Viterbo CRONACA CON TANTI ABBAI
Antonella Bruni

 

Luisa, io a te ti voglio bene, tu a me?

   Scrivo sulla questione di Bagnaia, perché da più parti sollecitata e perché ritengo, sommessamente, di poter contribuire ad una soluzione  soprattutto per coloro che non hanno voce e che, senza colpe, vivono una vita grama; i cani ristretti nei canili, infatti, sia chiaro, sono reclusi, questo al di là della retorica o del linguaggio burocratico.

   Parlo a titolo personale, ovviamente, perché il mio status di dipendente dell’ASL di Viterbo, settore veterinario, non mi consente di superare le decisioni che i vertici dell’ente hanno preso o prenderanno.

   Non ho alcuna veste istituzionale, ma conosco bene le dinamiche politiche che attengono a questioni complesse, poiché sono stata Consigliere Comunale per oltre un decennio, con la specifica delega agli animali, che ho mantenuto, gratuitamente e con grande piacere, anche negli anni successivi, da semplice cittadina.

   Non sono quindi digiuna sull’argomento, che posso valutare da punti di vista differenti, con le cognizioni e l’esperienza necessarie, tuttavia, piaccia o meno, esso non può essere affrontato senza un’indispensabile inclinazione a produrre il bene degli amici animali, senza l’imprescindibile obiettivo di migliorare realmente le loro condizioni di vita.

   Lasciatemelo dire, senza alcuna retorica, a volte è necessario farne un caso personale, perché ci occupiamo di - non mi stancherò mai di ripeterlo - esseri senzienti, di vite che noi gestiamo e delle quali non possiamo non essere responsabili, anche quando, la sera torniamo nelle nostre comode abitazioni, lasciando loro in una gabbia, senza libertà e senza un umano che dia loro l’affetto che anelano.

   Chiariti in premessa gli indispensabili termini del problema, occorre specificare che il canile di Bagnaia, ubicato in Località Novepani, nasce per l’infaticabile opera di Elvia Viglino che ha sempre ragionato in termini di animalismo, inteso come infinito amore per gli animali. Elvia non è una manager, non è una politica e l’amministrazione forse non è la sua dote migliore, ma in decenni di attività ha fatto molto di più di quello che altri addetti ai lavori, l’ASL o le varie amministrazioni comunali potranno mai sognarsi di fare. Se il suo operato presenta carenze, credo che la cosa migliore da fare sia sostenerla, aiutarla, non contrapporsi a lei o giocare a nascondino con il rimpallo delle responsabilità che celano forse obiettivi diversi, talvolta non commendevoli.

   L’attuale Amministrazione Comunale ha un modo di procedere quantomeno bizzarro.

   Il Sindaco Michelini non è precisamente assertivo sul tema, lasciando spazio, molto spazio in verità, alla sua vice, la dottoressa Luisa Ciambella, la quale, invece di contribuire a un percorso solutivo condiviso, sceglie la strada della contrapposizione e predilige il gioco delle tre carte, piuttosto che la trasparenza e il corretto confronto. La stessa afferma di rifiutare lezioni e in questo sbaglia, perché chiunque può giovarsi delle cognizioni altrui, a maggiore ragione se l’età giovanile e la non lunga esperienza consiglierebbero umiltà, prudenza e continenza verbale.

   Si sostiene che l’attuale canile ha una sede non ideale. Benissimo, in un leale contraddittorio, si dica se sono disponibili e convenienti aree migliori e se questo è il reale progetto dell’Amministrazione Comunale.

   Tutti, apparentemente, sono concordi nel ritenere che il “Parco Canile” sia l’ottimale soluzione, conciliando corretti criteri di animalismo alle esigenze di una proficua ed economica gestione delle risorse pubbliche. Nel corso del Convegno del 26/11/2016, al quale i vertici del Comune di Viterbo non hanno partecipato, è stato presentato un progetto reale, peraltro già altrove realizzato e perfettamente funzionante. Sindaco e Assessore competente dicano, con chiarezza, se vogliono realizzare quel progetto di “Parco Canile” o meno, oppure se hanno alternative preferibili.

   La Regione Lazio ha esternato con chiarezza, attraverso autorevoli Consiglieri di maggioranza, di non avere alcuna ostilità al progetto e se il Comune ritiene che sussistano problemi per la sua realizzazione, deve indicarli chiaramente affinché l’ente regione possa contribuire a risolverli.

   La strada migliore è la Conferenza di Servizi che, se promossa correttamente, ovvero indicando, se non un progetto almeno un piano di fattibilità, consente ai vari partecipanti, in tempo reale, di porre in essere un contributo concreto e significativo. Mi permetto di segnalare che a essa, come alle Commissioni Comunali, possono partecipare soggetti idonei a fornire un contributo. Essi saranno presenti senza diritto di voto, ovviamente, ma potendo fornire un supporto ideativo e documentale, spesso utilissimo. È una prassi di democrazia rappresentativa e di opportuna trasparenza, alla quale non comprendo l’ostilità, apparente, di Michelini e della Ciambella. Una buona amministrazione non parla di concessioni, perché i cittadini non sono sudditi, bensì favorisce la partecipazione e le decisioni condivise,  evitando sterili contrapposizioni.

   Similmente, non si capisce per quale motivo il Comune di Viterbo non agevola la creazione di un organo consultivo permanente come potrebbe essere la Consulta per gli Animali che, a costo zero, consentirebbe di usufruire, sull’argomento, di specifiche competenze, utili a formare scelte amministrative logiche. Essa, in altri Comuni, chiamando a partecipare rappresentanti delle varie associazioni animaliste, esperti veterinari, tecnici e politici, ha dimostrato di essere un utile strumento che, favorendo il confronto di differenti punti di vista, consente opportune sintesi decisionali, smorzando dannose tensioni. Magari se essa fosse stata realizzata anche a Viterbo, avrebbe consentito all’Assessore Ciambella di sapere che il canile di Bagnaia opera in regime di convenzione forfettaria che, di per sé, evita in radice la sussistenza dei presunti abusi di cui la stessa si lamenta, prendendoli a pretesto per gestioni ondivaghe.

   In generale, concordo con il vice sindaco che i cittadini viterbesi hanno difficoltà economiche. Essi le condividono con la maggioranza degli Italiani e le ragioni di tale deprecabile contingenza non sono certamente afferibili ai costi dei canili, che si azzererebbero se fossero perseguite efficaci politiche animalistiche a contrasto del randagismo, bensì la responsabilità assoluta è addebitabile alle pessime scelte di chi li amministra, sia a livello nazionale, sia a livello locale. Credo che un po’ di sana autocritica sia assolutamente necessaria, prima di fare affermazioni generiche e oggettivamente eccepibili.

   Spero di avere fornito un contributo oggettivo atto a risolvere un problema cogente che non può essere affrontato in regime di contrapposizione o mediante rinnovi compulsivi a breve scadenza, degni di una trama da thriller, però non idonei ad una programmazione gestionale da tutti auspicata, che certamente, con tali sistemi, il Comune non favorisce. Similmente è opportuno non celare gli appuntamenti cruciali, chiamando invece, per tempo, i soggetti interessati a parteciparvi e senza credere di fare graziose concessioni, perché la rappresentanza istituzionale è un servizio pro tempore, che deve essere svolto nell’interesse generale e non asservito ai propri interessi o a quelli dei sodali.

   Infine, un piccolo suggerimento, da donna orgogliosamente ingenua; Luisa, mi consenta di chiamarla per nome, la guerra ai cani, non le procurerà alcun vantaggio, le astruse giustificazioni che si affanna a veicolare nei giornali non l’aiuteranno.

   Lei ha un futuro importante davanti a sé e so che è molto impegnata, come lo siamo tutte noi, donne, mogli, madri, politiche e professioniste in carriera, in costante lotta contro il tempo e gli impegni, ma uno di questi giorni, da sola, senza fotografi o collaboratori al seguito, torni al canile, quello di Bagnaia, quello che in qualche modo, ora dipende anche da lei e dalle decisioni che prenderà. Si vesta in maniera adatta perché si sporcherà, li guardi, ne prenda in braccio qualcuno, dia loro qualche bocconcino goloso e soprattutto distribuisca carezze, che è la cosa che ai cani piace di più.

   Non raccatterà voti, lo so io e lo sa anche lei, ma andrà via più serena, più cosciente della portata delle sue azioni, come amministratrice e come essere umano. Provi, magari mi ringrazierà…

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