Viterbo CRONACA Mai la guerra! Mai la guerra!
di Laura Ciulli

 

1927 c. - il monumento ai Caduti
a Bassano Romano

"Ricordiamo che tutto si perde con la guerra e nulla si perde con la pace. Mai la guerra! Mai la guerra!".

Così, con voce commossa Papa Francesco ha parlato nella grigia ed umida domenica di fine luglio all'Angelus in piazza san Pietro, affinché non si ripetano gli errori del passato, ma venga perseguita la pace attraverso il dialogo.

Ricorre infatti il 28 luglio il triste centenario della " Grande Guerra ", la Prima Guerra Mondiale.

Un conflitto originato da cause politiche, militari, economiche, contrasti fra gli Stati: la Francia voleva sottrarre alla Germania l’Alsazia e la Lorena, l’Italia voleva liberare Trento e Trieste dal dominio dell’impero austro-ungarico, Austria, Russia e Italia volevano espandersi nella zona dei Balcani.

In Europa si prospetta quindi, la triplice alleanza che comprendeva Germania, Austria e Italia e la triplice Intesa costituita da Francia, Gran Bretagna e Russia.

Per quanto riguarda le cause militari ci fu la corsa al riarmo, che vede la Germania impegnata da anni nella corsa ai grandi armamenti. Inoltre si era scatenata una gara economica e commerciale tra i  grandi gruppi industriali che  traevano enormi profitti dalla costruzione proprio di armamenti e navi.

A far scoppiare la scintilla, un grave fatto di sangue: l’attentato di Sarajevo avvenuto il 28 giugno del 1914, in cui l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero d’Austria e Ungheria, fu ucciso con la moglie da un nazionalista serbo.

In realtà l’Austria voleva conquistare la Serbia, mentre  la Germania appoggiava l’Austria e la Russia sosteneva la Serbia.  Così l'Austria dichiarò guerra alla Serbia il 28 luglio del 1914, con da una parte, gli Imperi centrali cioè l’Austria-Ungheria e Germania cui si unirono poi l’impero turco e la Bulgaria; dall’altra le potenze della Triplice Intesa cioè l’Inghilterra, Francia, Russia più la Serbia e gli altri Stati.

L’Italia si dichiarò neutrale in quanto la maggioranza voleva che l’Italia restasse neutrale, tra i quali i socialisti che consideravano  il Grande Conflitto la guerra dei capitalisti, - la maggioranza dei cattolici e la Chiesa con a capo Papa Benedetto XV ed alcuni parlamentari liberali guidati da Giolitti, certi che l’Austria avrebbe ricompensato con dei territori la neutralità dell’Italia.
Gli  interventisti, invece, erano favorevoli ad entrare in guerra e ne appartenevano  i nazionalisti tra i quali Gabriele D’Annunzio, l’esercito ed i grandi gruppi industriali. 

Il 26 aprile del 1915 il governo italiano firmò a Londra un patto segreto con la Francia e Inghilterra, dove si impegnava a intervenire nel conflitto al loro fianco in cambio della promessa di notevoli acquisizioni territoriali.

Questo patto venne tenuto in segreto per ben due anni, e il 24 maggio del 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco delle potenze della Triplice Intesa. Subito dopo lo scoppio del conflitto, la Germania aveva invaso il Lussemburgo e il Belgio con l’intenzione di occupare la Francia. I tedeschi furono però fermati sul fiume Marna in una battaglia che causò 500.000 morti. Altro che guerra lampo!

Per ben quattro anni il conflitto  fu un susseguirsi di attacchi da una trincea all’altra, dove sul  fronte italiano ci furono gli  attacchi degli italiani contro gli austriaci sul fiume Isonzo, ma presto anche qui la guerra si fermò nelle trincee.

L’Italia affrontò la guerra in condizioni di grave impreparazione, basti pensare che gli eroici soldati italiani non avevano l’elmetto indispensabile per i combattimenti in trincea. Fra il maggio e il giugno del 1916 l’esercito austriaco iniziò una sorta di spedizione punitiva, poiché gli italiani erano considerati  traditori, dato che  non avevano rispettato la Triplice Alleanza. Gli austriaci volevano penetrare nella pianura padana attraverso l’altopiano d’Asiago. L’esercito italiano, però, respinse l’offensiva e riuscì a conquistare Gorizia nell’agosto del 1916.

La Germania affrontò la marina inglese nella battaglia dello Jutland, ma la battaglia non permise  di sottrarre agli inglesi il dominio dei mari. Così i tedeschi intensificarono la guerra sottomarina contro tutte le navi sospettate di portare rifornimenti agli avversari, come con l’affondamento del transatlantico Lusitania, che causò la morte di un migliaio di persone, fra cui 124 cittadini statunitensi e ciò provocò proteste e gli Stati Uniti entrarono nel conflitto a fianco dell’Intesa. 

Nel frattempo in Russia esplose una rivoluzione che abbatté il regime dello zar:  la " Rivoluzione sovietica di ottobre".

Per evitare l’invasione del proprio territorio, la Russia uscì dalla guerra e il 3 marzo del 1918 la pace di Berst-Litovsk, stabilì le condizioni della resa, con la Russia cedeva alla Germania la Polonia e i Paesi Baltici e  riconosceva l’indipendenza dell’Ucraina.

Laura Ciulli