Viterbo STORIA i grandi lacerti di affresco sono particolarmente pregevoli
di Abbondio Zuppante

 

Mi permetto di intervenire sull’argomento sollevato da Lacittà.eu di ieri avendo avuto, non molto tempo addietro, la fortuna di visitare il locale che sovrasta la sala Gualterio del Palazzo Papale.

L’ambiente, avanzo di una ristrutturazione che ha ribassato il soffitto della sala sottostante, è molto suggestivo e i grandi lacerti di affresco sono particolarmente pregevoli da meritare ampiamente il recupero da più parti invocato.

Questi tra l’altro ci restituiscono forse il più antico stemma dipinto del Comune viterbese, nel loro intento celebrativo in subordine a quelli di Bonifacio VIII (papa dal 1294 al 1303) che, di conseguenza, datano gli affreschi.

 

Più complicato è capire se quell’ambiente, o meglio l’odierna sala Gualterio, della quale il locale in questione costituiva la parte più alta, possa aver ospitato il famoso conclave del 1268-1271.

Vari elementi contrastano con questa ipotesi.

Scontata dall’evidenza cronologica la posteriorità della decorazione alle vicissitudini del lungo conclave, la sala, ciò nonostante, potrebbe essere stata ugualmente utilizzata allo scopo.

Più difficile da conciliare con la storia del conclave viterbese è la copertura della sala in questione che verosimilmente avrebbe dovuto essere sormontata soltanto da un tetto.

Nel caso dell’ambiente soprastante la sala Gualterio invece, all’altezza di circa 2,5 metri dall’attuale piano di calpestio, ovvero subito al disopra dei lacerti di affresco, si osservano con chiarezza le tracce di un solaio che divideva il salone da un piano superiore.

Tale ulteriore livello – che a sua volta avrebbe dovuto essere coperto da un suo tetto – si affacciava sul tetto della sala detta del conclave con un maestoso loggiato di sette arcate a tutto sesto, ancora in situ sebbene tamponato quasi del tutto.

Delle quattro pareti, le due laterali al loggiato sono state abbassate in epoca imprecisata consentendo una nuova copertura con il tetto a due falde che oggi si osserva.

Le sette piccole aperture, in alto, che danno luce al locale ‘riscoperto’ corrispondono alle sette arcate chiuse.

D’altronde il palazzo è nato con un progetto unitario che è quello ancora oggi leggibile, confermato dalla storia e dalla tessitura muraria esterna: una parte più alta sormontata dalla loggia oggi chiusa e una più bassa, la sala del conclave, coperta dal tetto.

Dovrebbero perciò restare pochi dubbi su quale possa essere la sala scoperchiata per ordine di Raniero Gatti nel 1271.

Abbondio Zuppante


La sala vista dall'esterno del Palazzo papale

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