Viterbo CRONACA

Il sistema determina l’ora, il luogo e la durata di ogni fase della trasfusione, l’identità del paziente che la riceve e degli operatori presenti.

Per garantire un elevato standard di sicurezza trasfusionale, il Servizio di medicina trasfusionale (Simt) dell’ospedale di Belcolle ha recentemente adottato un innovativo sistema informatizzato di verifica della identità del paziente che riceve la trasfusione, in maniera certa, denominato “Secure blood” con il quale l’intero percorso trasfusionale risulta tracciato.

Nello specifico il sistema determina l’ora, il luogo e la durata di ogni fase della trasfusione, l’identità del paziente che la riceve e degli operatori presenti.

“La trasfusione di sangue è un atto che ha salvato e salva molte vite ogni giorno – spiega il responsabile della qualità del Simt, Roberto Gasbarri -. Il Secure blood rispetta gli standard della sicurezza trasfusionale, come stabilito dagli ultimi decreti, e utilizza dei terminali elettronici in dotazione ai reparti che registrano, in occasione del prelievo per le prove pretrasfusionali, i dati del paziente e poi li verificano al momento della trasfusione assieme alle unità di sangue da trasfondere”.

Ciascun terminale è dotato di un rilevatore di impronta digitale per il riconoscimento dei pazienti e degli operatori e di un lettore bar-code per la registrazione della richiesta trasfusionale, dei campioni di sangue e degli emocomponenti. In caso di incongruenza dei dati tra quanto registrato al momento della richiesta trasfusionale e al momento della trasfusione (errato riconoscimento del paziente o errata identificazione dell’unità da trasfondere), il sistema va in blocco obbligando l’operatore di reparto ad avvisare il Simt per la verifica dei dati.

Il sistema è stato implementato in 17 unità operative dell’ospedale di Belcolle e in 12 unità operative degli ospedali della provincia (Tarquinia, Montefiascone, Acquapendente, Civita Castellana e Ronciglione). La sua introduzione a regime ha richiesto un intervento formativo di tutto il personale del Servizio di medicina trasfusionale e delle stesse unità operative coinvolte nel progetto.

“Grazie alla sensibilità professionale e all’impegno personale di tutti i medici, i tecnici e gli infermieri coinvolti -conclude Gasbarri -, nonché del personale del Centro elaborazione dati della Asl, l’utilizzo di questo nuovo sistema di sicurezza è avvenuto in modo rapido ed efficace. L’introduzione del Secure blood, pur con tutta la sua importanza, costituisce un elemento di un progetto complesso di profonda riorganizzazione del Simt di Belcolle, avviata all’inizio del 2018, che ha consentito di superare la verifica regionale di accreditamento da parte del Centro regionale sangue – Centro nazionale sangue e di proiettare il servizio verso una certificazione di qualità alla norma ISO 9000-2015”.

 

 

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