Viterbo CRONACA Se poi l'esposto venisse archiviato continueremo la nostra battaglia presentandolo un altro al gip

Il comitato "Noi non ce la beviamo” ha presentato, tramite l'avvocato Carlo Mezzetti, un esposto alla Procura della Repubblica di Viterbo per chiedere di aprire un'indagine sul problema arsenico.

Uno spinoso problema che dal 18 marzo del 2001, anno dell'entrata in vigore della legge che stabilisce il limite di arsenico a 10 microgrammi al litro, non ha visto ancora una soluzione.

Dal 2003 al 2012 tante deroghe hanno dato la possibilità agli enti preposti di mettersi in in regola. “E Non è vero che c'è un'altra fino a dicembre 2014”, sostiene l'avvocato Mezzetti.

”Si è presa per legge una nota informativa dell'istituto superiore di sanità, che consentiva il consumo limitato di acqua fino a fine anno. Dal 2001 non è stato fatto nulla e tanto meno è stata avvisata la popolazione del pericolo e della nocività dell'arsenico nell'acqua.”

Il comitato, formato dall'associazione Solidarietà Cittadina, Usb, Rifondazione Comunista, Viterbo 2020 e Forum per l'acqua pubblica, presentando l'esposto in procura, chiede che si individuino le mancanze e i colpevoli di questo grave comportamento contro la salute dei cittadini.

“La salute non si può monetizzare” afferma Francesco Lombardo del Forum per l'acqua pubblica “noi non chiediamo risarcimenti ma che la salute venga tutelata.

Già, perché la presenza dell'arsenico nell'acqua, come scritto da uno studio promosso dalla Regione Lazio, porta malattie cardiache e tumorali.

Luigi Telli, rifondazione Comunista, vede nell'incuria e nel lassismo degli enti preposti un disegno politico che vuole portare alla svendita dei beni pubblici: “L'unico modo per ottenere la parità di bilancio è svendere i beni dei cittadini ai privati.

La rete idrica, come quella del gas verrà venduta presto al miglior offerente. Della salute dei cittadini non interessa niente a nessuno”.

Anche Chiara Frontini, Viterbo Venti Venti, afferma che l'esposto è un atto dovuto per le bugie e l'incoerenza di una classe dirigente che non intende prendersi alcuna responsabilità.

“La falsa scadenza del 31 dicembre è prossima” dice Maria Immordino di Solidarietà Cittadina “cosa si farà? Si chiederanno i rubinetti visto che i deasenificatori non sono pronti?".

"I tempi per avere una risposta dalla Procura saranno lunghi. Ma un primo passo è stato fatto” conclude l'avvocato Mezzetti. Se poi l'esposto venisse archiviato continueremo la nostra battaglia presentandolo un altro al gip.

Emanuela Dei

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