Viterbo CULTURA Ma non finisce qui il nostro Frisigello, perché il suo nome venne ripreso in altre occasioni
di Mauro Galeotti

L'attore Pietro Benedetti è il giullare Frisigello
nella rappresentazione "In grembo a Dio"

Pietro Benedetti ha fatto rinascere la figura del giullare Frisigello che faceva parte delle sei nobiltà di Viterbo. E sì, ti volevo ricordare che Viterbo, secondo i cronisti Cola di Cobelluzzo e Niccolò della Tuccia, aveva sei nobiltà:

la prima era la libertà e non rendeva conto a nessuno;

la seconda era un altare viareccio o carroccio, preso nell’Isola Martana ove, secondo Pio Semeria, era stato lasciato dai Goti, che a loro volta lo presero a Ravenna. I Viterbesi, ovunque lo portassero, risultavano vincitori della guerra intrapresa, poi, privatisi del carroccio, iniziarono le sconfitte. Infatti, vollero donarlo al papa Innocenzo III che, a sua volta, «lo donò ad Enrico imperatore, figlio di Federico Barbarossa. Poichè si privorno di detto altare, incominciarono ad avere assai molestie, et molte tribulationi, et furono sconfitti a monte razzano» (1193);

la terza era la Bella Galiana, donna di impareggiabile bellezza;

la quarta era Anna, che aveva metà capelli rossi e metà verdi; per Francesco Orioli si trattò di un fatto naturale poiché, secondo lui, la donna era affetta per metà della testa da una imperfetta melanosi e per l’altra metà da albinismo;

la quinta era un «cavallo grande, for di modo bello et animoso», famoso in tutta Italia e molti «valenti omini lo venivano a vedere per maraviglia»;

la sesta era uno jollaro, scolaro, un giullare abilissimo, che si chiamava Frisigello, o Fisigello, Frisignello, Cristigello, Gristigello a seconda del cronista che scriveva, del quale si faceva memoria nel porticale della Chiesa di sant’Angelo in Spatha.
Egli «faceva giochi maravigliosi di nove maniere, il quale in quel tempo non trovava pari, et ne fu fatta certa memoria nel porticale della chiesa di s. Angelo della spada nella pariete d’avanti», così ricorda Niccolò della Tuccia.

Ma non finisce qui il nostro Frisigello, perché il suo nome venne ripreso in altre occasioni.

Nel 1875 venne dato alle stampe il Bullettino del carnevale viterbese a cui fu dato il titolo: Il Frisigello.

In Via 3° Reggimento Granatieri di Sardegna, che sbocca in Piazza della Rocca, un tempo era detta Via della Rocca, al n° 9, almeno nel 1876, agiva una Osteria del Frisigello, diretta da Tommaso Achilli.

Il Frisigello è un giornale del 4 Dicembre 1909.

Una Associazione culturale onlus è Il Frisigello.

Insomma Frisigello è vivo ancora oggi e scherza e sberleffa alla corte del sindaco Leonardo Michelini creando un parapiglia tale, da creare una gran confusione tra i consiglieri comunali che litigano continuamente per la poltrona più comoda.

Mauro Galeotti