Viterbo PENSIERI IN LIBERTA' Avevo voglia di raccontarvi questa emozione, per condividere un pensiero ed un ricordo
di Barbara Pasqualini

Foto Enrico Pasqualini

Amo scrivere. Questo lo avete ormai capito! Mi conoscete da più di un anno, grazie alla nostra “grande famiglia” della “Città”. Ma amo anche leggere, specialmente adoro la fisicità dei libri, il buon odore della carta, la consistenza delle pagine, il gusto dello sfogliarle… Eppure non disdegno nemmeno leggere sul mio pc portatile, cercando in internet… poesie… Eh sì, cercando cercando c’è un vero patrimonio fruibile gratuitamente da tutti online!

E’ un viaggio attraverso le strade del cuore per me… e proprio in uno di questi viaggi mi sono imbattuta in una poesia di Cardarelli che non conoscevo, ed ha saputo esercitare su me uno straordinario potere evocativo.

Foto Enrico Pasqualini

Avevo voglia di raccontarvi questa emozione, per condividere un pensiero ed un ricordo, perché solo nel momento in cui le proprie sensazioni sono compartecipate diventano, secondo me, preziose.

Forse non in termine assoluto, ma preziose perché positive, perché sanno farmi ancora vedere quello che di bello c’è nella quotidiana ordinarietà della vita, e a rendere grazie perché questi sentimenti albergano in me! E forse perché così posso far rivivere, almeno in piccola parte, le persone che amo e non sono più qui con me, almeno non fisicamente.

Innanzi tutto, sono andata a “ripassare” qualche notizia su questo autore.

Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano.

(https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Cardarelli)

 

Di seguito il testo che mi ha affascinato, vale più di mie tante parole per introdurlo!

Vincenzo Cardarelli

Sera di Liguria

Lenta e rosata sale su dal mare
la sera di Liguria, perdizione
di cuori amanti e di cose lontane.
Indugiano le coppie nei giardini,
s'accendon le finestre ad una ad una
come tanti teatri.
Sepolto nella bruma il mare odora.
Le chiese sulla riva paion navi
che stanno per salpare.

(da 'Poesie', 1936)

La raccolta Poesie (Roma, 1936 ristampa accresciuta, Roma, 1942) è stata sistemata da Cardarelli nel 1942, in vista di una pubblicazione presso Bompiani, che avvenne nello stesso anno, con prefazione di Giansiro Ferrata (1907 – 1986,è stato un critico letterario e scrittore italiano) dando inizio alla collezione poetica Lo Specchio.

Per chi fosse interessato a parafrasi e metrica della poesia, suggerisco queste due utili fonti:

http://balbruno.altervista.org/index-656.html

http://www.parafrasando.it/POESIE/CARDARELLI_VINCENZO/Sera-di-Liguria.html

A me piace lasciarmi trasportare dalle emozioni…

 

Foto Enrico Pasqualini

 

Le suggestive immagini tratteggiate dal Cardarelli mi hanno ricordato frammenti di vita vissuta… M’hanno fatto pensare a quelle domeniche pomeriggio di autunno inoltrato, quando, poco più che bambina, con i miei genitori, andavo al mare o al lago, per una passeggiata e per vedere il sole che tramonta sulla distesa d’acqua, a fargli da specchio. Era per me una gioia immensa!

Il mese di novembre era poi particolarmente caro al mio cuore: era un mese gioioso, perché ricorre il compleanno della mia mamma, ed anche nostalgico, perché si celebrano i nostri cari morti… E quando assistevo a quei tramonti, la fine di una giornata, il rosso fuoco del sole, accendevano in me sentimenti fortissimi, quasi struggenti, all’idea di non poter più afferrare, toccare chi avevo amato, di non poter più condividere anche solo un pensiero; albergava anche nel mio animo l’ancor palpitante desiderio di vivere, per me stessa, per chi amo ed è ancora a fianco a me, ed anche per chi non c’è più, ed assaporare ogni singolo istante con intensità e consapevolezza, assegnandoli la preziosa unicità che merita.

Inoltre, il termine bruma mi ha rievocato una perla di saggezza popolare… che come sapete a me tanto piace!

Conoscete questo proverbio?

“Il mese di bruma dinanzi mi scalda dietro mi consuma”.

(http://www.toscanaintasca.it/mese-di-bruma/)

Parliamo, naturalmente, di novembre.

Il termine bruma deriva dal latino brevuma che significa “brevissimo” e stava ad indicare quel periodo dell’anno con le giornate più brevi, ovvero il periodo tardo autunnale. Il suo significato poi si è sdoppiato, anche per influenza del francese brume, andando ad indicare quella foschia, quella nebbiolina leggera, umida e che entra nelle ossa, tipica del novembre.

Foto Enrico Pasqualini


Quest’ultimo suo significato è diventato in italiano – e soprattutto in toscano – il prevalente. Novembre è appunto il mese della bruma: se anche le temperature non sono ancora quelle rigide dell’inverno, tuttavia l’umido e il freddo cominciano a farsi sentire; e ciò che è peggio, cominciano a farsi sentire a fasi alterne: sembra ancora caldo, finché il sole splende, poi, per la foschia e le giornate più corte, si fa freddo. Quindi, la saggezza contadina ci insegna con questo detto di non uscire troppo scoperti, perché si fa presto a prendersi un malanno: il tepore di novembre tradisce, dinnanzi ti scalda e dietro, alla chetichella ti consuma la salute!

Foto Enrico Pasqualini

Questo saggio adagio popolare si accompagna al proverbio più generale nei mesi con la erre non stare al sole e non ti metter per le terre, poiché, per lo stesso motivo, a fare una sudata e poi esporsi al fresco oppure a sdraiarsi sulla terra, che in questi mesi è umida anche se sembra secca, si rischia un malanno!

E con questa simpatica perla di saggezza popolare, quanto mai veritiera, vi saluto affettuosamente, vi ringrazio del tempo che mi avrete dedicato e vi do appuntamento alla prossima!!!

TESTO

1.Lenta e rosata sale su dal mare

2.la sera di Liguria, perdizione

3.di cuori amanti e di cose lontane.

4.Indugiano le coppie nei giardini,

5.s'accendon le finestre ad una ad una

6.come tanti teatri.

7.Sepolto nella bruma il mare odora.

8.Le chiese sulla riva paion navi

9.che stanno per salpare.

 

Foto Enrico Pasqualini

 

PARAFRASI

Perdizione = vuole indicare uno stato d’animo di intenso struggimento per la nostalgia degli amori perduti e delle cose perdute, pieno di malinconia e di tristezza.

Lontane = è da intendere sia come lontane nel tempo, sia come lontane nello spazio, cioè irraggiungibili.

s'accendon le finestre = metonimia (sostituzione di un termine con un altro, in questo caso la causa con l’effetto) per dire “si illuminano le finestre”.

Bruma = foschia; odora = diffonde il suo odore salmastro; nella bruma il mare odora = sinestesia (associa sfere sensoriali diverse: sfera visiva – bruma- + sfera olfattiva – odora).

 

Analisi e commento:

Il tramonto che colora di rosa la sera ligure conduce inevitabilmente ad una struggente nostalgia per affetti e cose lontane, passate. Sullo sfondo l’illuminarsi delle finestre, una dopo l’altra, dà l’impressione di un sipario che teatralmente si apre. L’immagine finale accosta le chiese sul bordo del mare a sagome di navi pronte a salpare per sfidare l’infinito.



Metrica:

versi liberi endecasillabi intercalati da due settenari (vv.6 e 9). Il linguaggio è sobrio e chiaro con una costruzione classica. Termini quotidiani coesistono accanto a vocaboli di carattere più aulico (perdizione, bruma,paion).

Barbara Pasqualini

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Immagini & fonti:

Vincenzo_Cardarelli2

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/0/02/Vincenzo_Cardarelli2.jpg

scritta-novembre-e1382607083528

http://www.prolococopertino.it/wp-content/uploads/2013/10/scritta-novembre-e1382607083528.jpg

Per San Clemente il verno mette un dente (23 novembre).

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