terroristi islamici stanno lucrando e selezionando personale proprio fra i cosiddetti profughi e rifugiati in partenza dalle coste libiche, dotandoli di documenti falsi e tutto quanto occorra per raggiungere l'Europa.

Dulcis in fundo, sed in cauda venenum, arriviamo infine alla lettera del 22 gennaio 2015, che il Segretario generale del SAP, (il Sindacato autonomo di polizia), Gianni Tonelli ha inviato, a futura memoria, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e che Magdi Allam cita per esteso nel suo volume “Islam, siamo in guerra” alla pagina 30: E' doveroso informarla che il rafforzamento della vigilanza e degli obiettivi sensibili e tutte le misure annunciate in alcune circolari del Viminale, inviate a Prefetture e Questure dal Ministro Alfano e dal Capo della Polizia Pansa non possono trovare concreta applicazione per via della mancanza di personale e soprattutto di un'adeguata preparazione delle donne e degli uomini in divisa”.

Come direbbe Benigni, non ci resta che piangere!!

Giuseppe Bracchi

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