Montefiascone L'OPINIONE
Giuseppe Bracchi – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L'on. Giuseppe Fioroni

Il centrodestra trionfa. Evviva il centrodestra. Uno schiaffo a Renzi ed alla sua arroganza dilettantesca e da bullo della politica. Abbiamo pagato le troppe alleanze spurie, si sono affrettati a dire nei quartier generali della disfatta.

A sinistra quando si prendono le sberle la colpa è sempre degli altri. Nossignori. Avete pagato la vostra incapacità a parlare il linguaggio dei cittadini. Avete visto o no, razza padrona e assai poco intelligente, cosa è accaduto a Genova, roccaforte della sinistra fin dalla Seconda guerra mondiale? Avete visto o no, cosa è accaduto a La Spezia, addirittura a Sesto San Giovanni, la stalingrado d’Italia?

E’ finita l’epoca della idiota partigianeria ad oltranza. E’ finito il 25 aprile delle rendite e delle ipocrite commemorazioni, della lineare ed intramontabile magnificenza delle umane sorti e progressive, della “specchiata” moralità e della cretineria elevata a cultura, degli slogan e dei girotondi fancazzisti. Il linguaggio del cittadino generico medio è totalmente altro da quello della sinistra salottiera, da puzzetta sotto il naso di Repubblica, dei permessi sindacali ad oltranza, dei vagabondi ed imboscati, dei convegnisti senza capo né coda.

E’ l’Italia produttiva, semplice, tradizionale, quella che (come chi scrive) si alza al mattino per andare a lavorare, che paga, anzi strapaga le tasse, che ama la famiglia naturale ed i figli e che vuole essere tutelata nei suoi diritti fondamentali: pace, sicurezza ed ordine sociale, sanità efficiente e salario dignitoso, almeno per tirare a campare, è questa Italia che, democraticamente si è espressa nelle urne e ha mandato a capo di fitto la sinistra delle banche, dei papà Renzi e Boschi, degli intrighi, della Consip, delle manifestazioni pro sodomia, indegne ed indecenti, dei privilegi, delle nomine Rai o quant’altro e delle prebende distribuite senza ritegno né vergogna agli amici e agli amici degli amici.

E’ contro questa sinistra che si è espresso il popolo sovrano, ovvero la sinistra dei clandestini senza fine, dei musulmani e delle musulmane arroganti come Piccardo o come Abdel Qader, compagna di merende di Beppe Sala, l’italietta mediocre e senza spina dorsale dello ius soli (o sola?)

Non a caso il segnale della vittoria netto e più vistoso del centro destra è arrivato dal Nord Italia. Chissà se dalle parti di Palazzo dei Priori, il sindaco Michelini, tra la cura di un vivaio e l’altro, si sarà accorto della disfatta renzian comunista? Chissà se si saranno accorte anche le belle, adorne sacerdotesse renziane dagli occhi in bell’etrusco dipinti, ma sotto il trucco nulla?

Non ha da dire nulla l’entusiasta, cattolicissimo, on. Giuseppe Fioroni, Beppe per i suoi amici, che fino a pochi giorni or sono parlava del nuovo vento macronian renziano pronto a spazzar via anche in Italia i residui lepeniani? Eppure, l’avevo scritto a suo tempo che dal Ponte di Paradosso la vista è piuttosto corta. Ma tant’è.

Ora spero che il centro destra abbia finalmente capito che uniti si procede senza ombra di dubbio verso la vittoria, senza avversari e senza storia. Bisogna spedire a casa al più presto questa dannosa e perniciosa sinistra che, dalla caduta del Muro di Berlino, non rappresenta più nessuno se non la sua autoreferenzialità e la sua sete sfrenata di potere immoralmente qualificato, che fa della libertà negativa, l’ultimo residuo e baluardo di un comunismo senza più carica rivoluzionaria. E d’altronde le rivoluzioni hanno fatto il loro tempo. Oggi ben altri sono i valori in gioco: sovranità, identità, tradizione, legge naturale. Valori che non hanno mai appartenuto al patrimonio genetico della sinistra o di quel che oggi resta della sue rovine: un partito radicale di massa.

Da ultimo, non certo per importanza di argomento, è il dato della pesante percentuale di astensione alle urne. Anche questo mi pare un segnale di stanchezza forte e determinato degli italiani. Il centro destra avrà il compito non certo facile, ma per questo non impossibile di persuadere gli indecisi e gli astensionisti. Si impari la lezione dalla fine dei Cinquestelle: un conto è la fiducia, un conto sono le chiacchiere fatue. Occhio, perciò, a non disperdere la fiducia che una parte degli italiani vi ha oggi consegnato per una politica fatta di valori e di buona amministrazione.

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