Viterbo CRONACA Alcuni anni orsono il sarcofago fu danneggiato e ridotto in numerosi frammenti per il crollo di un muro 

 

Gli studenti dopo la ricostruzione del sarcofago

Un cantiere didattico per il restauro del sarcofago fittile policromo con figura femminile da una tomba di Poggio delle Fornaci (VT) del II sec. a.C., scavo del 1784, presso il Museo Civico di Viterbo.

Il 1° settembre scorso ha avuto inizio, presso il Museo Civico di Viterbo, un cantiere didattico per gli studenti restauratori del I anno della Scuola di Alta Formazione e Studio (Classe di Laurea LM-02) di Roma, avente come oggetto il restauro di un sarcofago fittile etrusco delle collezioni civiche di Viterbo.

Gli studenti nella fase di pulitura delle superfici

 

Tale bene è stato individuato per il suo valore nell’ambito della collezione e per poter far svolgere agli studenti un’esperienza di restauro di un bene in ceramica di grandi dimensioni, assai frammentato.

Il sarcofago (inv. 199) in terracotta policroma è composto da 4 elementi: due costituiscono la cassa (decorata sul fronte con ghirlande) e due il coperchio su cui è raffigurata una donna coricata sul fianco.

Esso ha una storia alquanto problematica: già danneggiato a causa del bombardamento che colpì, durante la Seconda Guerra Mondiale, la Chiesa di Santa Maria della Verità a Viterbo in cui erano allora conservate le collezioni civiche, fu restaurato subito dopo il conflitto e negli anni ‘90 fu sottoposto a nuovo restauro con criteri  “moderni” da parte del Laboratorio Provinciale di Viterbo, sotto la direzione di Sergio Angelucci.

Allievi al lavoro sul sarcofago

In tale occasione vennero anche svolte indagini scientifiche che rivelarono la tecnica usata per la policromia: si tratta di pittura a freddo su scialbo di calce e dunque una tecnica mutuata dall’ambito dei dipinti murali.

Il Museo Civico fu poi trasferito nell’annesso convento della Chiesa di Santa Maria della Verità con un nuovo allestimento che testimonia la storia di tale collezione, il cui nucleo risale alla fine del 1400 e si configura come uno dei primissimi musei sul territorio italiano.

Alcuni anni orsono il sarcofago fu nuovamente danneggiato e ridotto in numerosi frammenti per il crollo di un muro che delimitava la sala espositiva in cui era collocato. Furono recuperati nel cumulo di macerie i suoi frammenti che rimasero da allora ad oggi nei depositi del Museo.

Il cantiere nel loggiato del Museo

 

L’intervento odierno ha visto dunque lo svolgimento delle tipiche operazioni di un restauro di bene in ceramica, dalla pulitura alla protezione finale delle superfici, ma sta offrendo agli studenti la possibilità di confrontarsi con le due fasi più difficoltose per reperti di tale tipologia ed in tali condizioni di conservazione: la ricostruzione e gli incollaggi dei numerosi frammenti anche di notevoli dimensioni e peso che spesso pregiudicano la possibilità di un loro corretto allineamento e la realizzazione di integrazioni che hanno sia funzioni strutturali sia funzioni di corretta fruibilità dell’opera.

Il tempo a disposizione non permetterà di concludere il restauro ma si spera riuscire a concluderlo nell’immediato futuro: il cantiere si concluderà infatti il 2 ottobre ed è stato organizzato e diretto da un gruppo di lavoro dell’Istituto Centrale per la Conservazione e il Restauro (RUP-Francesca Capanna, Direttore dei Lavori Archeologo-Giovanna De Palma, Docenti restauratori-Bianca Fossà e Emanuele Ioppolo) e vi hanno partecipato gli studenti Valeria Bellagamba, Raquel Delgado, Cristian Pedone ed Enrico Sapienza.

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 752 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it