Viterbo CRONACA A questo punto rimane da fare una sola cosa: intervenire subito, ma subito, subito!!!

 

Sulla sinistra dell'affresco è il taglio che inizia dal panno verde, colpisce il volto e la tunica del personaggio
(Archivio Mauro Galeotti)

Ho partecipato molto volentieri al Festival degli Etruschi e con grande piacere di viterbese ho constatato che esso si teneva nella grande Sala Regia.

Questo perché nessuna altra sala d’Italia è degna di ascoltare voci che parlino degli Etruschi.

Sulle sue pareti tra nascoste verità e inventate leggende ci sono le immagini che il pittore Baldassarre Croce nel 1592 trasse dalle allora vigenti “scoperte" di frate Annio da Viterbo, quel frate domenicano che ben a ragione può essere definito il padre dell’Etruscologia moderna.

Mentre ascoltavo con interesse le varie relazioni il mio sguardo vagava per le pareti della sala, ma soprattutto si soffermava su quella parete che stava alle spalle dei relatori.

E’ l’affresco che illustra lanomina da parte di papa Celestino III del primo vescovo di Viterbo: un momento cruciale della nostra storia comunale. Con tale nomina il pontefice riconosceva l’importanza politica ed economica di Viterbo che si avviava a vivere il secolo più splendido della sua storia. Lo guardavo e rabbrividivo!.

 

Paolo Giannini, archeologo


Perché in tale riquadro, sul lato sinistro, balzava agli occhi una crepa che sta distruggendo l’affresco partendo dalla raffigurata colonna di sinistra al volto dell’assistente al soglio. Non solo altre screpolature ed enfiagioni sono visibili un po’ in tutta la parete. Avrei voluto farlo notare a qualche nostro amministratore, per un immediato provvedimento, ma non ne ho visto uno.

Diversi anni fa la nostra amministrazione comunale rendendosi conto del degrado di questa bellissima sala che a suo tempo riscosse il sincero plauso dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, operò perché fosse compiuto un accurato restauro.

Figuratevi che prima la Sala Regia era, nei periodi elettorali, adibita a sezione n. I del Comune e ad essa convenivano tutte le schede delle altre sezioni e per questo sulle pareti erano attaccate, con una sensibilità da cani, con pezzi di scoth le liste dei vari partiti.

Così quando la sua funzione terminava, i manifesti venivano strappati via e lo scotch strappava via a sua volta il tenue strato della pellicola pittorica.

Fu dunque restauro. E andò anche bene perché oltre ad annullare le offese che il tempo e gli uomini avevano recato a questo nostro unico patrimonio d’arte, furono fatte delle interessanti scoperte.

Per tutte ricordo i due “commessi” comunali che stanno agli angoli e che talvolta attirano l’attenzione dei turisti più che il resto. Ma ci fu un ma…, ed è quello su cui oggi richiamiamo l’attenzione; la parete nord solo in parte venne restaurata. E per di più sin da allora la scrostatura che denunciamo si notava come un sottile riga di enfiagione.

Una sottile riga che oggi è divenuta aperta fessura e che tende ad allargarsi e a far cadere consistenti brandelli di affresco.

A questo punto rimane da fare una sola cosa: intervenire subito, ma subito, subito!!!

Sindaco, assessore alla Cultura, assessore al Patrimonio, datevi da fare, trovate i fondi ed operate. I fondi d’altronde non sono vostri, cari amministratori, sono il “dono” delle nostre tasse che voi avete chiesto di poter amministrare e allora… amministrate!

Io, e con me tutti i viterbesi, vi riteniamo direttamente responsabili del maggiore danno che dovesse avvenire per la vostra colpevole inerzia.

Paolo Giannini

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