Roma CRONACA L’OIPA Italia Onlus ha inviato un’istanza di diffida al Presidente della Regione Toscana

 

Tale mozione, oltre a calpestare i bisogni etologici del cane, è un assurdo legislativo perché applica agli animali d’affezione quanto prescritto dalle Direttiva europea sulla sperimentazione animale.

 

L’OIPA Italia Onlus ha inviato un’istanza di diffida al Presidente della Regione Toscana e agli Assessori Diritto alla Salute, Ambiente e Agricoltura finalizzata al ritiro dell’atto di impegno per il Presidente del Consiglio Regionale a rivedere la legge regionale n.59 del 20 ottobre 2009 a seguito del recepimento da parte del Consiglio della mozione 805 sulle misure di detenzione degli animali.

Tale mozione chiede infatti che la regione Toscana modifichi – peggiorandola - la legge vigente sulla tutela degli animali recependo la Direttiva europea 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici.

Si tratta di un palese assurdo legislativo in quanto è illegittimo applicare norme specifiche stilate per regolamentare la gestione di animali che vivono all’interno di aziende fornitrici di animali ai laboratori oppure negli stabulari dei laboratori stessi, alla detenzione degli animali d’affezione.

Secondo la Direttiva, infatti, “i cani alloggiati in coppia o in gruppi possono essere costretti in metà dello spazio minimo previsto (2x2 metri per un cane di meno di 20 kg, 4x2 metri per un cane di più di 20 kg) mentre sono sottoposti alle procedure di cui alla presente Direttiva, se tale separazione è essenziale a fini scientifici. Il periodo in cui un can resta così confinato non deve superare le quattro ore consecutive”.

Tutto ciò risulta inapplicabile per cani che verrebbero detenuti stabilmente secondo i parametri sopracitati e che, ovviamente, non hanno nulla a che fare con la sperimentazione animale.

E’ evidente che questa mozione, sia una manovra finalizzata a favorire i cacciatori – sottolinea Massimo Pradella, Coordinatore nazionale guardie zoofile OIPA – In caso diventasse legge potrebbero infatti agire indisturbati confinando i cani che usano per cacciare in gabbie ancora più anguste e aumentandone il numero a parità di spazio, confermando ancora una volta di considerarli solo come strumenti, non come esseri viventi con precise esigenze etologiche”.

Se non verrà dato seguito alla diffida, l’OIPA agirà nelle sedi competenti per la tutela degli animali.

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