Viterbo CRONACA DI CATTIVO UMORE
Porta Fiorentina verso il 1910, quando era animata da carri e cavalli (Archivio Mauro Galeotti)

Caro Direttore,

è molto tempo che non ti scrivo cercando di essere buono e tranquillo anche in considerazione della Santa Pasqua che dovrebbe spingerci ad essere magnanimi e a perdonare il nostro prossimo.

Ma a tutto c’è un limite. Quando leggi tutte le fantasticherie della gente che sostiene la chiusura del Centro storico viterbese ad ogni costo perché vuole “passeggiare” libera da macchine, anche da quelle in sosta, non tenendo conto dei pro e dei contro, ma solo per il proprio egoismo “da passeggio”; quando leggi le dichiarazione del famoso (certamente non per i meriti) assessore Ricci, il quale afferma che a giugno scadrà il bando dei varchi elettronici e che, quindi, saranno regolamentati gli accessi nel centro storico; quando senti dire dal capogruppo del PD che nessuno, fino alla giunta Michelini, ha avuto il coraggio di chiudere il centro; quando leggi i reclami dei cittadini “civili” per la sosta delle auto in piazza don Mario Gargiuli e del grave affronto del divieto di sosta divelto, ti vengono le cosiddette “paturnie” per non dire di peggio e ti accorgi di essere attorniato da incompetenti, menefreghisti, arruffoni, forse da ruffiani che vogliono accattivarsi i potenti di turno.

Innanzi tutto il centro storico: non si vuole capire che Viterbo, non è Siena o Firenze. Il centro storico non può essere quello individuato dal Ricci e compagni, perché comprende abitazioni, negozi di vario genere e non di ricordini come le città citate, uffici pubblici e privati, salite e discese; il vero centro storico viterbese può essere individuato solo nel quartiere S. Pellegrino, per il resto la circolazione deve essere lasciata libera. Nessuno pensa che i residenti debbono raggiungere le loro case, che gli invalidi hanno il diritto di arrivare dove vogliono, che le persone meno giovani, costrette a lasciare la macchina a Faul o alle Fortezze per arrivare al centro debbono, per una questione fisica, rinunciare. Non parliamo poi, di quelli che debbono acquistare qualcosa di ingombrante o pesante: già il parcheggio al Sacrario sarebbe troppo distante.

Per la sosta non si può esagerare: che danno arrecano 6/8 auto in piazza don Mario Gargiuli? Che c’è da ammirare oltre la Chiesa di S. Maria Nuova? Vorrei vedere se questa gente perbene, che si meraviglia tanto e fa le foto alle macchine in sosta, fosse proprietaria del ristorante o della pizzeria sulla piazza che farebbe. E nella stessa piazza della Chiesa 3/4 posti di sosta dalla parte di fronte alla Chiesa stessa, che danno producono alla visione? Quale alterazione possono dare alla fontana 4/6 posti auto distanti dalla stessa, in piazza Fontana Grande? E’ forse migliore la visione del paletto in mezzo alla piazza con il divieto di sosta? Sono le soste selvagge che producono danno, malumore, fastidio: quelle sopra i marciapiedi, quelle addossate alle fontane, quelle in doppia fila; invece di spendere soldi per varchi elettronici e coglionate del genere, basterebbe ampliare l’organico dei vigili urbani in modo di avere una maggiore presenza diurna e prevedere anche turni serali, multando chi sosta in maniera anomala.

Certo, la sosta deve essere meno cara: abbiamo già detto di Roma e altre città dove per un quarto d’ora si paga  € 0,20 e € 4,00 per 8 ore. E’ in questa maniera e con la presenza dei vigili che si snellisce il tutto, così come in alcune zone esterne occorrono più parcheggi liberi e, nel contempo, meno onerosi: non si può tartassare sempre e comunque chi deve lasciare la macchina per qualche ora. Altra soluzione è quella di mezzi pubblici più frequenti, con tariffe speciali, che possano raggiungere qualsiasi punto della città.

E, per finire, ripeto quello già scritto qualche tempo fa: egregi (per modo dire) amministratori, nel momento in cui riuscirete ad organizzare eventi culturali seri o particolari attrattive, potrete continuare a fare come d’abitudine: divieto di sosta per il periodo della manifestazione.

Ciao direttore e tanti auguri di Buona Pasqua nella speranza che la festività porti un maggiore raziocinio a chi di dovere.

Luigi Torquati