Viterbo L'OPINIONE Don Massimiliano è stato subito raggiunto da una farsesca fatwa da parte dell'arcivescovo di Cagliari
Giuseppe Bracchi – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Il giornalista Giuseppe Bracchi

Il generale Marco Bertolini: un uomo, un padre, un militare sopra le righe, fuori del politicamente corretto.

Al quotidiano “La Stampa” di Torino, giornale certamente non vicino agli ambienti clericali né simpatizzante della Chiesa, il gen. Bertolini ha rilasciato un'intervista dai toni non facilmente conciliabili con quanto oggi si sta diffondendo, in fatto di morale, costumi e cattolicità nella società italiana, né tanto meno appare in linea con quanto si predica e sta accadendo dentro e fuori la chiesa governata da Bergoglio.

Ritengo che una società che voglia sopravvivere, debba preservare con tutte le forze la propria identità e le proprie tradizioni – ha dichiarato al giornalista che lo intervistava – Poi sarà ovvia, per ogni nuovo venuto, la necessità di adeguarsi alla nostra cultura. Ma se pensiamo che la nostra identità possa esclusivamente basarsi sul “made in Italy”, sulle eccellenze della nostra cucina e sui centimetri di pelle nuda che esponiamo in pubblico, stiamo freschi”.

Senza radici cristiane, cosa ci resta da difendere, il nostro benessere? Quanto ai diritti, faccio parte di una generazione – ha dichiarato ancora il gen. Bertolini al suo intervistatore – che era stata educata al rispetto dei propri doveri, vale a dire di quanto, come individui, si doveva alla comunità. I diritti, intesi come atti che la comunità deve all'individuo, non ci salveranno. Anzi”.

Parole dure, pesanti come macigni. Andrebbero girate, fatte leggere e meditare a Bergoglio e ai suoi vescovi. Volete una prova? Uno sguardo a Cagliari, capoluogo di Regione della bellissima Sardegna. Quasi una coincidenza in quest'asse Torino – Cagliari, la stessa che ci segnala a futura memoria in una delle sue innumerevoli pagine sul Risorgimento italiano, Antonio Gramsci, ovvero un asse la cui unità fin dal 1848 è vista non “come allargamento dello Stato piemontese e del Patrimonio della dinastia, non come movimento nazionale dal basso, ma come conquista regia”.

Con una differenza sostanziale rispetto ai fatti storici del 1848 e di quanto seguì dal 1861 in poi, atto di nascita dell'Italia unita, in fatto di persecuzione nei confronti della Chiesa cattolica. E tale differenza, non da poco (anzi!!!), è che oggi le parti si sono invertite. Sotto il regime peronista bergogliano, sono i fedeli cattolici o i preti obbedienti al Vangelo o che predicano la verità, ad essere perseguitati da Vescovi massoni. Come è accaduto di recente a don Massimiliano Pusceddu, sacerdote della Parrocchia di Vallermosa, Diocesi di Cagliari, sottoposto a linciaggio mediatico e soprattutto diocesano, per aver citato in un'omelia, il passo della Lettera ai Romani, 1-21 – 32, in cui l'apostolo Paolo parla del gravissimo peccato della sodomia e delle sue inevitabili conseguenze.

Don Massimiliano è stato subito raggiunto da una farsesca fatwa da parte dell'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, il quale con fare degno del miglior Rettore dell'Università islamica di Al Azhar del Cairo, ha imposto al sacerdote don Massimiliano Pusceddu un periodo di congruo silenzio. Neppure Bin Laden sarebbe riuscito a far meglio dell'arcivescovo di Cagliari. L'unica certezza e l'unica speranza stanno nelle parole di Gesù Cristo: le porte dell'inferno non prevarranno. Ma a quale prezzo, Signore??

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