Viterbo
CRONACA

Due fratelli di Viterbo, titolari di una nota concessionaria, denunciati per truffa ed appropriazione indebita al termine di un’operazione congiunta con la Polizia Stradale.

L’espediente era semplice: dar vita ad una azienda con un nome diverso da quella precedentemente attiva nello stesso settore (fatta fallire) ed intestata a diverse persone.

In questo modo, oltre a sottrarsi alle richieste di risarcimento delle decine e decine di persone truffate, i fratelli M. e L. L., rispettivamente di anni 35 e 42, entrambi originari del viterbese e da anni attivi nel commercio e nel noleggio di autovetture, anche di alta gamma, sono riusciti a portare avanti per molto tempo, praticamente indisturbati, un illecito commercio di veicoli di lusso, il tutto a danno dei tanti clienti in buona fede.

A collaborare con i due fratelli, anzi ad avere un ruolo fondamentale nell’organizzazione, è risultato essere il padre, C.L., di anni 70, originario del nuorese ma anch’egli residente a Viterbo.

Notevole il giro d’affari. Secondo le stime fatte dagli investigatori della Sezione Polizia Stradale di Viterbo (coordinati dal Comandante Zaccaria) e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Viterbo (al Comando del Ten. Col. Domenico Costagliola), solo negli ultimi anni sarebbero stati realizzati guadagni illeciti per un ammontare superiore al milione di euro.  

Tanto semplice, quanto spregiudicato ed efficace il modus operandi accertato a conclusione dell’operazione denominata “Game Over”.

Si va dalla vendita di automobili intestate a società di leasing, all’insaputa delle stesse e grazie al confezionamento di falsi certificati di proprietà, al noleggio di vetture ricevute da ignari clienti e lasciate in concessionaria per essere esposte per la vendita.

In un caso, addirittura, l’automobile lasciata in conto vendita è stata noleggiata per più di un mese ad un napoletano privo di patente. Alcuni clienti, oltre ad aver dovuto pagare le contravvenzioni commesse da altri a bordo delle proprie autovetture durante i periodi di noleggio, hanno dovuto fare i conti anche con la evidente svalutazione della macchina derivante dalle migliaia di chilometri percorsi.

Attraverso mesi di intercettazioni telefoniche e grazie alla tracciatura dei movimenti di decine di autovetture tramite apparecchiature G.P.S., gli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia Stradale hanno scoperto una complessa organizzazione fatta di prestanome,  di ditte fantasma e di falsi documenti, ma soprattutto di un via vai di autovetture (tra cui anche diverse Ferrari), spesso dal rilevante valore commerciale, dalla cui vendita i due fratelli sono riusciti ad intascare, per anni, notevoli guadagni illeciti.

Alla fine ben dieci persone sono state denunciate dagli investigatori. Tutte dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita ed alla truffa.