Viterbo CRONACA Chiedo scusa anticipatamente a quelli che ancora credono, come chi scrive, alle favole dei fratelli Grimm
Giuseppe Bracchi

 

Carissimi lettori voglio raccontarvi una storia.

Certamente non è una narrazione del livello più ricercato e senz'altro più richiesto dai lettori di questo quotidiano online, ma comunque sia, potrebbe interessarvi.

Mi è giunto per posta un piego di libri dell'Editrice Gondolin, con dentro un libro stupendo, che ho appena iniziato a leggere, ma del quale consiglio la lettura anche ai miei seguaci, che ancora credono che il presepe sia parte integrante della fede, della storia e del patrimonio storico e culturale d'Italia (a proposito: il presepe non fu opera di Francesco – quello Santo ovviamente, a Greccio?), che ancora credono che il matrimonio sia sacramento indissolubile, e non materia di annullamento per singoli Vescovi e che ancora credono che la Chiesa, Una, Santa Cattolica ed Apostolica, non sia “proprietà” del Papa.

Perciò, chiedo scusa anticipatamente a quelli che ancora credono, come chi scrive, alle favole dei fratelli Grimm e non si aggiornano sui più importanti temi politici, sociali, economici e religiosi, che invece lo renderebbero più accettabile e pronto per essere introdotto nei salotti bene della cultura viterbese e non solo.

Perché questa, diciamo così, lunga introduzione?

Beh... perché il coniglio.. oh, pardon! Il libro che ho tirato fuori dalla busta è opera del prof. Enrico Maria Radaelli e si intitola: “La Chiesa ribaltata. Indagine estetica sulla teologia, sulla forma e sul linguaggio del magistero di Papa Francesco”, con prefazione di Antonio Livi.

Sono andato subito alla ricerca del curriculum vitae del suddetto professore, temendo che anche lui avesse un passato modesto ed, invece, leggete di seguito: “Enrico Maria Radaelli, docente di Filosofia e Director of Department of Aesthetic Philosophy of iInternational Science and Commonsense Association (ISCA, Roma), articolista sull'Osservatore Romano, ha collaborato per tre anni alla cattedra di Filosofia della Conoscenza (sezione Conoscenza estetica) della Pontificia Università Lateranense.

Beh... leggendo meglio, ho scoperto qualcosa di drammatico. Ovvero, l'opera del prof. Radaelli è un “Indagine estetica sulla teologia, sulla forma e sul linguaggio di Papa Francesco, anche alla luce del pensiero gnostico sul mistero d'iniquità come esposto nella seconda lettera ai Tessalonicesi. Lo studio prende in considerazione sia il magistero papale nel suo insieme che nei quattro atti più significativi avvenuti nei primi nove mesi del pontificato: la Lettera enciclica Lumen Fidei, l'intervista a Civiltà Cattolica, l'intervista a Eugenio Scalfari e l'Esortazione apostolica Evangelii gaudium. Il discepolo di Romano Amerio dimostra in questo libro che il rischio di un amore senza la sua legge rischierebbe persino – se solo fosse possibile – il ribaltamento dell'essenza della Chiesa”.

Mi sono passato le mani sui pochi capelli, che ancora mi sono rimasti sulla cute, mi sono stropicciato gli occhi ed ho riletto meglio il nome e cognome del docente di cui il professor Radaelli era stato allievo: Romano Amerio... nientepopodimenoché..!!!!!!!

Romano Amerio, per chi non lo sapesse, è stato uno dei (pochi? Ma, si potrebbe citare anche il valente filosofo e teologo Cornelio Fabro) vigili custodi dell'ortodossia cattolica contro le deviazioni del Concilio Vaticano II e del quale consiglio la lettura dell'opera “IOTA UNUM” e sulle cui deviazioni uno dei Pontefici più “maleducati” osò parlare del fumo di satana all'interno della Chiesa (corsi e ricorsi storici?)

Caro prof. Enrico Maria Radaelli, che dirle? Buona fortuna!! Intanto, però, questo maleducato farà doverosa pubblicità al suo libro (Enrico Maria Radaelli, La Chiesa ribaltata. Indagine estetica sulla teologia, sulla forma e sul linguaggio del magistero di papa Francesco. Prefazione di Antonio Livi, e.mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). E' vero che una rondine non fa primavera, come recita un proverbio e che, pertanto, la sua opera è solo una goccia nell'immenso oceano. Ma ce n'è un altro di proverbio, il quale dice che l'ABITO NON FA IL MONACO!! Fine della storia, Buona lettura a tutti!!

Giuseppe Bracchi

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