Viterbo CRONACA
Ricevo e piacevolmente pubblico

Viterbo - Museo del Colle: Busto raffigurante san Sisto (1440-1450)

Caro Mauro,
tu mi conosci abbastanza bene soprattutto per quello che scrivo, e sai quindi che sono incline all’ironia, all’impertinenza (moderata) e alla provocazione intelligente (almeno lo spero che sia intelligente).

     Quindi non ti offendere se ironicamente, con un po’ di sfacciata impertinenza, ti provoco dissentendo da quello che hai scritto a proposito “… delle parti che componevano la Chiesa di sant’Agostino con il Convento i chiostri e la fontana…”

     Non mi dà soddisfazione, ma nemmeno scandalo, se quei reperti si trovano in dimore private, dove qualcuno li conserva diligentemente, li preserva dai danni dell’incuria e dai vandalismi dei sedicenti artisti graffitari.

     Quel qualcuno ci ha ornato la sua casa e il suo giardino?

     Ne gode e se ne vanta con gli amici?

     La loro provenienza non è proprio regolarissima?

     Non approvo, ma dico che è sempre meglio che lasciarli marcire in scantinati o deteriorarsi all’aperto nell’indifferenza dei viterbesi, o giacere ignorati in polverosi magazzini.

     Rassegnati, Mauro! La nostra gente non ascolterà la tua protesta. Ma che vuoi che interessi la storia e l’arte a chi si diverte a vedere il ‘Grande Fratello Vip’ e robaccia simile? Alla gente interessano gli smartphone, le cene in pizzeria, le sagre paesane dove ‘se magna’, gli abiti griffati che spesso sono ‘outlet’...

     A proposito, lo sai che molti pensano che ‘outlet’ nel senso di ‘outlet store’ sia sinonimo di ‘boutique di moda’ mentre in realtà, come sai bene, è il negozio del fuori stagione, dell’invenduto, dell’imitazione economica?

     Certo, non intendo considerare novelli Mecenate coloro che esibiscono pregevoli opere d’arte di incerta provenienza, che si sono procurate con la loro ricchezza, talvolta realizzata in modo – diciamo – non proprio limpido. E tanto meno dedico a loro un grazie e una lode. Tutt’altro.

     Ma mi consolo pensando che almeno proteggono gelosamente beni culturali in un provvisorio possesso. Provvisorio perché poi il tempo, o più esattamente la proverbiale ‘falce che pareggia tutte l’erbe del prato’, glieli toglierà e li restituirà in buone condizioni ad una prossima generazione che, mi auguro, sarà più sensibile e civile di quella attuale. Ma, se permetti, di questo dubito fortemente.

Agostino G. Pasquali

Agostino carissimo,
concordo con te sui punti che hai descritto, sul menefreghismo da parte di tanta gente, sul deterioramento e preda di incuria e vandalismo cui possono essere oggetto i nostri beni culturali, ma, come vedi, all'inizio della tua lettera ho pubblicato quel bellissimo busto in argento che proviene dalla Chiesa di san Sisto a Porta Romana e che si trova custodito nel bel Museo del Colle di Viterbo...

Pensa se fosse conservato da un privato, lo conserverebbe bene, è vero, ma non ne goderemmo mai la bellezza e la raffinatezza, perché... nascosto. Un caro saluto, Mauro

Salva