Viterbo CRONACA

Ezio Maria Romano. Responsabile del CISCAL – Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo www.canidaguardia.com

Se è vero che per molti allevatori il ritorno del lupo sta rappresentando un tale disagio da essere addirittura additato come un reale impedimento allo sviluppo della loro attività zootecnica, per riuscire a capire come difendersi non credo esista sistema migliore se non quello di provare a scoprire il più possibile i segreti del comportamento di questo “famigerato” predatore.

Il lavoro che stanno svolgendo da tempo alcuni ricercatori in Europa, con lo scopo di monitorare dove viva, come si sposti e come si riproduca il lupo, è senza dubbi utile ma, fino ad ora, pare non sia ancora riuscito ad offrire in pratica concrete risposte a chi ogni giorno conduce gli animali nei pascoli, rischiando di trovarseli decimati.

E’ anche per questo che, in qualità di responsabile del CISCAL – Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo, dopo aver viaggiato per anni nei vari stati dell’Asia Centrale, così come in Mongolia, Nepal, Tibet, Anatolia, Caucaso, etc., alla scoperta dei sistemi di difesa del bestiame adottati dai pastori locali tramite l’impiego dei cani da guardiania, ho deciso di dare inizio ad una serie di viaggi negli Stati Uniti per ottenre un'ulteriore conoscenza di questo carnivoro che, da alcuni anni, è ritornato a vivere sulle nostre montagne.

Nonostante in questi ultimi 50 anni, molti stati americani abbiano assistito ad una drastica riduzione del numero di capi di questo carnivoro, dovuta ad un irragionevole abbattimento di massa ad opera di cacciatori di pelli, (spesso bracconieri, unicamente interessati a ricavarne le pelli ed i trofei da poter vendere in tutto il mondo), non credo esista altro luogo del mondo nel quale sia stato studiato così approfonditamente il comportamento del lupo, con il principale obiettivo di volerlo reintrodurre dove risulta estinto, considerata la convinzione che hanno molti biologi sui notevoli benefici che possa offrire all’intero ecosistema.

Alcuni sperti che ho incontrato in questo mio viaggio, mi hanno spiegato come la drastica diminuzione del numero di lupi negli USA (da oltre 50.000 capi in passato a poche migliaia di oggi) abbia favorito un sensibile aumento di cinghiali, causando danni incalcolabili a molte aree coltivate, così come una soprapopolazione di sciacalli e di volpi, i quali stanno annientando varie qualità di uccelli e piccoli roditori. In ugual misura, varie specie di uccelli necrofagi molto diffusi nelle praterie americane, si stanno ormai estinguendo poiché non trovano più le carcasse di animali con le quali cibarsi e poter sopravvivere.

In molte zone, i cervi ed altre specie di ungulati si sono popolati così massicciamente da riuscire ormai a consumare quantità incalcolabili di salici e di betulle, per secoli destinate invece all’alimentazione di altri animali tipo i castori, ottimi per la creazione dell’habitat ideale di varie specie di pesci e di piccoli anfibi estremamente utili alla biodiversità. Da quanto sostenuto da molti negli USA, pare proprio che il lupo, oltre a non potersi considerare un animale pericoloso per l’essere umano, risulti provvidenziale per un armonioso equilibrio di tutto l’ambiente naturale.

Negli Stati Uniti, il lupo grigio (progenitore del nostro lupo italiano, seppur di dimensioni superiori) risulta oggi uno degli animali più studiati dai ricercatori, tanto da averne ormai prodotto un numero di libri di gran lunga superiore a quelli dedicati ad una qualsiasi altra specie animale. In quel continente è molto facile incontrare persone che si occupano di lupi, sia biologi riconosciuti dal mondo scientifico ufficiale (pur essendo in gran parte autonomi, autofinanziati e non sostenuti con denaro pubblico, come avviene in Europa), sia studiosi appartenenti alle varie tribù dei pochi nativi americani ancora rimasti, sia semplici appassionati che hanno deciso dedicare la loro vita ai lupi, impiantando strutture gestite da volontari nelle quali vengono allevati e/o gestiti lupi in cattività, spesso recuperati da realtà poco felici.

Un aspetto molto entusiasmante della realtà americana è senza dubbi la disponibilità (solitamente poco riscontrabile in Italia) di tutti gli esperti di lupi nell’offrire informazioni dettagliate a chiunque intenda occuparsi di questo animale. In cambio di piccole donazioni destinate ai vari centri, o di lavoro volontario con gli animali, sia i biologi più famosi che altre figure meno riconosciute, si manifestano sempre ben disposti ad offrire le loro conoscenze, tanto da rendere l'approccio con questo animale molto più abbordabile che altrove.

In questo viaggio, le mie ricerche si sono concentrate sia su alcuni personaggi segnalatemi dall’amico Prof. Kurt Kotrschal, ricercatore e docente all’Università di Vienna, sia su altri con i quali intrattenevo da tempo frequenti rapporti epistolari. La prima parte dei miei studi li ho svolti in alcuni centri situati sulle famose Rocky Mountains (le Montagne Rocciose) del Colorado, zona in cui il lupo si è purtroppo estinto ma si sta facendo molto affinché venga reintrodotto, per poi spostarmi nel nord del Minnesota, ai confini con il Canada ed infine nell’Indiana dove si trovano ottimi centri di ricerca.

E’ stata per me un’esperienza molto intensa, ricca di emozioni e di nuove cose imparate su questo animale incredibilmente misterioso, spesso incomprensibile anche per chi lo studia da decenni: non esistono veri esperti di lupi che accettano di essere chiamati “esperti di lupi”! Molti centri di ricerca allevano cuccioli di lupo in cattività, allattandoli artificialmente fin dai primi giorni di nascita, per poi destinarli a diventare degli “ambasciatori” della specie selvatica, ovvero soggetti molto più socializzati con gli esseri umani, rispetto a quelli cresciuti in natura.

In certi casi è addirittura possibile avvicinarli ed avere con loro delle vere e proprie interazioni, a patto che si sappiano rispettare alcuni accorgimenti.  Altri centri si limitano invece al solo mantenimento di lupi presi in adozione dalle situazioni più disparate, solitamente meno idonei ai rapporti sociali con l’essere umano e per i quali è indispensabile adottare particolari accorgimenti affinché il loro stato di cattività risulti il meno gravoso possibile.

Secondo quanto riferitomi negli USA, convivere bene con la presenza dei lupi è assolutamente possibile anche per gli allevatori di bestiame, sempre che gli stessi accettino di ricorrere ad alcune strategie di sicurezza, tipo l’adozione di efficaci cani da guardiania. Risulta però estremamente importante la qualità dei cani adottati, molto più del loro numero, questo perché il lupo è un carnivoro estremamente specialistico con incredibili capacità di adattamento all’ambiante in cui vive.

Se il lupo capisce che nell’ambiente in cui si sta riproducendo, il sistema meno rischioso per la sua sopravvivenza consiste nell’attaccare il bestiame domestico condotto dagli allevatori nei pascoli (piuttosto che impegnarsi nella caccia degli animali selvatici), inizia a specializzarsi meticolosamente in questa strategia e le sue predazioni alle greggi ed alle mandrie aumenteranno ogni anno di più.

La nostra realtà italiana, così intensamente urbanizzata, risulta fra l’altro molto favorevole allo sviluppo di questa tendenza, questo perché la limitazione delle aree in cui è costretto a muoversi il predatore selvatico, non gli consente di organizzarsi in branchi di grande entità, molto più idonei a cacciare gli ungulati selvatici. Stesso principio varrebbe qualora si optasse per uno sporadico abbattimento di qualche capo, tale provvedimento non servirebbe ad altro se non ad incrementare l'incrementarsi delle predazioni sul bestiame.

Anche tutti gli studiosi di lupi americani sono convinti che l’unico sistema affinché il lupo non si specializzi nella predazione del bestiame domestico, sia l’adozione dei cani da guardiania Anti Lupo, ma non soggetti qualsiasi purché appartenenti ad alcune razze consigliate (come si sta facendo credere da tempo agli allevatori ancora poco esperti sull’argomento), bensì cani appositamente selezionati in base alle loro singole qualità nel saper REALMENTE proteggere gli animali custoditi.

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