Viterbo CRONACA D'IMMAGINI D'EPOCA

Fontana di Piazza della Rocca nel 1880 circa in una foto di Leonardo Primi (Archivio Mauro Galeotti)

E sì, mercoledì 18 giugno, è arrivato, alle ore 17 e 30, inaugurerò la mostra fotografica “Viterbo ne La Bella Époque”, con molta sobrietà, ospitata all’interno dell’Incubatore ICult di Bic Lazio (Via Faul 20/22) fino a venerdì 27 giugno.

La mostra, che è organizzata con la collaborazione di Bic Lazio e della Società Archeoares, aprirà un periodo di eventi caratterizzati dal comune obiettivo di recuperare la storia della nostra città, per far rivivere la memoria viterbese in un’apposita struttura museale.

Desidero ora rendere omaggio a chi ha permesso tale evento, sì proprio a loro, i fotografi viterbesi, che grazie ai loro clic, ci hanno permesso di vedere com'era la nostra città ottocentesca.

Immagini ingiallite, affascinanti, tutte da conservare in un archivio pubblico a disposizione di studiosi e appassionati della fotografia.

Intanto ecco alcune note su Attilio Sorrini.

Gabinetto fotografico di Attilio Sorrini

Appena fuori Porta Romana, a destra, al piano terreno, tra la Via Cassia e Via delle Fortezze, prossimo alla torre ormai andata distrutta per i bombardamenti aerei del 1944, era sin dal 1892 lo Studio o meglio il Gabinetto fotografico di Attilio Sorrini, che «lavora anche con tempo piovoso», il capostipite di uno dei più importanti studi fotografici della città.

Leggo sulle pagine del periodico Il Rinnovamento del 23 Agosto 1892:
«Il signor Attilio Sorrini ha aperto un nuovo Stabilimento fotografico, sito fuori la Porta Romana. Il locale intieramente rimesso a nuovo, il macchinario delle migliori fabbriche, il personale intelligente e pratico, garantiscono un lavoro accurato e di completa soddisfazione. 

Tutte le novità ed i progressi dell’arte saranno da esso eseguiti. Come specialità della ditta presenterà i lavori in platinotipia, al bromuro d’argento, ai sali di cromo in porcellana, in fotominiatura ed istantanee di qualunque dimensione.

Eseguisce ritratti fino a grandezza naturale. Essendo lo stabilimento munito di Galleria a cristalli, lavora anche con tempo piovoso. Raccomandiamo per intanto questo coraggioso artista alla benevolenza del pubblico e torneremo a parlare del suo lodato stabilimento dopo averlo visitato».


Attilio Sorrini era nato a Viterbo 10 Giugno 1851 e iniziò l’arte fotografica sin dal 1870. 
Scrive Oreste Sesto, sul giornale Momento sera del 9 Settembre 1959, in merito allo studio, che «era sempre affollato da una clientela sceltissima che assai apprezzava i meriti artistici del Sorrini senior». Ebbe poi sede in Via Principe Umberto, oggi cardinal La Fontaine, e al Vicolo del Lauro n° 15.

Alla sua morte, Viterbo 6 Gennaio 1920, proseguirono l’attività i figli, tra i quali i più affermati furono Romolo (15 Marzo 1886 - 14 Febbraio 1969) ed il fratello Gino (2 Novembre 1889 -  15 Giugno 1969).
I due fratelli, che avevano costituito già una società nel 1914 denominata F.lli Sorrini, aprirono un locale in Via Roma, poi si trasferirono al Corso Italia n° 110, allora denominato Corso Vittorio Emanuele, 38/b.

Furono premiati, il 1° Ottobre del 1955, dalla Camera di Commercio con medaglia d’oro per l’attività meritoria. Continua Oreste Sesto:

«Oggi, infine, ai fratelli Sorrini, si aggiunge il notevole apporto di Attilio Sorrini junior [nato nel 1937], figlio di Gino. Il giovane Attilio, infatti, fin dal marzo 1957 si è specializzato in fotografia a colori, sistema ‘agfa color’ […].
Successivamente nel luglio 1958, il bravo Attilio Sorrini (junior) è stato autorizzato all’esercizio dell’arte di ottico».

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Ed ora tocca a tutti gli altri fotografi, non sono solo quelli dell'800, ma ho voluto ricordare anche coloro che nel '900 furono molto attivi, lasciandoci immagini di Viterbo testimoni di avvenimenti e di strutture edilizie molte dele quali andate perdute per i bombardamenti aerei del 1944.

Fotografi a Viterbo e riflessione finale

Voglio fare un sommario elenco degli altri fotografi che più si distinsero a Viterbo, oltre Attilio Sorrini. 
Sin dagli anni ‘70 del XIX secolo trovo Leonardo Primi che circa il 1880 realizzò una bella serie di fotografie artistiche ai monumenti cittadini, lasciando una testimonianza di notevole valore per le modifiche in seguito apportate alle piazze, ai palazzi e alle vie ritratte.

Sulla Gazzetta di Viterbo del 17 Agosto 1878, venne comunicato che la sede del fotografo Primi «situata in Via di S. Rosa Vicolo della Ficunaccia è stata trasferita al Vicolo di Piazza Padella [attuale Via Romanelli] Giardino Zelli - Arcangeli».

Edoardo Furia, aveva inizialmente la propria sede presso il Ponte Tremoli, ivi esistente ancora nel 1916, lo trovo poi con magazzino di vendita al Corso Vittorio Emanuele n° 14, e stabilimento fotografico al Vicolo Sacchi n° 27.

Pietro Rempicci, nato il 26 Giugno 1842 nella Parrocchia della Crocetta, anche egli della fine dell’800, diventò Rempicci e compagno con sede in Via Nuova n° 74, oggi Via Cavour, al secondo piano.

Luigi Piazzolla, invece, svolgeva la propria attività di fotografo in Via del Lauro n° 5.

Notevole anche l’opera fotografica di Giuseppe Polozzi, (10 Maggio 1847 - 29 Luglio 1932) con sede a Viterbo e a Perugia.

Sulla Gazzetta di Viterbo del 31 Agosto 1878 leggo:
«Il fotografo G. Polozzi, si fa un dovere avvertire i suoi gentili clienti, che col primo di settembre, il suo studio di fotografia, verrà trasferito in Via Cavour N. 11 secondo piano nello stabilimento fotografico già Rempicci e Compagno. Avverte inoltre, che nel detto stabilimento sono state fatte tutte quelle modificazioni che l’esigenza d’uno studio fotografico richiedeva, tanto per ciò che riguarda alla luce, quanto per la comodità degli stessi Signori clienti». Notizia poi smentita in un articolo del 21 Settembre 1878.

Possiedo una sua ripresa fotografica memorabile, che ho pubblicato sul libro Viterbo fu, Viterbo è, scattata, agli inizi del 1900, dal tetto del Palazzo Orioli in Via del Pavone, dove oggi è il Cinema Metropolitan. 

E’ il panorama di Viterbo eseguito in sei scatti fotografici orizzontali e susseguenti, pari ad una lunghezza di un metro e quarantasette centimetri e ad una altezza di circa venti centimetri. 
La direzione di ogni scatto è segnata in una Pianta di Viterbo che Polozzi ha inserito ai piedi della lunga foto. Inoltre ha segnato con i numeri dall’1 al 55 i più importanti monumenti della città descrivendoli.

Remo Sorrini aveva il laboratorio al Largo Cesare Battisti, poi al Corso Vittorio Emanuele n° 38.

Giovanni De Falchi, (Civitavecchia 17 Gennaio 1876 - Viterbo 10 Febbraio 1962).

Palamede Fortini in Via san Pietro nn. 14 e 16, «vicino all’orfanotrofio».

I fratelli Romolo e Gino Sorrini al Corso Vittorio Emanuele n° 38/b, poi Corso Italia n° 110.

Duilia Sorrini Betti al Corso Vittorio Emanuele n° 20, poi Corso Italia n° 78.

Wanda Sorrini al Corso Vittorio Emanuele.

Silvio Malè al Corso Vittorio Emanuele n° 13/a.

Sergio Mecucci era in Via san Lorenzo 2.

Paolo Morelli in Via del Meone 21.

Alfredo Braccioni in Via della Cava 2, poi in Via della Pace, 30 e infine sotto i portici del Palazzo Grandori in Piazza della Rocca al 25.

Raffaele Petretti aveva il laboratorio in Via Sacchi n° 5/a, che trasferì al Corso Vittorio Emanuele n° 7, a questi successe Dino Costantini in Piazza delle Erbe n° 23.

Secondo Bruti era in Via Mazzini n° 61 e in seguito in Via della Sapienza n° 7, oggi continua l’attività il figlio Carlo in Via Cairoli n° 12.

Ridelmo Burla era in Via Roma n° 18, poi in Piazza del Plebiscito n° 19, si avvalse della collaborazione dei fotografi Ugo Pastori e Ezio Cardinali.

Goliardo Gabbianelli, «artista della foto», insuperabile maestro nei giochi di luce e nei riflessi, dal 1947 operò prima con negozio e laboratorio al Corso Italia n° 42, poi in Via Marconi n° 23; lavorò fino al 1979, ultimo anno della sua vita.

Mi segnalò, molto cortesemente, Attilio Carosi «che secondo monsignor Simone Medichini (Diario, p. 255) la prima foto in Viterbo fu fatta da un certo Balbi di Genova il 21 giugno 1875, raffigurando in due foto: 1° - Vescovo e professori del Seminario; 2° - Docenti e seminaristi».

In realtà esistono altre foto precedenti al 1875, che pubblico anche in questa mostra. Infatti, le prime foto note, scattate a Viterbo a due archi trionfali, realizzati in legno e cartapesta, sono quelle del 1857 da Michele Zanetti per la venuta di papa Pio IX e altre eseguite circa il 1860.

Per concludere questa nota non posso fare a meno di riportare quanto scrive un anonimo nel 1875, in chiusura di una nota dei quadri conservati in quell’anno nelle chiese della città, «Una cosa bella è degna del Municipio, siccome Viterbo presenta begli esempi di architettura, di un carattere speciale, e di questi molti vanno di giorno in giorno perdendosi. 

Sarebbe quella di far fare dei disegni, o per far più presto e meglio, e con molto minore spesa, invece dei disegni, farne fare delle fotograffie. Così l’Onorevole Municipio con poco avrebbe una pregiata raccolta, la quale potrebbe servire benissimo d’esempio agli studiosi».

Già nel 1875, un anonimo suggeriva la costituzione di un Archivio fotografico con le foto di Viterbo, ma sono trascorsi quasi 140 anni e nulla è stato fatto!

Mi auguro che questa mostra sia stimolo per iniziare in tal senso, avendo raccolto, dal 1965, un numero di foto e cartoline tali da costituire subito un importante “Museo della memoria viterbese”, comprendente un “Archivio fotografico di Viterbo e tutti i paesi della provincia”, un “Archivio dei manifesti viterbesi e dei paesi della provincia” e un “Archivio su santa Rosa di Viterbo” ricco di manifesti, foto, cartoline, santini, ricordini, oggetti, gadget, programmi festeggiamenti, curiosità, disegni, ex voto, medaglie e la Macchina di santa Rosa.

Ma credo sia e resti solo un sogno, e i miei 49 anni dedicati a raccogliere tali oggetti, una perdita di tempo!


Viterbo 18 Giugno 2014
Mauro Galeotti
per la sua Viterbo

 

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