a cura di don Mauro Manzoni
La Parola di Dio VIDEO 17 Ottobre 2015. Ognuno di noi, in un modo o nell'altro, subisce la seduzione del potere e l'attrazione del dominio, affascinati dal sentirsi "primi" e stregati dall'essere riveriti e venerati.
E' un istinto naturale che, per realizzarlo, corriamo il rischio di scendere a compromessi con la nostra coscienza e di trovare espedienti e artifici spesso indecorosi e sconvenienti.
Anche all'interno delle nostre comunità ecclesiali, dentro i movimenti, gruppi e associazioni, questa tentazione attecchisce e fa presa, agevolata oltre il dovuto da chi ha il compito di accompagnare e guidare. Se così fosse, c'è da ristabilire un ordine e ripristinare dei valori.
"Fra voi - dice Gesù nel Vangelo - fra voi non è così: chi vuol essere grande, sia servitore e chi vuol essere primo, sia servo". Servitori, capaci di slanci di amore e solidarietà, e servi, schiavi, perché i padroni della nostra vita sono le necessità e i bisogni dei nostri fratelli.
Non è cattiva cosa voler essere primi, purché lo siamo nel perdono, primi nell'aiutare chi ha bisogno, primi nella solidarietà, nella partecipazione, nell'accoglienza. Tentar di essere come Lui, Cristo, e stare dalla sua parte, scendendo dai piedistalli che ci siamo costruiti o sui quali ci hanno collocati, con o senza merito nostro.
Servi, e servi di tutti - dice Gesù. Non solo delle persone a cui vogliamo bene, i genitori per esempio, gli amici, coloro che ci sono in qualche modo simpatici e piacevoli. Di tutti, anche di chi non merita o ha fatto qualche sgarbo e offesa. Servitori di tutti, perché - continua il Vangelo -"il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita", per tutti, senza privilegi né emarginazioni, senza pretendere medaglie o riconoscimenti, ma con gratuità e amore incondizionato.