Viterbo CRONACA Probabilmente non sono stato abbastanza chiaro
di Claudio Santella


Claudio Santella

Gentile Direttore, mi permetta, se crede, una precisazione in merito alle affermazioni fatte dal signor Luigi Torquati al riguardo di alcune mie espressioni fatte nella chiacchierata da Lei cortesemente pubblicata sotto il titolo "Le profezie di Casandra sul nostro futuro".

Per comodità di chi legge ora, ricordo che, in quella occasione, ebbi a richiamare una riflessione sul fatto che i nostri padri assembleari, riferendomi a quanti fecero parte dell'assemblea costituente, ebbero i loro motivi nello scegliere il bicameralismo perfetto.

Affermai, per la precisione che "Il Bicameralismo perfetto ebbe un senso per i nostri padri costituenti, fu ritenuto garanzia di equilibrio e mezzo perché non si assurgesse ad un'altra figura dittatoriale; adesso "lorsignori" sembrano dimenticarsene e vogliono relegare una camera, la più augusta, al ruolo di una vera e propria pertinenza: ritengo sia troppo. Vadano i vari "plauditores" del novello Vate e rileggersi i vari lavori dei padri assembleari che diedero vita alla costituzione e si concedano delle profonde riflessioni".

Non ho voluto dire con ciò che il bicameralismo perfetto deve essere mantenuto, ho voluto dire, come affermo più chiaramente in altra parte della chiacchierata, che, a mio sommesso avviso, è bene che le riforme le faccia una apposita nuova libera assemblea costituente, la quale potrà confermare o meno l'attuale forma di bicameralismo nella maniera che riterrà più consona ai tempi attuali e futuri.

Una riforma, aggiungo ora, che non può fare il Parlamento, sia perché non è sovrano, sovrano, infatti, è il Popolo, sia perché non è giudice terzo ed imparziale. (Costituzione formale/costituzione sostanziale).

Concordo con il signor Torquati che ormai alcune forme siano o possano ritenersi superate, e auspico degli adeguamenti costituzionali, ma degli adeguamenti a favore del Popolo, non a favore dei partiti e dei loro degni rappresentanti. Il mio non è un attaccamento al passato, è un invito ad agire con prudenza nel modificare le nostre norme fondamentali.

Concedendomi una digressione, mi permetto, in merito a ciò, di ricordare che la precedente riforma del titolo V della Costituzione, attuata con la legge costituzionale n. 3 del 2001, venne presentata ed accolta come la manna nel deserto: ora ci si accorge che non è quello che allora si volle far credere e che, con evidenti secondi fini, si introdusse troppo affrettatamente, e che, per gli stessi secondi fini, ora si vuol cambiare.

Andate a vedere come aumentò nell'occasione il debito pubblico grazie alle concessioni di quella riforma che mise il sigillo di ceralacca costituzionale alle precedenti leggi Bassanini sulla semplificazione amministrativa, che io chiamai allora, parafrasando il nome del suo ideatore, la riforma "Bestianini".

Fui additato con pollice verso: ora mi si dà ragione.

Perdonate la digressione e torniamo a noi.

Probabilmente non sono stato abbastanza chiaro, e mi scuso di ciò con il signor Luigi Torquati che ringrazio per l'attenzione prestatami e che cortesemente prego, unitamente ad altri che così mi apostrofano, di non chiamarmi professore: non lo sono, sono solo un sottovicesguatteroaggiuntoinprovalicenziabileadnutum.

Grazie di nuovo a tutti, a cominciare da Lei, gentile signor Direttore.

Claudio Santella