Viterbo CRONACA Commissionate nel 2012 dall’assessore Contardo per il Museo del Sodalizio

 

L'artista Michele Telari e un modello della Macchina di santa Rosa, da lui realizzato

Sono passati due mesi dall’ultima edizione della festa di santa Rosa, e per il terzo anno nessun cittadino e turisti hanno visto esposte le dieci riproduzioni artistiche delle Macchine di santa Rosa, passate per il tradizionale percorso tra la fine dell’800 ai primi del ‘900.

Si tratta di riproduzioni in legno e dipinte a mano, realizzate nel 2012 dall’artista viterbese Michele Telari, su commissione dell’allora assessore alla cultura e turismo Enrico Maria Contardo.

Un’idea valida, quella di Contardo, utile a valorizzare ancor di più il trascorso storico e artistico della festa più importante per Viterbo.

Realizzati in dodici mesi, in maniera certosina e fedelissime ai disegni originali esposti al Museo Civico di Viterbo, questi meravigliosi modelli sono costati circa diecimila euro. Nulla se consideriamo che per realizzarne uno Telari vi ha lavorato mediamente un mese, rispettando i termini di consegna.

I dieci modelli dovevano essere ceduti dall’amministrazione Marini al Museo del Sodalizio dei facchini, dopo un breve periodo di esposizione presso le sale di Palazzo dei Priori. Purtroppo, però, con i rimpasti di giunta del 2013, l’assessore Contardo è stato sacrificato per motivi politici e questo suo progetto di trasferire al Sodalizio i dieci modelli delle macchine non è andato in porto.

Con l’avvento dell’amministrazione Michelini, però, non è chiaro per quale motivo non si è dato seguito al trasferimento delle macchine al sodalizio dei Facchini.

Per quanto ricordo, avendo seguito i lavori per motivi di collaborazione con un quotidiano locale, mancava da acquistare dieci vetrine, già individuate, comprensive di luce interna, per un costo complessivo di cinquecento euro. Ora, voci di corridoio, mi dicono che i modelli sono nell’ufficio delle segretarie del sindaco.

Non ho verificato ma, anche fossero altrove, resta il fatto che abbiamo perso tre anni per mettere in mostra in luoghi frequentati dai turisti, delle stupende riproduzioni in scala 1:30. Senza considerare la delicatezza dei particolari qualora dovessero essere toccati per curiosità o accidentalmente. Ma anche la sola polvere sarebbe micidiale da rimuovere senza commettere danni.

E allora, cosa si aspetta a consegnare questi modelli al Sodalizio che saprebbe valorizzarli al meglio nel proprio museo, a vantaggio della città e di quella devozione a santa Rosa che i facchini manifestano, attraverso il trasporto, da secoli?

Voglio sperare che la ragione di tale dimenticanza non sia da ricercare nella solita regola della vecchia politica che insegna ad affossare le cose buone se sono fatte dagli avversari politici.

Maurizio Pinna

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