Viterbo CRONACA tieniti pure stretta la tua tessera COOP
di Giuseppe Bracchi

 

Il giornalista Giuseppe Bracchi

Carissimo Luigi, innanzitutto grazie per aver avuto la pazienza di leggere il mio articolo.

Ma, passando subito al sodo, da quando in qua (e chi l’ha detto che…) è necessario far parte di Caffeina o presentare libri per avere un idea e l’autorevolezza di indicare al pubblico dei lettori  ciò che si ritiene personalmente un buon libro?

Certe “scoperte”, poi, ritengo sia necessario portarle a conoscenza dell’opinione pubblica, checché se ne dica o checché se ne pensi. Anche perché, nel passato, come nel presente certi Soloni o Catoni della Resistenza ancora credono di essere i soli autorizzati a dare lezioni di democrazia per una supposta superiorità morale (risus teneatis!!) e come diceva Andreotti hanno il colore verde della giovinezza finché non maturano, per poi diventare rossi.

E questo credimi non lo sopporto. Per te come per altri lettori (non tutti ovviamente) potrà anche essere un difetto, per me invece è un pregio. E quanto poi alla denuncia di coloro che sono corsi – come tu dici -  ad accaparrarsi i posti migliori caduto il Fascismo, beh.. a quell’epoca là denuncia non  è mai stata chiara e palese. E molta di quella stoira resta ancora da scrivere. Questo è il mio parere. E non solo il mio.

Quanto all’obbligatorietà all’epoca della tessera fascista, permettimi di non essere assolutamente d’accordo. In primis, per una vicenda familiare che mi ha toccato mi tocca personalmente. Mio nonno Gino era un socialista e per questo fu perseguitato ed arrestato dai Fascisti. Come vedi, per lui la tessera all’epoca non fu affatto obbligatoria.

Così come non fu affatto obbligatoria per Sandro Pertini, che io ho reputato e reputo uno dei migliori Presidenti della Repubblica della nostra storia. Così come non fu affatto obbligatoria per Antonio Gramsci, che anzi dai suoi… compagni di partito fu tradito e consegnato ai Fascisti per le note vicende interne al PCI e in relazione al Migliore (Palmiro Togliatti). E non fu affatto obbligatoria per tantissimi altri i quali hanno combattuto in nome di un ideale di libertà, lasciandoci la pelle.

Che poi La Repubblica o un certo Duccio Trombadori qualunque la pensino in modo contrario, beh… a me poco importa. Non sono mica i detentori della verità o dei GesuCristi in miniatura. Quanto al partito dei voltagabbana ti segnalo proprio il quotidiano La Repubblica, che da Craxi passò a De Mita e poi al Partito che non c’è, per finire a Prodi ed altri fallimentari Presidenti o ex Presidenti del Consiglio.

Al riguardo, ma senza presunzione alcuna ti segnalo – pur non facendo parte di Caffeina ma adorando il caffè, soprattutto alla napoletana, due libri: “Scalfari, l’intellettuale dilettante” e “La Repubblica di Barbapapà” di Giampaolo Pansa.

Per quel che mi riguarda continuerò a scrivere con lo stesso piglio e la stessa voglia che ho avuto fino ad oggi ed avrò ancora. E per finire, per quanto riguarda la storia, ritengo che le sue vicende e le sue testimonianze, non siano affatto merce da supermercato. Perciò tieniti pure stretta la tua tessera COOP.

Cordialmente.

Giuseppe Bracchi