Vetralla CRONACA PROPOSTE

Riceviamo dal sindaco di Vetralla, Sandrino Aquilani, e pubblichiamo

Sandrino Aquilani, sindaco di Vetralla

1 - Dare la possibilità ai comuni di rinegoziare i mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, attraverso la revisione  dei tassi d’interesse e la ristrutturazione dei piani di ammortamento.

2 – Prevedere il pagamento dei contributi regionali arretrati, concessi e non liquidati, con il riconoscimento degli interessi sostenuti dalle amministrazioni sulle anticipazioni di cassa e quelli reclamati dalle imprese per ritardato pagamento.

3 - Tenere fuori dal Patto di Stabilità spese e investimenti resi obbligatori per legge relativi alla sicurezza di scuole, edifici pubblici, reti di servizio, nonché quelle relative alle ordinanze dei sindaci emesse per interventi urgenti e improcrastinabili.

4 - Permettere l’impiego dei cassa integrati nelle pubbliche amministrazioni, nelle aziende pubbliche e private, disponibili a integrare la differenza tra quanto erogato dalla Stato e il salario percepito, aumentato del 10%, quale incentivo alla produttività. La spesa non deve gravare su quella del personale.

5 - Ampliare i poteri di ordinanza del sindaco per impiego di fondi destinati alle emergenze, sempre al di fuori dei limiti del Patto di Stabilità.

6 – Istituire una Corporate Barter di Stato per il pagamento di Imposte – Tributi -Tasse - Canoni, attraverso il conferimento volontario di beni e/o prestazioni, per tutti coloro che sono in stato di insolvenza per accertata mancanza di liquidità. Questo consentirebbe di fermare la pratica smodata del pignoramento, e ottenere un effettivo recupero da parte dello Stato o degli Enti creditori.

7 – La riscossione dei tributi, imposte, tasse e canoni, affidate ai comuni, che hanno la conoscenza del territorio e  dei nuclei familiari, e possono modulare i pagamenti secondo le vere condizioni economiche del contribuente. Dismettere o rivedere le funzioni e i costi di riscossione di Equitalia.

8 - Esclusione dal patto di stabilità dei comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, non più tagli dal 2014 (compresi quelli del Decreto Monti), dati certi per approvare i bilanci di previsione entro il 30 marzo.

9 – Possibilità di ricoprire posti chiave vacanti in Pianta Organica, con l’impiego di cassaintegrati, dipendenti in mobilità o riposizionati con contratto di solidarietà

10 – Risolvere il problema delle norme contraddittorie, generate da obblighi di legge, che mettono l’Amministrazione nella condizione di inadempienza. Esempio: la normativa comunitaria, recepita dallo Stato Italiano, impone il pagamento delle fatture entro 30 giorni dal loro ricevimento,  costringe i comuni a contingentare i pagamenti per il rispetto del patto di stabilità, generando contenziosi e richieste di risarcimento economico.

Viterbo, 05 febbraio 2014

I sindaci della Provincia di Viterbo

La Delegazione: Alberto Bambini (Acquapendente) –Francesco Ciarlanti (Blera) – Gianluca Angelelli (Civita Castellana) – Sergio Caci (Montalto di Castro) - Alessandro Giovagnoli (Ronciglione) – Guido Cianti (Sutri) - Mauro Mazzola (Tarquinia) – Sandrino Aquilani (Vetralla) – Leonardo Michelini (Viterbo)

 

I SINDACI  DEI COMUNI

DELLA PROVINCIA DI VITERBO

 

A S.E. Il Prefetto di Viterbo

    Dott.ssa ANTONELLA SCOLAMIERO

Eccellenza,

Noi sindaci della Provincia di Viterbo, ci rivolgiamo a Lei, rispettosamente, al fine di manifestare profondo disappunto per le pesanti limitazioni imposte dalle manovre di Governo, che di fatto sottraggono ai comuni autonomia amministrativa e programmatica.

Con questo documento intendiamo manifestare il disagio di chi si trova ogni giorno ad operare,  in mezzo alla gente,  con mezzi insufficienti e senza certezze, con regole che cambiano inavvertitamente, e spesso dai devastanti effetti anche retroattivi. Il manifesto che abbiamo affisso nei nostri paesi e che alleghiamo ne denuncia tutte le negatività.

Ci troviamo ormai sempre più spesso a dover fronteggiare enormi buchi di bilancio, generati da tagli improvvisi, da mancati trasferimenti, dalla riduzione drastica delle risorse economiche; il tutto a scapito di servizi essenziali, come quelli per il sociale, per le azioni manutentive, per le emergenze, che come tali, il più delle volte non sono procrastinabili.

E’ giusto avere il coraggio di tagliare, ma dove è giusto tagliare.

La tassazione ha superato la soglia della sopportabilità, e noi sindaci trasformati in esattori ed esecutori. E’ iniquo trattare la casa, bene di per sé definito inelastico, con l’applicazione di un’imposta dalla progressività tipica delle imposte sul reddito. E’ difficile spiegare ai cittadini cosa sta succedendo, e noi dobbiamo farlo ogni giorno.

Dobbiamo spiegare ai giovani perché non c’è lavoro, agli adulti perché lo hanno perso o lo stanno perdendo, perché le imprese sono in difficoltà, perché tante chiudono, e  altre falliscono. E non possiamo aiutarli.

I tempi sono difficili, lo sappiamo bene, che dobbiamo essere più attenti, oculati e che dobbiamo saper eliminare gli sprechi e individuare dove una rinuncia è possibile; ma  mai a scapito del decoro del nostro ambiente, della sicurezza delle nostre strade, dell’efficienza delle scuole, di una dignitosa qualità della vita da offrire ai nostri cittadini. Mai a scapito di necessari investimenti sulle attività culturali, associazionistiche,  o di una efficace promozione turistica volta alla valorizzazione del territorio, delle risorse artistiche, storiche, monumentali, archeologiche delle nostre città. Sono la nostra vera ricchezza.

La manifestazione di oggi, collegialmente promossa, ci vede, forse per la prima volta nella storia, sindaci tutti insieme al di là delle appartenenze politiche, in una azione comune volta a difendere, consolidare, affermare, principi di solidarietà e di responsabilità,  prova che il momento è drammatico e che la nostra voce non poteva e non può restare indifferente.

La voce dei sindaci che si eleva unanime in questo caso è un segnale di allarme, una richiesta di aiuto, perché le classi più deboli possano essere maggiormente tutelate, le forze artigianali, industriali, economiche possano tornare a credere in una nuova era di crescita, di equità e giustizia sociale.

La società ha bisogno di nuovi strumenti per stare al passo con un mondo che cambia, non si possono ancora tardare riforme che altri paesi hanno saputo fare per tempo, e non servono più gli aggiustamenti temporanei.

Se siamo arrivati tutti insieme fino qui è perché vogliamo essere propositivi e messaggeri di nuova speranza. Le nuove generazioni ci guardano e si attendono molto da noi, non deludiamoli, o non avranno più ragioni per credere e seguirci.

Dobbiamo ristabilire le condizioni perché ogni cittadino possa realizzare i propri progetti, avere un’occupazione, crearsi una famiglia, godersi una meritata pensione.

Per esempio, perché non permettere almeno alle pubbliche amministrazioni di utilizzare i cassaintegrati con una formula compensativa, quanta ricchezza depauperata in questi anni! Perché non escludere dal Patto di Stabilità le spese per le messe a norma, per la sicurezza e per le emergenze! Perché non rivedere i poteri di ordinanza del sindaco che conserva in capo tutte le responsabilità senza conservare poteri di scelta!

E perché non dare alla Cassa Depositi e Prestiti quel ruolo di Banca dei Comuni che aveva sin dall’anno 1850 e far anticipare gli endemici ritardi della Regione! O forse è meglio impiegare quei soldi per costruire autostrade!

Eccellenza, noi sindaci siamo sicuramente l’ultima ruota del carro, ma se le ruote cigolano e poi si inchiodano il carro si ferma. Perché non veniamo consultati dal Governo prima di emettere decreti come quello sul divieto di bruciare potature e sterpaglie, per poi fare marcia indietro sulle nostre spalle; eppure le esperienze acquisite potrebbero essere utili ed evitare pericolose contraddizioni. 

Per tutto questo, Eccellenza, Le chiediamo di volersi fare portavoce presso il Ministro per i Rapporti con Le Regioni e le Autonomie Locali, affinché voglia ricevere una folta delegazione in rappresentanza dei sindaci della Tuscia, per portare direttamente le nostre testimonianze, le nostre idee, le nostre proposte, dettate dall’esperienza di chi è a contatto con il reale, preoccupante, disagio sociale e segnalare quali le priorità in cima alla scala dei bisogni della gente e dei territori.

Forze politiche coerenti, uno Stato attento, sanno essere risolutivi e di esempio, non lasciano per troppo tempo i propri figli in uno stato di incertezza, non li deprime, li incoraggia,  seppure ne chiede la cosciente collaborazione.

In questo noi crediamo e per questo che noi oggi siamo qui.

Confidiamo nella Sua sensibilità, a tutti noi nota, per un avallo convinto alle nostre richieste.

Con osservanza.

Viterbo, 06 dicembre 2013

I sindaci della Provincia di Viterbo

ACQUAPENDENTE, ARLENA DI CASTRO, BAGNOREGIO, BARBARANO ROMANO, BASSANO IN TEVERINA, BASSANO ROMANO, BLERA, BOLSENA, BOMARZO, CALCATA, CANEPINA, CANINO, CAPODIMONTE, CAPRANICA, CAPRAROLA, CARBOGNANO, CASTEL SANT’ELIA, CASTIGLIONE IN TEVERINA, CELLENO, CELLERE, CIVITA CASTELLANA, CIVITELLA D’AGLIANO, CORCHIANO, FABRICA DI ROMA, FALERIA, FARNESE, GALLESE, GRADOLI, GRAFFIGNANO, GROTTE DI CASTRO, ISCHIA DI CASTRO, LATERA, LUBRIANO, MARTA, MONTALTO DI CASTRO, MONTEFIASCONE, MONTEROMANO, MONTEROSI, NEPI, ONANO, ORIOLO ROMANO, ORTE, PIANSANO, PROCENO, RONCIGLIONE, SAN LORENZO NUOVO, SORIANO NEL CIMINO, SUTRI, TARQUINIA, TESSENNANO, TUSCANIA, VALENTANO, VALLERANO, VASANELLO, VEJANO, VETRALLA, VIGNANELLO,  VILLA SAN GIOVANNI IN TUSCIA, VITERBO, VITORCHIANO.