Salvatore Moschella

UNA VISITA ALL’UNIVERSITA’ MEDITERRANEA DI REGGIO CALABRIA “FACOLTA’ DI ARCHITETTURA “
Un grande piacere è stato quello di accompagnare, qualche settimana fa, il mio amico Carlo Lotti, anni fa proveniente da Ronciglione,
filosofo crociano naturale, nonché pittore astrattista, fondatore nel 1970 del movimento artistico culturale
<<La Diagonale Rossa>>


Una nuova forza di decostruzione per tutto quello che stancamente l’arte riponeva
in forme sterile ed accademiche. Così descriveva la nuova arte di Lotti il critico d’arte Elio Mercuri “Con
l’esempio e la serietà del proprio lavoro, Lotti genera spazi di creatività e di libertà ovunque”, ad un incontro
con l’insigne professore, Ottavio Amaro, specialista in composizione Architettonica e Territorio, docente
presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dove svolge, tra l’altro, attività di ricerca sia sul piano
teorico urbano che applicativo, sulle principali questioni che riguardano il dibattito urbano e architettonico
nazionale ed internazionale in relazione alle trasformazioni dei contesti naturali e artificiali della realtà del
Meridione.

Come nasce questo incontro con il docente universitario? dalla lettura occasionale di un articolo
apparso sulla rivista turistica bimestrale (giugno- luglio 2020)” Meridiani” dedicato alla Calabria, dal titolo
<<Visioni>> di Donato Marrazzo, specialista in soluzioni architettoniche. L’articolo si sofferma,
principalmente sui borghi abbandonati e sulla magia che si crea attorno ad essi e dove il presente ed il
passato si rinnova nella natura, nella ricchezza della biodiversità, nelle consuetudini che si tramandano,
nelle rovine della storia e nelle macerie che si accumulano. Ed ecco dove entra il prof. Amaro e prima di
esso la professoressa Marina Tornatora, citati entrambi nell’articolo, anch’ella docente universitaria, esperta
di progettazione urbana e paesaggistica che, in riferimento ai borghi abbandonati, così si esprime: La
soluzione non sta sempre nella conservazione dei luoghi come fossero musei. Le rovine devono mantenere
una propria dialettica con il nuovo, seguendo dinamiche più contemporanee. Questa è una materia che
piace molto al pittore Lotti.

Alla stessa maniera si esprime il Prof. Amaro che concentra la sua ricerca applicativa Universitaria sui
“Paesaggi in divenire”, cominciando, a suo dire, da Bova, centro grecanico destinato a scomparire se non si
interviene urgentemente con progetti innovativi che ne conservino l’essenza e diano forma “all’assenza “, a
ciò che non c’è più.
Amante come sono della nostra terra di Calabria, e altrettanto l’amico Lotti, che se innamorò dopo
averla scoperta alcuni anni fa, infatti, egli proviene da Ronciglione in provincia di Viterbo, il quale venuto in
vacanza, assieme alla moglie reggina, decide di restare per godere della bellezza paesaggistica mediterranea
e del mito greco che questa terra emana da qualsiasi angolo si guarda e si ammira. Ed ecco il nostro
interesse per il professore Amaro, reggino puro, che ha deciso di restare in Calabria, come egli stesso ci ha
confidato, per portare il suo contributo fattivo alla soluzione dei problemi che attanagliano questa nostra
martoriata Regione, e sicuramente lo farà mettendo a disposizione tutto il suo sapere.
È bastata una telefonata dell’amico Lotti, previa presentazione, ed il professore ha accolto con tanta
disponibilità e cortesia la nostra richiesta di un incontro.

Naturalmente, ci siamo presentati all’appuntamento in perfetto orario. Il professore era già lì ad
attenderci, facendoci subito accomodare in uno studio biblioteca. Tanti erano i libri in bella mostra, che
abbiamo creduto in un primo momento di trovarci in una delle tante biblioteche dell’Università, fin tanto
che il professore non ci ha chiarito che si trattava del suo studio e dei suoi libri, dove, tra l'altro, un lungo e
largo tavolo primeggiava al centro della camera e lì ci accomodammo. Non nascondo la mia emozione nel
vedere il professore dall’altro lato del tavolo ( per problemi di sicurezza contro il Covid bisognava mantenere
le distanze) sono ritornato in dietro con la memoria e mi son rivisto giovane studente universitario alle
prese con i miei esami e dinnanzi a me non c’era il professore Amaro, ma i tanti professori dell’Università di
Messina- facoltà Economia e Commercio, che anno dopo anno mi hanno preparato ed esaminato
accompagnandomi fino alla laurea.

L’emozione è durata per un po', non riuscivo a parlare, meno male che l’amico Carlo ha preso la
parola illustrando al professore il motivo del nostro incontro ed una breve biografia sulle nostre esperienze
professionali e soprattutto il nostro interesse per la Calabria nel volerla vedere progredire e quanto
l’Università in generale stesse facendo in tale direzione.

Prima di iniziare il colloquio l’amico Lotti volle regalare al professore un suo quadro di pittura
astratta, eseguita a pastello, rappresentate il Pi greco, che simboleggia per il pittore – filosofo- l’essenza
stessa della vita e tutto ciò che rappresenta per l’uomo vista nel trascendentale. A mia volta ho donato il
mio ultimo libro dal titolo accattivante, se lo rapportiamo all’oggetto dell’argomento che avremmo discusso
da lì a poco, “Parra come ti ‘mparau to mamma” che il mio prefatore, Carlo Lotti, ha definito uno “
Zibaldone laico” per la varietà, cospicua dei temi affrontati: dalla storia di Reggio, dai suoi dialetti, dagli
aforismi, ai proverbi e addirittura a una serie di “vocabolari” che ben definiscono i vari idiomi stratificatisi
nei secoli nelle parlate delle popolazioni calabresi, che ha destato l’interesse del prof. Amaro quale ausilio
alla sua ricerca sull’antico paese di Bova. Unica imprecisione letteraria, dovuta all'emozione di trovarmi di
fronte al professore: nello scrivere la dedica non riuscivo a trovare le parole giuste, pertanto, in quel
momento ho scritto emerito, aggettivo non corrispondente al professore che al contrario svolge un'intensa
attività accademica. Mi auguro che il professore mi scusi per l'involontario errore.

Alla domanda del
perché la Calabria non decolli e non sviluppi il suo potenziale umano ed economico soprattutto nel settore
turistico, in cui ha una vocazione naturale, ovvero perché non accresca il settore agricolo valorizzando
sempre più i suoi prodotti di pregio che sono tanti, ovvero ancora non eserciti il suo potere culturale che
deriva, tra l’altro, dall’avere questa regione da parecchi anni tre importanti università: di Cosenza,
Catanzaro e Reggio, che dovrebbero rappresentare una fonte fondamentale per il suo sviluppo sostenibile
nel momento in cui la ricerca non solo teorica, ma anche quella applicativa, tra cui ancora la tecnologica
in genere e quella digitale in particolare , sono alla base delle materie di studio e dei programmi che in
esse si sviluppano, in sinergia spero con gli enti istitutivi territoriali pubblici e con le imprese private locali e
regionali. È proprio questo che manca, risponde il professore: la sinergia tra i vari Enti istituzionali pubblici e
privati. Il nostro Dipartimento produce con la sua ricerca, sia essa teorica che applicata, una mole di lavoro e
di risultati che potrebbero essere di grande utilità per la crescita dell’economia locale, solo se si ponesse un
po’ di attenzione da parte dei suddetti soggetti decisionali. Una pubblicazione di circa 5000 pagine è stata
messa a disposizione dell’Ente “Città Metropolitana” dove si indicano forme istituzionali dell’Ente stesso,
progetti organizzativi in ordine alle piante organiche del personale, e del lavoro, progetti ancora circa la
viabilità e le comunicazioni e l’uso delle infrastrutture esistenti e della loro valorizzazione e quelle nuove da
realizzare in relazione all’uso dell’aeroporto, del porto e delle stazioni ferroviarie, tutte al servizio della
collettività. La risposta è stata scarsa, per non dire nulla, sostiene il professore.

Il nostro compito precipuo, continua il professore, è quello di preparare dei bravi e competenti
laureati specialisti, preparandoli nei nostri laboratori di ricerca, che sono molto attivi, nella speranza che,
una volta terminati gli studi, non siano obbligati a lasciare la Regione in cerca di lavoro in quelle del Nord
Italia, se non all’estero. I sacrifici e le risorse impiegate per la formazione di questi giovani non verrebbero
così utilizzate in loco, ma verrebbero ad essere fruite da altre regioni o paesi che nulla hanno investito in
tale formazione.
Alla domanda perché la Governance universitaria non sia più determinata a chiedere risposte utili e
positive alle Istituzioni politiche regionali, ci viene risposto che la politica attualmente è attanagliata da una
crisi esistenziale, aggravata dalla pandemia del Covid 19, pertanto, può rappresentare, quest’ultima, per
tanti anche una giustificazione, se manca la volontà politica o le capacità decisionali, talvolta, appesantite
da una burocrazia ormai vetusta che andrebbe rinnovata, grazie anche al supporto del lavoro che
intensamente si svolge nei vari atenei regionali.

Leggiamo sulla rivista, “Sud e Futuri Magazine, di proprietà della fondazione “Magna Grecia” di cui il
fondatore è il reggino Nino Foti, già deputato nazionale, che la Calabria non ha un futuro perché
diversamente ne ha molti, tutti ugualmente interessanti, facendo diventare possibili quelli che fino a
qualche anno fa parevano impossibili, grazie all’uso della tecnologia, soprattutto quella digitale. L'apporto
dell’università diventerebbe in questo caso determinante se solo si creasse quella la rete di informazioni e
una maggiore sinergia. Solo così si debellerebbero quelli che sono i mali atavici della nostra realtà calabrese:
la mafia, i corrotti, una burocrazia malata, una classe dirigente inadeguata, una rappresentanza politica
imbelle che si annuncia e si compiace e, compiacendosi, viene posseduta da se stessa, rendendo inutili tutti
i tentativi di cambiare le cose. Tutto ciò è quello che si legge nella citata rivista che si dichiara promotrice
dello sviluppo economico, politico e sociale della nostra regione e del suo benessere sia esso individuale che
collettivo, alla stregua di quelli che sono gli obiettivi che si prefiggono di raggiungere le varie religioni
mondiali ed anche e le varie formazioni politiche ideologiche, sia di destra che di sinistra, nel mentre le
forze laiche se ben unite potrebbero svolgere meglio detto ruolo, come lo fecero, seppure per un breve
periodo, ai tempi della prima repubblica.

Gli obbiettivi che si ricercano a parole sembrano tutti fattibili, nella realtà le cose sono più
complicate, nel momento in cui le risorse disponibili sono insufficienti a soddisfare tutti i bisogni e le
necessità che vengono richieste ed allora bisogna effettuare delle scelte che potrebbero scontentare pochi o
tanti. Da qui la necessità di avere ai posti decisionali persone competenti, preparate ed oneste, come il
professore Amaro, e tanti suoi colleghi, che instancabilmente lavorano con lo scopo di creare le condizioni
per una vita migliore degli esseri umani, sfatando così la leggenda che tutti gli uomini siano degli incapaci o
degli sfaccendati o dei malavitosi, Anche nella nostra terra ci sono degli uomini pieni di buona volontà, in
ogni settore, sia esso economico, politico e sociale che, silenziosamente svolgono il loro dovere
nell’interesse della collettività.
L’incontro con il professore Amaro finisce con l’impegno che ci saranno ulteriori incontri per
discutere sulle tematiche che interessano la nostra città e scoprire nuovi orizzonti che potrebbero essere
quelli di creare nuovi rapporti tra l’Università e i singoli privati cittadini e tra le associazioni varie, che tanto
avrebbero da dire, oltre naturalmente agli incontri istituzionali con le varie categorie professionali,
economiche, sociali e politiche previste dalla legge: il tutto in una sinergia che crea fattibilità e lavorò,
particolarmente per i giovani.
 

 

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 496 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it