Viterbo CRONACA Parla di cultura, in relazione al pop che si è molto evoluto

 

Giulio Rapetti, Mogol, intervistato da Gianni Spoglio, giornalista di Panorama

Giulio Rapetti, Mogol, in sala Regia a palazzo dei Priori, giovedì 23 ottobre, intervistato da Gianni Spoglio, giornalista di Panorama, tra ricordi e considerazioni, presenta il suo ultimo lavoro: " Le canzoni di Mogol e Battisti ", di imminente uscita.

" Un disco con versioni rock, con arrangiatori validi di cui sono orgoglioso - commenta l'autore di notevoli testi,- di cui ogni brano è interessante e Lucio lo avrebbe promosso ", dove a suonare, sono giovani artisti di talento della sua scuola, il Cet, che vanta 22 anni di cultura.

Parla di cultura, in relazione al pop che si è molto evoluto. Una cultura popolare, a suo dire " la grande cultura ", per cui la Rai gli ha chiesto di fare un elenco di hit da lui scritte, che sono 110, in una carriera " assistita dal destino ". Destino e talento, emergono nelle sue considerazioni in sala Regia: per Mogol, infatti, " siamo legati ad un destino preciso, ed il talento abbiamo tutti la possibilità di coltivarlo ". Gli altri sono geni, che si rivelano a tre o quattro anni, " ma ne nasce uno ogni dieci milioni". Secondo il paroliere l'80% della cultura sono proprio le canzoni.

Rapetti- Mogol parla, citando Edison e Einstein, di scuola, passione, perché creando automatismi, si crea talento.  Incalzato da Spoglio, cita con rispetto e profonda considerazione un'altra  figura legata alla sua carriera, Gianni Bella, definendolo " Un genio, e non il fratello di Marcella ", con cui scrivere un'opera lirica: " Storia di una capinera ", per rilanciare il melodramma italiano.
L'incontro continua citando episodi legati al fortunato sodalizio con Lucio Battisti, come quello della traversata del Po, con Battisti che non sapeva andare a cavallo e la nuotata da Piacenza a Venezia.

Non crede molto nei talent show,  servono, per lui,  “ A fare pubblicità, perché hanno ascolti elevati, ma il problema sono i docenti e la competenza non può essere ignorata . Simona Ventura, ad esempio, non può avere certe competenze, non può farlo ".
La preparazione rende la magia secondo Mogol, come quella che ha regalato e continua tuttora, svelando nei suoi testi umane verità, in una storia che è ormai leggenda, intessuta di pensieri parole ed emozioni.

Laura Ciulli

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