Viterbo CRONACA KILIMANGIARA

D   come :  Democrazia

Il 21 aprile ho letto su questo giornale che  “è  Gangi, in Sicilia, il “Borgo più bello d’Italia”, secondo i telespettatori della trasmissione di Rai 3“Alle falde del Kilimangiaro”.

Alla notizia fa seguito un commento del direttore Galeotti, il quale afferma giustamente che la nostra Caprarola è certamente migliore e meritava di vincere.

Ma, gentile direttore, questa è la democrazia! Chi prende più voti ha ‘ragione’, non razionalmente ma democraticamente, non per merito, ma per volontà del demos (popolo).

Mi permetto di ricordare quello che disse mio cugino Angelo in una conversazione fra tre amici, conversazione raccontata da me e  pubblicata su questo giornale nel dicembre dello scorso anno:

“…tu pensi che il popolo sia saggio e scelga il giusto? Il limite della democrazia è proprio questo: la maggioranza decide, ma non è detto che abbia ragione. Se fra noi tre c’è un saggio (io) e due sciocchi (voi), voi siete in maggioranza, ma non per questo diventate saggi…”.

Così disse Angelo. Oggi mi permetto di aggiungere due osservazioni:

-  sovente il risultato di una votazione è determinato dai pochi che votano, mentre i tanti che si astengono non contano affatto, anche se non sono d’accordo e manifestano il disaccordo con altri metodi tra i quali proprio l’astensione,

-  l’organizzazione politico-sociale di una collettività implica inevitabilmente che gli ambiziosi, gli esibizionisti, i superattivi  governino; e i saggi, i moderati, i riflessivi si limitino a dare consigli. E se invece affidassimo il governo ai saggi?  

Ma, se ce lo ricordiamo, qualche prova di governo i saggi (così detti ‘tecnici’) l’hanno fatta e non mi sembra che il risultato sia stato soddisfacente.

C’è da chiedersi: chi è migliore? o meglio chi fa meno danno? Gli ambiziosi-politici oppure i  saggi-tecnici?

E’ stato detto che la democrazia non è un sistema perfetto, anzi ha molti difetti, però non esiste un altro sistema di governo migliore. Quindi cerchiamo di essere ottimisti.  Infatti, lentamente, molto lentamente, tanto lentamente che non ce ne rendiamo conto, la nostra società progredisce… democraticamente.

 

C   come : Coerenza (di un politico)

Il sostantivo coerenza significa etimologicamente  “adesività, unione stabile” (dal verbo latino cohaerere = aderire, essere unito). In senso figurato la coerenza riguarda anche le persone e significa invece “conformità tra ciò che si pensa, si dice e si fa”.

Quello che mi colpisce è che la coerenza sia una dote rara nei politici. Per capirne il motivo ho fatto un esercizio di fantasia (non troppa) intervistando un ipotetico uomo politico.

D - Signor politico, lei non è coerente.  Per quale motivo lei ha detto in passato, addirittura solo ieri, cose incompatibili con quelle che dice oggi? Perché lei dice di sostenere una tesi o un’idea e poi, al momento di votare, si esprime in modo contrario?

R - Mai detto né fatto. Io sono sempre coerentissimo.

D - Non mi sembra, ma allora, vediamo...

…lei sosteneva tempo fa che il senato dovesse essere abolito perché è un inutile e dannoso istituto della Costituzione, la quale, secondo lei, è piuttosto obsoleta. Poi ha detto che il senato deve essere mantenuto però cambiato come composizione e competenze. Ora difende il senato così com’è e grida che volerlo anche solo modificare è un attentato alla ‘Sacra Costituzione Italiana’, la quale, sempre secondo lei, è la costituzione migliore del mondo. Non aveva detto che è obsoleta?

Lei ha votato entusiasticamente a favore dell’euro, ma ora sostiene che si deve uscire dall’euro. Lei era un paladino della riduzione dei costi della politica, poi ha manovrato per insabbiare, rinviare, dilazionare i provvedimenti di riduzione.  Non parliamo poi dei diritti civili dei cittadini, del trattamento degli extra comunitari, argomenti su cui lei ha detto tutto e il suo contrario…

R - Basta, basta! Se no, caro intervistatore,  lei mi accuserà di tutti i guai dell’Italia, escluse le guerre puniche. La battuta è di Andreotti / Servillo, ma mi si adatta perfettamente.

Invece, caro signore, segua bene ciò che le dico adesso.

Lei ha un concetto ingenuo - mi perdoni - e puramente teorico della coerenza. Io seguo una  coerenza più concreta, pratica. Io parlo e agisco sempre, sottolineo il sempre, secondo la mia convenienza politica e nell’interesse del partito. Provi a dimostrare il contrario. Questa è coerenza e porta risultati, non è come il suo teorizzare in nome di principi astratti. Inoltre lei conosce il detto “Solo gli stupidi non cambiano mai opinione”?  E infine lasci perdere Gesù Socrate e Kant. Invece si legga Marx Machiavelli e Guicciardini.

D - Veramente la sua non è coerenza, io la definirei…

R - Alt! Prudenza! So quello che lei vuol dire, ma se lo dice e poi lo scrive, lei rischia una querela per ingiurie e diffamazione a mezzo stampa!

 

L’intervista finisce qui. Se un lettore mi obietta che l’intervistato non esiste, io gli dico che esiste, anzi che ce n’è tanti così. Basta seguire TG e talk show per individuarli per nome. Forse non saranno espliciti come il ‘nostro’, forse maschereranno in politichese la loro idea di coerenza, ma la sostanza resta quella del ‘nostro’.

Ora, gentile lettore, che lei sia o no un seguace di Grillo, mi dica apertamente : ad un politico così, un vaffa…(completo, senza puntini, proprio alla moda di Grillo), “un vaffa…”  non glielo direbbe?

Però non lo dica, lo pensi soltanto. Se “vaffa…” lo dice Grillo tutti applaudono, se lo dice lei… le arriva una denuncia!

E’ chiaro ora il perché uno, se non ha convinzioni democratiche più che forti, poi diventa grillino?

 

I    come : Incoerenza (di un Papa)

In uno spot, ripetutamente trasmesso la settimana scorsa da La7-TV, si vede e si sente Papa Francesco (autentico! non è Maurizio Crozza che lo imita) che pronuncia una forte invettiva. Papa Francesco dice: “Il denaro è lo sterco del diavolo”.  Però la sera del 18 aprile, venerdì santo, proprio Papa Francesco ha fatto distribuire dal suo elemosiniere dei buoni biglietti da 50 euro ai clochard di Roma.

Sia subito chiaro che la mia non è un critica al comportamento del Santo Padre, che ha le sue buone  anzi ottime ragioni per condannare l’uso diabolico del denaro e altrettante buone ragioni per usarlo a fin di bene.

Il mio è un bonario modo per scrivere una scherzosa impertinenza su una incoerenza che, lo devo ammettere, è solo apparente. Papa Francesco non se l’avrà a male, visto che è lui stesso un tipo che ama scherzare.

D’altra parte l’affermazione che “Il denaro è lo sterco del diavolo” non è nuova. La diceva già mia nonna che non usava però la parola ‘sterco’, troppo raffinata per lo schifoso oggetto cui si riferisce. Mia nonna sapeva distinguere l’uso buono o cattivo delle cose e con saggezza contadina commentava così: “Sì! il denaro sarà la merda del diavolo! ma allora io vorrei poter mettere le mani, almeno ogni tanto, nella fogna della casa del diavolo”.

Aggì

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