Viterbo CRONACA Una repubblica partitocratica che va verso la dittatura
di Claudio Santella

 

Cassandra

Ma che “simpatica canaglia” la Sua Cassandra, principessa e profetessa inascoltata di sciagure, signor Direttore.

Questa bellissima e disgraziata fanciulla, dotata di una bellezza completa, cioè a dire nel fisico e nello spirito, e nel contempo condannata a non essere creduta, afferma di non essere esperta di diritto, ma nei suoi vaticini parla di Kulturnormen e di norme imperfette.

Sono espressioni di pertinenza giuridica che tradiscono la modestia di questa simpatica profetessa la quale scruta con mirabile attenzione il futuro e di contro si distrae quando rivolge lo sguardo al passato.

“Kulturnormen” è il nome di una teoria, elaborata ai primi del ‘900 da Max Ernst Mayer, in base alla quale il diritto dovrebbe conformarsi il più possibile alle “norme di cultura” ossia alle norme sociali diffuse nella collettività in un dato momento storico. Per dirla in parole povere la teoria del Kulturnormen sostiene che una norma sarà tanto più rispettata quanto più sarà sentita e ritenuta giusta dalla gente.

Le leggi imperfette, invece, trovano la loro origine addirittura nel diritto romano dove le “leges” si distinguevano in “perfectae”,” minus quam perfectae” ed “ imperfectae” a seconda che dichiarassero nullo l’atto compiuto in trasgressione di esse, o stabilissero una pena al trasgressore senza annullare l’atto di questo, o non contenessero alcuna sanzione.

Ambedue i riferimenti tradiscono la nostra Cassandra, ma le sue sono bugie dette a fin di ben e le sue affermazioni sono inappuntabili; e lo sono perché ha ragione, ed ha ragione da vendere… Una Cassandra bugiarda allora? Vede signor direttore, già cominciamo a non crederle…

E poi quell’accenno alla “apusia di giustizia” è di una precisione ineffabile che definisce appieno il concetto espresso. “Apusia”, una parola probabilmente inesistente nella lingua italiana, una parola che significa assenza, che è di più di mancanza, perché una cosa può mancare, ma essere altrove, se è assente invece significa che non c’è (α privativo e οπου=dove - απουσια =assenza). Assenza anche nel dna. Brava, brava Cassandra, peccato che tu non sia ascoltata.

Ed è proprio per questa apusia di giusizia, che ci troviamo nella situazione in cui ci troviamo. Siamo maestri del diritto teorico, ancor più maestri nel disapplicarlo.

Ed è proprio questa apusia di giustizia, che ha dato e dà la forza ai vari "lorsignori” del passato e del presente di agire tranquilli alla barba del diritto scritto, nella certezza che resteranno indisturbati.

La nostra Cassandra, nella signorilità di una principessa e da vera profetessa non è scesa nei particolari, si è limitata a predire sciagure in senso lato, ciononostante è stata molto chiara, soprattutto quando ha indicato a Renzi come effettuare le riforme, e, tanto per non far credere che le sue idee fossero campate in aria, ha citato Zaghrebelsky, Cossiga e Napolitano.

Se avesse fatto cenno anche a De Gaulle, che fece come suggerito dalla nostra inascoltata vaticinatrice, avrebbe portato anche un esempio concreto a conferma dei suoi suggerimenti. Noi, però, non abbiamo un De Gaulle: peccato!

Renzi, però, al contrario di De Gaulle, non vuole solo le riforme, vuole anche e soprattutto il potere, e le riforme, di conseguenza, le vuole a suo uso e consumo: quando sarà riuscito a ripartire la gestione del potere con il suo partito e con qualche altro sostenitore, memore di una famosa poesia di Trilussa darà il via alle stesse festeggiando il tutto con cucchiaiate di incenso che getterà sul fuoco.(1)

Ecco perché la nostra Cassandra afferma che Renzi la sa lunga, ma non la sa raccontare.  Se così non fosse il nostro Presidente del Consiglio avrebbe già preso provvedimenti concreti atti a risollevare l’economia a beneficio della popolazione; avrebbe contestualmente adottato altri identici provvedimenti per una drastica riduzione delle spese; avrebbe messo un limite alle troppo numerose retribuzioni faraoniche ed alle altrettanto svariate ed ingiustificate prebende politiche, chiamate con i più svariati epiteti tranne che con quello che è loro più appropriato: “insostenibili”.

Ma Renzi, almeno finora, si è rivelato più amante del consulere che del facere, anche se vuole che si faccia come lui dice.

 A mio sommesso avviso, quando Cassandra cita la frase Zaghrebelsky “La Costituzione è un insieme di norme che un popolo si dà quando è sobrio per osservarle quando è ubriaco”, credo che voglia rivolgersi a chi ha la facoltà di cambiare la Costituzione e non certamente ai singoli cittadini sparsi per tutto il territorio nazionale che certamente tale facoltà non hanno.

Altrettanto sommessamente credo che Cassandra tema che la realizzazione di alcune desiderata di Renzi, come ad esempio la riforma del Senato, siano strumentali ad una gestione troppo personale del potere da parte del Capo del Governo, una gestione che si paventa assolutistica se Renzi, come tenta con un’altra mossa, riuscirà ad avere la maggioranza assoluta alla Camera grazie ad un premio di maggioranza che sembra dia fastidio quando ne beneficiano gli altri e che invece viene visto come indispensabile quando a beneficarne è chi è al governo. Del resto sembra che voglia trasformare anche la Camera dei deputati a strumento del Capo del Governo. Attenzione.

Il Bicameralismo perfetto ebbe un senso per i nostri padri costituenti, fu ritenuto garanzia di equilibrio e mezzo perché non si assurgesse ad un’altra figura dittatoriale della quale si erano appena liberati; certamente c'è anche il rovescio della medaglia, ma questo dipende dalle persone che vi attingono ed una eventuale modifica merita una attenta valutazione: adesso “lorsignori” sembrano dimenticarsene e vogliono relegare una camera, la più augusta, al ruolo di una vera e propria pertinenza: ritengo sia troppo.

Vadano i “plauditores” del novello Vate e rileggersi i vari lavori dei padri assembleari che diedero vita alla Costituzione e si concedano delle profonde riflessioni. Non manifestamente infondato è il timore che questo modo di agire possa preparare la strada per una dittatura. E Cassadra, purtroppo, sostiene il mio timore.

Al momento l’unica speranza di frenare questo nuovo culto della personalità, al quale è quasi naturale che un popolo disagiato e stremato si abbandoni, è costituita dal referendum popolare al quale le riforme costituzionali dovranno essere sottoposte se non raggiungeranno la maggioranza qualificata prevista.

Da un esame, seppure epidermico, si può notare che il rischio che si raggiunga una maggioranza qualificata c’è: i vari partiti della maggioranza sono d’accordo; Berlusconi, che è lì illegittimamente, dà il suo assenso da dietro le quinte complice il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura che, anziché pretendere l’osservanza delle sentenze di quest’ultima, fa finta di niente; non resta che sperare in Grillo perché questo quorum non sia raggiunto e perché sia data al Popolo la possibilità di esprimersi.

Renzi non deve mai dimenticare che è lì non per legittimazione elettorale, ma per una serie di raggiri ed artifici politici: non può alzare la voce e battere i pugni sul tavolo ogni volta che viene contraddetto contrabbandando i voti europei per voti politici, sia perché chi lo contraddice ha comunque un mandato elettorale, sia perché quelle sue auspicate riforme non sono ancora in atto ed il potere legislativo non è ancora, almeno formalmente, al servizio del potere esecutivo.

Per forzare la mano, metterà, quando lo potrà, la fiducia, e costoro, anziché ricordarsi che rappresentano il Popolo, gliela daranno. E gliela daranno con le giustificazioni più assurde.

Ma ve lo figurate Renzi, miei cari venticinque lettori, una volta raggiunto il suo scopo? Probabilmente si metterà il fez, magari rosso e con lo scudo crociato al posto del fascio, ma addio democrazia. Sarà proprio il caso di rievocare il famoso brocardo “lo scudo a chi governa, la croce al popolo”

Certo questa democrazia sta dando il peggio di sé e sembra una barzelletta, ma se si facessero le riforme seguendo i suggerimenti di Cassandra, sarebbe tutta un’altra cosa.

Perché Renzi, non lascia queste auspicate riforme ad una assemblea costituente appositamente e liberamente eletta e non si dedica all’attività governativa.

E’ andato al Parlamento europeo, ma non ha ottenuto in quella sede il successo che vuole contrabbandare di aver ottenuto, tanto vero che, in buona sostanza, gli hanno fatto subito notare che non aveva potere di acquisto e che forse era opportuno che curasse la riduzione del proprio debito prima di salire in cattedra e far lezione.

Intanto che Renzi & C disquisiscono sui loro interessi mascherandoli da riforme istituzionali la situazione economica italiana non cambia: le caste continuano a mantenere ed ad incrementare i loro privilegi e le loro agiatezze, il resto del popolo deve contribuire sempre di più con altri balzelli.

Caro Matteo, se tiriamo le somme le tasse sono ancora aumentate, il reddito reale è diminuito... ...siamo arrivai al punto che un onesto lavoratore si augurerebbe volentieri di poter guadagnare quanto un dirigente, più o meno alto, dovrebbe pagare di tasse... vedi un po' Tu...

Non voglio stare qui ad elencare ciò che ha fatto o ciò che non ha fatto Renzi; ma mi sia lecito chiedermi quanti sono i politici che hanno risentito economicamente della attuale crisi? Quanti sono i politici disoccupati o che non sono riusciti a trovare un posto di lavoro?

Quanti sono i figli dei vari “lorsignori” che si trovano senza lavoro e con un futuro incerto”?

Come spiega Renzi, al Popolo italiano ed al Parlamento europeo, le retribuzioni dei nostri parlamentari, che sono le più alte d’Europa pur avendo l’Italia un reddito pro capite inferiore a molti altri Paese europei?

Come spiega l’aumento della retribuzione del Capo dello Stato, a fronte delle falcidie alle varie pensioni e retribuzioni dei cittadini sovrani?

Come spiega l’entità del tasso di crescita del nostro Pil?

Come spiega il nostro tasso di inflazione, che è in aumento così come in aumento è il tasso di disoccupazione?

Questi ultimi indicatori non esprimono forse, in termini quantitativi, i fenomeni più importanti dal punto di vista dell’intero sistema economico, e cioè la formazione del livello della produzione e del reddito globale del sistema, del livello generale dei prezzi, del livello di occupazione.

Come spiega tutto ciò e come potrà spiegarlo se anziché pensare a risolvere queste cose basilari si distrae con le riforme istituzionali che, lo ripetiamo fino alla noia, è opportuno, anzi è doveroso che vengano assegnate ad apposita assemblea costituente. Ma di ciò è stato detto abbastanza.

Per chiudere mi sia consentita una simpatica chiosa al “Commento a Cassandra”, fatto da Aggì, una penna di tutto rispetto, ed apparso su “La Città” il 21 luglio corrente.

A me è sembrato che la nostra Cassandra, abbia voluto consentire più interpretazioni alle sue parole, del resto anche i grandi oracoli non scendono mai in particolari e sono piuttosto vaghi: alcuni scrivono sulle foglie, che il vento scompone, altri giocano sulle virgole... insomma tutti, chi più chi meno sono di non facile interpretazione; ma questo è il bello delle profezie.

Opinione personale naturalmente, magari influenzata dal fascino di questa bellissima principessa.


Claudio Santella


(1) NDR - L’idolo – L’Idolo disse:-Io penso/che in tutte quele nuvole d’incenso/c’è una prova d’amore e de fiducia;/ ma in quanti casi, l’omo che l’abbrucia,/m’affumica l’artare/ pe’ nun famme vedé le cose chiare!

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