Viterbo CRONACA RIBOLLITA

 

Ironia o realtà?

La cronaca viterbese e l’opinione pubblica ribollono intorno alla nuova “politica” di mobilità urbana. Non si parla d’altro che della sequenza di azioni inibitorie del traffico privato nel centro storico che, a breve, sarà estesa praticamente all’intera cinta muraria, pure di notte.

Ormai anche i sassi conoscono il nome dell’assessore al ramo, da mesi assurto all’onor della cronaca quotidiana ed invocato dai commercianti scesi in piazza per protestare sui vari divieti di transito e parcheggio.

C’è chi lo insulta, chi lo prega di ragionare e chi lo vuole “santo subito”, sognando il giorno in cui potrà giocare a pallone a Piazza del Comune, nel più assoluto vuoto silenzioso, usando come porta la serranda abbassata di qualche esercizio commerciale.

Altro che Siena….

I solerti amministratori sono andati a vedere (non so cosa, visto che dal 1999, nel cassetto ci dovrebbe essere un progetto di Siena Parcheggi per Viterbo, ma forse non era idoneo o fattibile). Lì, come esci dalle mura, c’è uno schifo di enormi parcheggi, pieni di macchine e di smog e pure centinaia di pullman che attendono quelle mostruose schiere di turisti sporchi e chiassosi. A Viterbo sarà accuratamente evitato.

Viterbo, ex ricco feudo, oggi classificata tra le “economie depresse”, per fortuna non la conosce nessuno, ce la possiamo tenere tutta per noi e per gli immigrati stranieri che hanno riempito gli stabili lasciati dai viterbesi, prendendoli in affitto a buon prezzo, anche se non sono stati ripuliti o ristrutturati.  E vedrete quanti altri accorreranno, quando si libereranno altri uffici e locali commerciali e crolleranno i prezzi.

Finalmente, come a Roma e Milano, si potranno aprire tanti negozi di alimentari “etnici”, ristoranti indiani, filippini, ucraini, persino argentini e brasiliani, senza contare i tanti bazar di merci varie che fioriranno al posto di quei noiosi “negozi storici” viterbesi. Tutto senza inquinare e rovinare il panorama con le auto, perché loro vanno sempre a piedi, al massimo in bicicletta e se devono trasportare merci, le portano col risciò. Loro non si lamenteranno del chiasso prodotto da Caffeina, perché la notte suonano e ballano già adesso, a piazza del Sacrario.

E allora, cominciamo fin d’ora a ringraziare sentitamente l’operoso impegno delle amministrazioni locali, dei facoltosi proprietari immobiliari e imprenditori storici, dei portavoce delle associazioni di categoria, che ciarlano in giacca e cravatta, chiedendo sempre agli altri di “fare qualcosa”, per essere sempre riusciti ad ottenere che nulla si facesse per “aprire la città”, per attrezzare e promuovere Viterbo nei settori dell’accoglienza, intrattenimento ed offerta culturale (d'altronde, che abbiamo da mostrare? Poco o niente. Neanche avessimo pregevoli testimonianze del mondo etrusco o interi quartieri medioevali dall’architettura quasi incontaminata. Opere d’arte, poi, scarse. Solo ingombranti vecchie carrozze in mezzo al soggiorno del Sindaco che, per non buttarle, se qualche altro comune le vuole, gliele regaliamo.

Che poi, abbiamo pure quelle spiacevoli fumate di vapori sulfurei, tanta acqua calda e puzzolente, senza alcun effetto terapeutico. In altri luoghi, oltre alle splendide terme (meno care di quelle viterbesi, pure bruttine) sono stati realizzati centri congressi e parchi attrezzati con attrazioni e punti di ristoro, in cui le famiglie possono trascorrere la domenica. Noi no! Non abbiamo bisogno di altra “confusione”, statevene a casa vostra! Se e quando vogliamo fare i bagni sulfurei, si fa un mutuo e ci si paga l’abbonamento oppure andiamo alle pozze sparse e ci portiamo la sedia pieghevole e la borsa termica, come negli anni ‘60.

Comunque, non capisco quelli che si lamentano. Con tanti problemi più grandi che incidono sulla depressione dell’economia locale, ci si preoccupa della “mobilità”? Non si potrà circolare a Viterbo? Tanto non si può parcheggiare, né c’è abbastanza posto in quei pochi e costosi parcheggi limitrofi. Il drive-in c’è già fuori le mura, quindi perché andare nei ristoranti e pizzerie del centro?

Non la fate tragica! Prima o poi ci metteranno qualche navetta elettrica da 15 posti e potremo portare i figli a scuola, fare shopping col trolley e andare a sbrigare qualche pratica negli uffici pubblici, progettando sul cellulare il viaggio dal parcheggio più vicino (pardon, meno lontano) con una “app” dedicata, offerta dal Comune.

Perché ce la prendiamo con l’assessore, poco più di un funzionario esecutivo, magari il Consiglio Comunale ha in testa un progetto di sviluppo molto più esteso ed ambizioso. “I have a dream …..”, il famoso sogno di Martin Luter King, in versione viterbese!

Potrei immaginare che la visione progettuale di chi vuole una “grande Viterbo”, vada a concretizzare il sogno di quei costruttori locali ed operatori immobiliari che nell’ultimo ventennio hanno edificato un’intera città fuori le mura, con tanti uffici e negozi, persino qualche “cattedrale nel deserto”. Certo, “New Viterbo” è un po’ dispersiva, non è cresciuta secondo un piano urbanistico mirato all’aggregazione e quindi, non crea comunità e riti cittadini.

Oltretutto, lì ci si può spostare solo in auto o, con molta pazienza, in bus. Dopo un primo afflusso di professionisti, negozianti, gestori di locali pubblici e piccole imprese che vi hanno insediato le attività, pagando cospicui affitti, si è innescata la controtendenza. Agli intraprendenti costruttori sono rimasti i mutui da pagare e per favorire il reflusso si sono abbattuti i costi delle locazioni, poi la crisi ha fatto il resto.

Capisco che la domanda sorga spontanea: ammesso che il progetto “segretissimo” di sviluppo possa mirare ad ottenere un grande centro di attrazione turistica, culturale ed intellettuale dentro le mura e, trascinando per i capelli fuori delle mura l’abitudinario e stantio establishment viterbese, la promozione di una città moderna ed operosa, pronta a proiettarsi nell’economia globale... ma dove sono i progetti “esecutivi”? Tanti sarebbero gli aspetti da valutare, discutere e concordare con “le parti sociali”, comprese le varie associazioni di imprenditori e professionisti, le organizzazioni scolastiche, gli atenei e, non ultima “l’informazione”, con il suo importante compito di analisi, documentazione, alfabetizzazione ed educazione al “nuovo pensiero”.

Immagino si dovrebbe anche promuovere il coordinamento politico, operativo, burocratico e soprattutto finanziario a livello provinciale, regionale e comunitario. E non dimentichiamo l’annoso problema dei trasporti e delle vie di comunicazione con la Capitale ed il resto del mondo che i nostri esimi deputati e senatori, in trent’anni, non hanno avuto la forza o la buona voglia di risolvere. Ne parlava più Totò di Viterbo che i nostri politici.

Però basta fare i pignoli disfattisti! Al Comune ci sono i nostri rappresentanti, eletti sulla base del “patto con Viterbo” e vedrete che, prima o poi, lo rispetteranno, mica erano chiacchiere sparse sugli argomenti più disparati!

Per adesso, cominciamo dai capitoli più facili e meno costosi. Quanto potrà costare un sistema completo di gestione dei varchi ZTL, con data base dei veicoli autorizzati e riconoscimento elettronico dei medesimi? Bazzecole! Poi si ripaga con le multe! Non vi lamentate per i parcheggi! Troppo costoso e brutto, anche solo a pensarlo, di rifare i parcheggi liberi tutt’intorno alle mura, non vorrete mica sacrificare le aiuole?

Imparate a sognare pure voi, intanto che fate quei tre o quattro chilometri per andare a Messa, tanto non vi può investire nessuno e meditate sul famoso detto: “dagli amici e dagli stolti mi guardi Dio, che pei nemici basto io”!

Zampa