Viterbo CRONACA SCONVOLGENTE

Luigi Manganiello

Ti ricordi quella volta, al Teatro dell'Unione, mentre assitevamo ad un'opera, ti avvicinasti...

L'ho veduto stamani 5 Maggio, alla conferenza stampa per "Viterbo con Amore", l'ho visto e ci siamo salutati col solito occhietto, eravamo divisi da una seggiola, occupata da una collega giornalista.

 Io credo che a Viterbo una persona così simpatica, affabile, dolce, disponibile sia sempre più difficile trovarla, lui, ogni volta che andava allo studio, in Via Cavour, passava a piedi con la borsa, dopo aver lasciato al parcheggio l'auto, passava dicevo, in Via Tommaso Carletti e spesso suonava alla redazione sulla stessa via, per le gradevoli due parole.

Come stai?

Il giornale come va? e si parlava di Viterbo, dei personaggi che la animano e non mancava mai la battuta ironica.

Presidente della Banca di Viterbo, con onore l'ha sempre rappresentata in tutte le manifestazioni in cui l'unica banca di Viterbo contribuiva per la buona riuscita dell'evento del momento.

Mostrava fiero, sulla giacca, lo stemma di Viterbo, simbolo della Banca di Viterbo.

Un uomo cui ho voluto bene e che mi ha dato tanta esperienza nel mio viaggio terreno.

Un uomo che amava il suo presepe nella presidenza della Banca, un uomo che amava santa Rosa, un uomo che amava la nostra Viterbo e non dimentico le sue poesie, pungenti, vivaci, veraci.

Peccato Luigi che te ne sei andato così, in punta di piedi, non hai voluto disturbare nessuno, restano nel tuo studio i magnifici manifesti d'arte, le tue carte, i tuoi ricordi.

Via Carletti, quando entrerò in redazione, sarà vuota, tu non ci sarai più, mi mancherà quel "Ciao fiocchetto!", ma l'affetto che avevo per te e tu per me non ci dividerà, quello resterà immortale, non potrà essere cancellato da un tuo momentaneo allontanamento. Sì momentaneo perché sono convinto che un giorno ci incontreremo di nuovo, non concepisco il morire per sempre, quindi ora guarda giù verso di noi, verso la tua Viterbo, la tua Banca, proteggici e guidaci e entra nei nostri sogni.

Luigi, mi hai dato un forte dolore, anche per il bene che hai voluto alla mia famiglia, eri il nostro avvocato amico.

Ti ricordi quella volta, al Teatro dell'Unione, mentre assitevamo ad un'opera, ti avvicinasti a mia moglie e a me, eravamo in un palchetto della prima fila coi nostri figli, Simone e Agnese di pochissimi anni, e ci dicesti, sorridendo: "A voi due vi denuncio... per maltrattamento di bambini", in effetti portavamo sempre i nostri figli alle opere e a volte era proprio un "abuso su minori", per la "pesantezza" di alcune opere.

Ho perduto mia madre, Bruna, a 45 anni, mio padre, Vinicio, a 63, la mia stessa età di quest'anno, e so cosa possono provare i tuoi figli Paolo e Antonio, e cosa prova tua moglie, Letizia, sempre tanto graziosa con me.
Lo so bene!

Paolo, Antonio e Letizia, vi voglio bene, vostro padre, tuo marito era adorabile.

Luigi ti voglio bene, non dimenticherò il tuo grande cuore, ora sei seduto su quella nuvola accanto a Lui, accanto a Bruna e Vinicio, indimenticabili genitori della mia vita.

tuo Mauro Galeotti

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