Viterbo LA SATIRA ATTIRA
Mauro Galeotti
Mamo per la vignetta
Cioè "basta"
Mi scrive Mamo: "Mi perdoni la battuta, Direttore, ma questa diatriba sta diventando... cronaca nera!". Il vignettista Mamo si rivolge allo scambio di opinioni sul modo di scrivere, anche con parole dure, tra Agostino G. Pasquali e Giuseppe Bracchi.
Entrambi scrivono su questa testata da un po' di tempo.
Qualcuno mi ha scritto e detto che avrei dovuto interrompere subito il dibattito così acceso.
L'avrei dovuto fare?
Sinceramente ho pensato che dietro a una discussione sul modo di scrivere, chi leggeva poteva farsi un'opinione personale e quello che più conta, riflettere.
Riflettere pensando al proprio modo di scrivere, ossia: Ma io scrivo bene? Scrivo come Bracchi? Scrivo come Pasquali? Scrivo meglio di loro?
Insomma, mi è sembrato giusto animare il quotidiano con attacchi e contro attacchi, credo che ciò faccia bene ai lettori e al giornale, perché la cosa fa discutere.
Certo sarà bene concludere, anche se nel passato di diatribe ve ne sono all'infinito. Tra gli artisti, vedi Michelangelo e Leonardo, tra gli scrittori, vedi Montale e Ungaretti, tra gli architetti, vedi Borromini e Bernini, tra i musicisti, vedi Mozart e Beethoven.
Ciò perché l'uomo tende a migliorare se stesso, parlando, mettendosi a confronto con gli altri, cercando di difendere il più possibile le proprie opinioni, ma, quello che è importante, è ascoltando il “rivale” e valutare quello che afferma, ponderando a mente fresca il valore di ciò che dice.
Poi, può cambiare le proprie opinioni o no, ma il valore essenziale della disputa è che l'altro, il "rivale", ha messo nella condizione di riflessione lo "sfidante".
Questo è far crescere il personale modo di scrivere.
Mauro Galeotti
