Viterbo L'OPINIONE RISPONDE
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Il giornalista Giuseppe Bracchi

Grazie come sempre sig. Agostino G. Pasquali. Lei (noti la elle maiuscola, cortesemente!) ha sempre parole raffinate, squisite, corrette ed educate nei miei confronti.

Soprattutto quando, alla stessa stregua di un altro collaboratore di questo giornale online a Lei noto e Suo amico di merende, si sente spalleggiato. Che dirle? Continui pure su questa strada e sicuramente riuscirà a rieducarmi, conquistarmi, manipolarmi, riprogrammarmi, adattarmi e fare di me il suo robot preferito. Intanto, i lettori della lacitta.eu leggeranno le Sue articolesse e sapranno senz'altro giudicare.

Scrive il Nostro: “Certo che la domanda del sig. Mencagli era tendenziosa! Ma lei (l minuscola!!) perché non lo ha detto subito, dando una risposta negativa? Ecco la mia risposta al sig. Dario Mencagli: “La domanda che fa da titolo e da introduzione al suo intervento mi appare fuorviante ed assai retorica...”. Che dire di più? Intelligenti pauca! Ma evidentemente il detto non vale per tutti.

Dice ancora il nostro sig. Agostino: “A me però viene il sospetto che lei (ancora elle minuscola) abbia proprio dell'astio personale verso il papa o con qualcuno legato al papa. Forse ricordo male, ma mi pare che in un precedente articolo lei si sia lamentato di un torto subito.”

Ci risiamo con la cultura del sospetto. Vuole avere la compiacenza, sig. Agostino, anche per rispetto verso lo scrivente e soprattutto verso i lettori de lacitta.eu e del suo Direttore, Mauro Galeotti, di illustrare dettagliatamente, punto per punto, su quali fondamenti e prove concrete si basa questo suo sospetto?

Per quanto riguarda il torto subito, Le sottoporrò, invece, un quesito: Lei, sig. Agostino, ex funzionario dell'INPS in pensione, ritiene corretto e giusto che un giornalista pubblicista iscritto all'Albo, sia estromesso dal suo ruolo di collaboratore di un mensile, anche se locale, senza mai aver ricevuto una lettera di contestazioni, di licenziamento e senza, soprattutto, aver mai ricevuto un compenso? E' questo lo stile Bergoglio?

Ancora: “A proposito dei cinque Cardinali: non ho parlato di una Chiesa politica che decide per maggioranze...”. Però... però, sempre il sig. Agostino ha scritto nella precedente articolessa: “Devo subito farle notare che cinque cardinali su 228... sono pochi per assumere tanta autorità...”. Questo cos'è, se non un gioco di minoranze e maggioranze, nota fondante di una società politica? Conosce il sig. Agostino il noto principio tomistico e soprattutto logico di non contraddizione?

E subito dopo il sig. Agostino aggiunge, rivolgendosi alla mia persona: “Non lavori di immaginazione pensando male andreottianamente. Lei non ci azzecca”. No, no. Come i lettori si accorgeranno, non lavoro affatto di immaginazione, e soprattutto ci azzecco. E di che tinta!!!!

Che l'elezione del papa, poi, avvenga per scrutinio segreto e a maggioranza (il cui quorum è stabilito a seconda dello status raggiunto dai rispettivi scrutini), lo sanno anche i bambini delle elementari. Non c'è bisogno di aver conseguito una laurea in Diritto canonico (D maiuscola, sig. Agostino! E che significa poi l'aggiunta: “o qualcosa del genere”? Ignoranza o spirito fuori luogo?)
Francamente, poi non comprendo il senso ed il significato della frase successiva: “E le conclusioni dei concili (la C anche in questo caso va usata col carattere maiuscolo) non vengono forse sottoposte a votazione?”.

Quali conclusioni sig. Agostino? Lei semplifica troppo l'iter procedurale di un Concilio Ecumenico. E da quel che mi consta, poi, dopo il Vaticano I e II non ci sono stati altri Concili, ma solo Sinodi. Non confonda, sig. Agostino, la storia con la geografia, la teologia con la politica, la filosofia con... i cavoli a merenda.

Lei stesso, ad un certo punto, riconoscendo molto probabilmente di essere in stato confusionale, si è auto invitato alla...: “Calma!”. Sono d'accordo.
“Ecco sento che lei (elle ancora minuscola), è già mal disposto per questo mio “incipit” e sta meditando su come sfottermi”. Di quale incipit parla sig. Agostino? Forse di quello giovanneo: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”?
E soprattutto: perché dovrei sfotterla? Ha, forse, la coscienza cattiva? Ha la coda di paglia? Non è sicuro di sé e delle sue idee espresse nell'articolessa?

Infine, dal punto delle... manzoniane grida: “Le preciso subito che non prenderò...”, fino al termine, lascio tutto al giudizio dei lettori. Certe amenità non le prendo neppure in considerazione. Con una postilla, tuttavia. Non ho bisogno, sig. Agostino, del suo sprone a sorridere, mi creda. Io sorrido sempre e, qualche volta, come in questo caso, con buona pace dei suoi diktat strampalati e paternalistici, riesco pure a ridere a crepapelle!!!!!

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PS: Mi spieghi, caro Mauro, perché se io uso il tu nei tuoi confronti sono un irriguardoso, cafone e maleducato, mentre altri, come il sig. Agostino G. Pasquali, possono permettersi tutto ed il contrario di tutto, sia verso la tua persona, che verso i tuoi collaboratori?

Giuseppe il tu è sempre l'emblema dell'amicizia, della reciproca stima, della familiarità, della confidenza tra due persone, ricevere il "tu" da te e da Agostino, mi fa piacere perché vi considero amici.

Evidentemente se tu usi il Lei verso Agostino... vuol dire che non siete, ancora, amici. Tutto qui, ma forse lo diverrete...

Mauro

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