Acquapendente  CRONACA Noi non siamo assolutamente in soggezione nei confronti della Regione Lazio

 

Ricorso al TAR contro il Decreto 247, azione sinergica con il Comune di Amatrice e disponibilità alle dimissioni dell’intero Consiglio Comunale sono i tre punti fondamentali contenuti nel documento a difesa dell’ospedale di Acquapendente, approvato all’unanimità durante il Consiglio Comunale aperto che si è tenuto ieri, 19 agosto 2014, per discutere della situazione della struttura sanitaria.

“Il dovere di noi Amministratori – ha dichiarato il Sindaco Alberto Bambini – è quello di difendere il diritto alla salute dei cittadini, garantendo loro la presenza di tutti quei servizi di cui il territorio necessita.

Noi non siamo assolutamente in soggezione nei confronti della Regione Lazio e del Presidente Zingaretti, e continuiamo a portare avanti la nostra battaglia a difesa dell’ospedale senza guardare al colore politico di chi ha firmato questo assurdo decreto che sancisce il destino della nostra struttura sanitaria”.

Il Sindaco Bambini ha aperto il Consiglio Comunale ringraziando i numerosi cittadini presenti e facendo un excursus della storia dell’ospedale di Acquapendente e di tutte le azioni amministrative che sono state compiute negli ultimi anni a sua difesa, citando le tante deliberazioni di Consiglio Comunale, i documenti sottoscritti dalla Conferenza dei Sindaci del territorio, gli esposti alla Procura della Repubblica e le manifestazioni di protesta sia ad Acquapendente che a Roma.

“Noi siamo in completo disaccordo con il decreto commissariale – ha continuato il Sindaco – perché indica per Acquapendente la trasformazione dell’ospedale in Casa della Salute, una struttura diversa da quella che noi abbiamo proposto nei vari incontri avvenuti nei mesi precedenti, l’ultimo proprio a metà luglio, pochi giorni prima che il decreto venisse firmato dal Presidente Zingaretti.

Non capisco perché in quel decreto Acquapendente non rientra tra le zone disagiate, come avviene invece per Monterotondo, Subiaco e Bracciano. Noi, come Amatrice, siamo stati esclusi da questa classificazione, quando invece abbiamo tutti i requisiti per tale riconoscimento. Altri Comuni avranno quindi dei servizi in deroga a questo decreto, in quanto afferenti a zone disagiate, proprio come noi avevamo sempre chiesto.

L’Amministrazione Comunale, ripeto, non ha alcun timore reverenziale verso la Giunta Zingaretti, quindi andremo avanti fino in fondo per dotare il territorio dell’Alta Tuscia di servizi adeguati, almeno per cercare di non morire mentre si tenta di raggiungere il pronto soccorso di Belcolle (oltre un’ora) e per evitare ai cittadini i pellegrinaggi per le strutture del Lazio.

Inoltre, la preoccupazione aumenta anche per il fatto che mentre noi discutiamo su quale futuro dare al presidio, la Direzione Generale continua a togliere personale dalla struttura aquesiana indebolendo o eliminando continuamente i servizi esistenti.

Sono consapevole del fatto che l’ospedale come lo concepivamo 20 anni fa non è più attuabile, ma ci devono spiegare perché nel Decreto 247 Acquapendente non è tra le zone disagiate e come pensano di abbattere la mobilità passiva che andrà sicuramente ad aumentare”.

Dopo gli interventi dei Consiglieri presenti e di alcuni cittadini che hanno voluto esprimere le loro preoccupazioni sul futuro dell’ospedale, era presente anche il Consigliere Regionale Barillari, il Sindaco ha letto il documento votato poi all’unanimità in cui si rimarca la contrarietà a quanto disposto per Acquapendente nel Decreto 247 e si indicano tre azioni fondamentali che saranno portate avanti a difesa dell’ospedale: innanzitutto il ricorso al TAR contro il decreto commissariale, la definizione di un’operazione sinergica con i comuni limitrofi ed anche con il Comune di Amatrice per rivendicare il diritto ad essere riconosciuti come zone disagiate, e in ultima istanza la disponibilità a rassegnare le dimissioni da parte del Consiglio Comunale.

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