Bella Galeotti il Chihuahua che parla col bau bau

Claudio Cianchella

Gent.mi Lettori, Autori e Commentatori …

Credo che ognuno di noi a momenti, almeno una volta nella esistenza, si è posto la domanda: - “Perché i cani non parlano la nostra lingua?”.

     La riflessione non è poi così peregrina, considerato il momento imponente di tendenza globale nel tenere, adottare o possedere un cane. La voga è così travolgente che circolano alcuni aneddoti: - Chi non ha il cane… Coronavirus lo colga! Ovvero… Chi il cane non ha deve lasciare la società … Momenti folcloristici, diremmo!

     Vediamo se riusciamo a appagare la domanda, sul tema del “nostro” discorso: - Perché il cane non parla la nostra lingua ... oppure … perché l’uomo non impara il linguaggio del cane?

       In merito a quest’ultima domanda possiamo dire con moderata serenità, che alcuni individui riescono ad interloquire con il/i cani in suo possesso. Non raramente assistiamo a tentativi, per la verità a volte disperati, di persone che parlano al cane, gli formulano delle domande e se il cane non risponde, come quasi sempre avviene, i predetti per evitare situazioni imbarazzanti od umilianti al cane od a loro stessi, “si rispondono” con vocaboli più o meno appaganti!

     Come possiamo osservare questi sono i “primi passi” per comprendere il linguaggio del cane! Ovviamente, è evidente che coloro enunciati,  possiedono delle qualità professionali non comuni e comunque di grande spessore di glottologia e di pedagogia animale, ovviamente intesa quale appartenente al “regno animale” di cui l’uomo, anche se non sempre, svolge un ruolo di primaria importanza!

     Per soddisfare l’altra domanda oggetto della riflessione, è alquanto spiacevole e poco dignitoso per l’essere cosiddetto umano, che, sebbene siano trascorsi oltre 15.000 (quindicimila) anni dal periodo dell’ammaestramento del cane, quest’ultimo non sia ancora riuscito ad esprimersi nelle varie lingue ove egli dimora.

     Questo aspetto credo, e forse a ragione, deve far riflettere gli intelletti a livello globale, considerata la vasta opinione comune orientata alla grande intelligenza del cane. Perché dopo 15.000 anni, mese più o giorno meno, il cane non è ancora riuscito, non dico ad esprimersi in linguaggio “Creolo”, ma neppure nel primitivo “Pidgin”?

     Nonostante gli imponenti sforzi posti in essere da non pochi umani, come abbiamo citato nella premessa, il cane non riesce ad imparare il linguaggio complesso dell’uomo. Ovvero, a volte è così complesso in alcuni individui, che a fatica riusciamo ad interpretarne i vocaboli, però in numero sufficiente riusciamo a carpirne il significato!

     Ovviamente è un invito a tutti coloro estimatori e non del “cane in famiglia” ad intensificare momenti più frequenti all’insegnamento del nostro linguaggio “evoluto e complesso” a questi nostri “amici a quattro zampe”, che noi orgogliosamente li ospitiamo nelle nostre abitazioni e giardini; li lasciamo abbaiare finanche e continuamente nelle ore più impensate; li facciamo uscire quando riteniamo più opportuno; li facciamo mangiare quando abbiamo la disponibilità; gli mettiamo il guinzaglio; la museruola; li facciamo bere quando riteniamo che hanno sete; li facciamo fare i bisogni quando abbiamo momenti liberi… ecc…

     La domanda è… Se a noi venisse usato questo trattamento, diremmo che egli è nostro amico?

     Dobbiamo mettere il cane nelle condizioni di capire e parlare la nostra lingua, affinché risponda anche alla domanda: -

“Sei sulla Terra da oltre 23 milioni di anni e l’uomo è comparso sulla Terra 20 milioni di anni dopo … che cosa hai fatto, ovvero come hai impiegato tutto questo tempo, senza la presenza preziosa dell’uomo? “

     Sono di una curiosità morbosa di ricevere la risposta!