La Quercia STORIA A PIEDI

Voglio ringraziare il mio amico Gianfranco Ciprini per aver concesso la pubblicazione di questo impegnativo e meticoloso studio. E' l'ennesima prova d'amore che la Madonna della Quercia infonde a noi, che abitiamo a due passi da Lei. Gianfranco ed io, Querciaioli, anzi "Cerquaroli", affettuosi verso quella Madre che con tanta dolcezza rallegra gli animi nostri e di chi col cuore, Le sta vicino. (m.g.)

La Madonna della Quercia e la Via Francigena

Il Medioevo fin dall'inizio fu contrassegnato da un fenomeno che, pur nascendo da esigenze per così dire spirituali, ebbe un fortissimo impatto sull'intera società, ponendo le basi per un incessante muoversi d’uomini e merci lungo antiche o rinnovate direttrici: il pellegrinaggio.

Un caso esemplare di questo passaggio può essere rilevato nella più importante via di comunicazione di cui l'Europa dispose per tutto il Medioevo: la via Francigena, un percorso che si formò nell'VIII-IX secolo a partire da un'esigenza di natura strategica e militare per divenire poi, con la pacificazione franca, via spirituale e culturale, espressione dell'anelito a Dio attraverso la fede e il pellegrinaggio nei luoghi sacri della cristianità.

I pellegrini provenienti soprattutto dalla Francia cominciarono ad entrare in Italia dal passo del Monginevro, dando così alla strada che da lì arrivava a Roma il nome di Francigena, cioè dei francesi.

La via prese a far parte di quella vasta rete di strade e percorsi che segnava l'Europa di pellegrinaggio e che univa tutti i maggiori luoghi di spiritualità del tempo. Molte erano le tappe importanti che i pellegrini trovarono nella Tuscia, tra queste fondamentale Viterbo.
In seguito, alla fine del 1400, con la trasformazione della società, una delle cose che rimase in vita fu ancora la via Francigena; cambiarono però alcune sue tappe fondamentali.

I pellegrini che da Montefiascone scendevano verso Viterbo, sicuramente saranno stati colpiti dal grande complesso monumentale che sorgeva quasi ai piedi della Palanzana e che arrivati ad una delle porte della Città capoluogo della Tuscia, Porta S.Lucia (oggi Porta Fiorentina) intravedevano in lontananza sulla sinistra: la chiesa ed il convento della Madonna della Quercia.

Tale visione era ancora possibile nei primi anni del 1900 come dimostrano alcune foto dell’epoca.

Il fatto che questo centro mariano fosse divenuto una tappa fondamentale per il percorso della via Francigena si può rilevare da tantissimi documenti, in particolare:

1.    Da numerose cartine topografiche che a partire dai primi anni del 1500 riportano puntualmente tra Viterbo e Bagnaia la chiesa della Madonna della Quercia; anzi è talmente importante tale complesso che viene anche riportato nell’affresco che riproduce l’Etruria nel corridoio delle carte geografiche in vaticano(fine 1500).

2.    Dai numerosi ed importanti privilegi che diversi pontefici vollero assegnare al Santuario; in particolare già nel 1481 Sisto IV aveva concesso “Il Perdono di settembre” una indulgenza plenaria annuale per la quale numerosissimi pellegrini accorrevano nella chiesa della Quercia la  domenica successiva alla festività della Natività della Madonna.

3.    Dalle costruzioni che sorsero intorno al Santuario, in particolare l’Hosteria Grande o l’Hospitio per i pellegrini che fu iniziato a costruire alla fine degli anni ’80 del 1400.

4.    Dai  pellegrini “famosi” che visitarono il Santuario a partire dagli ultimi decenni del 1400  e   proprio da Sisto IV che fu alla Quercia nel 1476.  

Iniziamo pertanto ed esaminare in sintesi i vari documenti:

1.    Alcune delle cartine topografiche:  

Primi anni 1500 disegno chiesa



Sala Com.Viterbo metà 1500 disegno chiesa  



Fine 1500 S. Maria della Quercia




  1636  S.Maria della Quercia



1646  La Cerqua    



1674  La Cerqua  



1696  S.Maria della Cerqua



  1712  S.Maria della Quercia



Vaticano Galleria Carte Geografiche particolari affresco
”Il Patrimonio di S.Pietro”, 1581

“ Tra Viterbo e Bagnaia c’è un TESORO”
La Madonna della Cerqua



            Vaticano Galleria Carte Geografiche particolari affresco 
”Il Patrimonio di S.Pietro”, 1581

Carta di Viterbo; a sinistra il grande viale fatto fare da Paolo III,
in fondo  il grande complesso monumentale della Madonna della Quercia
 

Numerosi sono  i racconti di viaggiatori che vennero a visitare l’Italia sia come uomini di fede sia come studiosi, racconti che diventano delle ”guide“ per gli altri di pellegrini e che riportano notizie sulla chiesa della Quercia.

Uno dei più famosi, Michele de Montagne, nel suo Journal du Voyage en Italie del 1580-81 scrive:
“…il Sabbato, festa di S. Michele, dopo desinare andai alla Madonna del Cerquio, discosta della città d'un miglio.

Si va per una grande strada molto bella, pari e dritta, guarnita d'alberi d’un termine e dall'altro, fatta studiosamente dal Papa Farnese.

La chiesa è bella, piena di gran religione e di voti infiniti. 

Porta la scritta latina, che fa cento anni, o in quel torno, essendo un uomo assalito da alcuni ladri e mezzo morto, ricorse a una quercia nella quale era questa immagine della Madonna; alla quale fatto, le sue preghiere, per miracolo fa invisibile a i ladri e cosi scampò un pericolo evidentissimo. Di questo miracolo nacque la particolar divozione alla Madonna.

Fu a torno della quercia edificata questa bellissima chiesa. Ora si vede il tronco della quercia tagliato da basso, e la parte dove è posta l'immagine attaccata al muro, & i rami intorno tagliati…”
 
Quanto riportato è tratto da un volume scritto nel 1889 dal prof. Alessandro d’Ancona, uno dei tanti commentatori dei Viaggi di Montagne, che scrive in una nota:

“Madonna della Quercia o in vernacolo locale, della Cerqua.
 Bellissima chiesa e convento, sorta, come narra la leggenda per la divozione dei fedeli ad una miracolosa immagine della Vergine, dipinta su una tegola, che era attaccata ad una quercia. La chiesa, il campanile ed uno dei chiostri sono opera elegantissima di Bramante.

I voti, cui accenna l'a.n. consistenti in figure grandi al naturale, mani, teste ecc., fra le quali curiosissima quella di uno in atto di essere colpito da una macchina di supplizio, molto simile alla ghigliottina, e rimastagli sospesa sul capo, rimasero nella chiesa, tutt'attorno ai cornicioni, fino al 1840.”
     
Dopo il famoso viaggiatore Francese altri, tra i tanti, che parlano del Santuario viterbese sono:
Pierre Du Val nel 1656, Sier de Rogissart nel 1706, Francesco Scotto nel 1747, S.E. Henry cardinale Duca di York nel 1776, Stefano Camilli nel 1824, Gustave Classe nel 1897, André Maurel nel 1906.


 Interessanti e preziosi per accrescere la fama del nostro santuario, furono anche le relazioni delle visite di alcuni Pontefici alla Madonna della Quercia.  


2. I privilegi


  Sisto IV, successo a Paolo II nel 1471, si raccomandò alla Vergine della Quercia per ottenere la libera¬zione di Roma dalla peste e, ricono¬scente, volle venire a visitarLa nel 1476, con¬cedendo alla Sua chiesa molti privilegi.

 Nel 1481, quando ritornò a vene¬rarLa, in ringraziamento dei molti be¬nefici ottenuti, concesse indulgenza plenaria perpetua a chi  avesse visitato la chiesa della Madonna della Quercia la domenica successiva alla festa della Natività di Maria; tale privilegio fu chiamato ” Il Perdono di Settembre” e cadeva la seconda domenica del detto mese.

Numerosi erano i pellegrini che accorrevano per lucrare tale indulgenza anche da località molto lontane ed era l’occasione per coloro che si portavano a Roma  per  sostare alla Quercia.

1521
 
A.S.M.Q.
         

Innocenzo VIII ricorse alla Vergine Santissima della Quercia quando, ammalatosi gravemente, tutti disperavano della sua vita.
In ringraziamento della salute recuperata, il papa inviò un prezioso parato d'altare e con un Breve, 3 settembre 1487, dava la possibilità, allora davvero cosa straordinaria, di distribuire nella chiesa della Quercia comunione a chiunque ed in qualsiasi momento, fuorché nel giorno di Pasqua.

Alessandro VI, Costretto a fuggire davanti ai francesi di Carlo VIII re di Francia, si ricordò, rinchiuso in Orvieto, della Vergine della Quercia e a Lei si raccomandò.
Nel mese di giugno del 1495, ormai libero, venne a ringraziarLa per il favore celeste ottenuto.
Per suo ordine, vennero a stare nel convento della Quercia i frati discepoli del padre Girolamo Savonarola, i quali riuscirono, con la loro santità, a diffondere, per tutto il mondo allora conosciuto, la devozione verso la Madonna della Quercia.

Giulio II, famoso per il suo carattere a volte anche violento ed impetuoso, più volte (1505¬1509) piegò le sue ginocchia davanti alla Immagine dipinta su di un'umile tegola. Il suo stemma, in ricordo, fu posto sulla facciata della chiesa. Volle, anche, che la fiera di Settembre, detta di S. Michele, concessa a Viterbo nel 1240 da Federico II imperatore, fosse spostata a Campo Graziano, fosse libera da ogni dazio e dovesse svolgersi durante gli otto giorni precedenti e seguenti la festa della natività della Madonna.

Leone X, nel 1516 emanò una Bolla che spostò la fiera di settembre a Maggio 15 giorni prima e dopo la Pentecoste; tale fiera doveva essere effettuata solamente a Campo Graziano.
Il 27 settembre del 1517, venne a La Quercia a celebrare un solenne pontificale all'altare della Madonna, davanti alla quale ritornò anche nel 1518.

Clemente VII, grato della protezione ricevuta quando i Lanzichenecchi invasero lo Stato Pontificio e misero a ferro e fuoco Roma, venne più volte nel 1528 a ringraziare la Madonna della Quercia.
Il 15 gennaio 1533 inviò un Breve nel quale scomunicava tutti coloro che ingiustamente avessero preso dei beni spettanti alla chiesa della Quercia.
 
Paolo III, il papa viterbese, quasi ogni anno del suo pontificato, venne a rendere omaggio alla Madre Celeste dipinta su di una tegola, a lui tanto cara. Nel 1536 fece dorare con lamina finissima tutto il soffitto a lacunari della navata centrale, soffitto di Antonio Sangallo il Giovane (1518 1530); nel 1539 volle che fosse costruito lo splendido viale che da Viterbo viene al santuario. 

Il 4 ottobre dei 1544, celebrò un solenne pontificale, in ringraziamento alla Madonna per averlo aiutato a pacificare i principi cristiani riuniti a Nizza; nel 1546 istituì l'ordine dei Cavalieri del Giglio, che avevano come insegna la Madonna della Quercia. Ripristinò la fiera di settembre da farsi cinque giorni prima e cinque dopo la festa della natività della Madonna.  

Giulio III, nel suo primo anno di pontificato, 1550, anno di giubileo universale, concesse un grandissimo privilegio al nostro santuario: concesse, a tutti coloro che avessero visitato la chiesa della Madonna della Quercia il 14 settembre di quell'anno, tutte quelle indulgenze che avrebbero potuto ottenere se avessero visitato le quattro basiliche romane.
 Nel 1553 venne a visitare la Vergine della Quercia e ad implorare il suo aiuto. Celebrò al suo altare ed in rendimento di grazie lasciò i paramenti sacri.

A.S.M.Q.

 

Paolo IV, che da cardinale aveva visitato il nostro santuario, nel 1558 il 18 gennaio inviò un Breve in cui scomunicava tutti coloro che avessero usurpato i beni del convento e della chiesa della Madonna della Quercia.

Pio IV, non riuscendo a venire a visitare la Sacra Immagine, inviò più volte a La Quercia suo nipote San Carlo Borromeo. Nel 1560, il santo vescovo milanese venne insieme con San Filippo Neri e su istanza dei padri domenicani, pregarono il Papa di fare due Brevi che davano molti ed importanti privilegi alla chiesa della Madonna della Quercia.  

San Pio V, che potremmo chiamare senza ombra di dubbio il papa della Madonna della Quercia, da religioso e da cardinale, spesso, era ricorso al Suo aiuto, venendo ad invocarla nel Suo santuario e sempre era stato esaudito.
Eletto papa, inviò un Breve in cui venivano aboliti gli amministratori laici dei beni della Chiesa della Quercia. Successivamente, in occasione della spedizione cristiana contro i Turchi, raccomandò i soldati dell'armata cattolica alla Madonna della Quercia; ottenuta, in maniera miracolosa, la vittoria, volle inviare un suo personale ex voto nel quale fece raffigurare la battaglia navale ed in alto la Madonna della Quercia, alla quale tanto si era raccomandato; Giovanni d'Austria, comandante della flotta cristiana, portò come ex voto due bandiere delle navi turche sconfitte. Sarebbe venuto personalmente a ringraziare la Vergine, ma il Signore lo volle con sè.

Gregorio XIII, confessava che la sua elezione al papato era dovuta alla miracolosa intercessione della Madonna della Quercia. Nel 1576 concesse all'altare della Madonna lo stesso privilegio di quello di S. Gregorio a Roma: qualunque sacerdote avesse celebrato la messa in detto altare avrebbe potuto liberare un'anima del Purgatorio.
Ammalatosi gravemente, si raccomandò alla "Sua" Madonna e ottenuta la salute volle venire a ringraziare la Vergine; il 15 settembre del 1578 celebrò la s. messa all'altare della Madonna della Quercia e lasciò paramenti sacri.
Concesse indulgenza plenaria a chi avesse visitato la nostra chiesa in uno degli otto giorni compresi tra la domenica della Natività della Madonna e la domenica seguente, ed anche il secondo ed il terzo giorno di pasqua (giorni delle tradizionali processioni dei viterbesi, della gente di San Martino e di Bagnaia alla Madonna della Quercia).

Sisto V, pur non venendo mai a La Quercia, si mostrò molto devoto della Madonna della Quercia; infatti andò a visitare solennemente la chiesetta che la Confraternita dei Macellari romani teneva a Trastevere e che era intitolata a "S. Maria della Cerqua" ed in tale occasione la arricchì di indulgenze. Inviò anche un Breve il 14 agosto 1585 con il quale concedeva numerosi privilegi alla chiesa ed al convento della Quercia.

Il 25 aprile del 1597, Clemente VIII, con un gran seguito di cardinali e cavalieri, venne a visitare la Vergine della Quercia e celebrò la Messa all'altare della Madonna, lasciando tutti i suoi paramenti sacri.Il 10 settembre del 1601 inviò un Breve nel quale stabiliva che la fiera che si teneva a settembre dovesse cominciare il 12 e dovesse terminare il 4 ottobre, mentre per la fiera di maggio l'inizio fu fissato al mercoledì prima della Pentecoste e stabilì che dovesse durare ancora otto giorni dopo il Corpus Domini.

Ebbe un gran venerazione per la Madonna della Quercia anche Paolo V. Con un suo Breve del 15 ottobre 1606 confermò tutti i privilegi di immunità, esenzione, libertà, favori, dispense, concessi da qualunque Papa precedente. L'anno 1607 con un Breve spedito il 31 gennaio concesse indulgenza plenaria perpetua per tutti i giorni delle due fiere di maggio e di settembre a chi, confessato e comunicato, avesse visitato la Chiesa della Quercia; ed anche per ciascun giorno di tutto l'anno concesse indulgenza plenaria a coloro che, iscritti alla Compagnia del S. Rosario, confessati e comunicati, avessero visitato l'altare della Vergine. Con un altro Breve dei 23 marzo 1609 lanciò scomunica, riservata al Papa, contro qualsivoglia persona che avesse preso o prestato libri della libreria del Convento.

 Urbano VIII riconobbe la sua guarigione da una grave malattia dovuta all'intercessione della Madonna della Quercia. Per questo motivo mandò il nipote Don Taddeo Barberini con la moglie Anna Colonna e la madre Costanza Magalotti a portare in rendimento di grazie 2 gran ceri e 5 medaglioni d'oro recanti il suo stemma e la sua effigie. Quando nel 1630 esplose la peste in Lombardia, peste di cui parla il Manzoni nei Promessi Sposi, il Papa, desiderando che lo Stato Pontificio rimanesse immune dal contagio, invitò tutti i suoi sudditi a raccomandarsi alla Madonna della Quercia e concesse perciò un giubileo straordinario nella Chiesa della Quercia per i mesi di settembre, ottobre, novembre. La fede del popolo e la bontà della Vergine riuscirono a fermare il terribile morbo. Il pontefice Urbano VIII inviò ancora un Breve il giorno 12 maggio del 1640 con il quale scomunicava tutti coloro che si fossero impadroniti ingiustamente dei beni della chiesa e del convento della Madonna della Quercia.  

A.S.M.Q.

Per i molti benefici ottenuti dalla Madonna della Quercia Innocenzo X con un Breve del 10 luglio 1646 concesse per 7 anni a chi avesse visitato i sette altari della Chiesa della Vergine S.S. tutte quelle indulgenze che si potevano ottenere visitando i sette altari della Basilica di S. Pietro a Roma. Venne personalmente a visitare la Sacra Immagine il 22 ottobre del 1653 e ci ritornò il 26 per ascoltare la S. Messa davanti alla Tegola Santa. Nell'occasione lasciò una pianeta con il suo stemma e numerose elemosine in riconoscenza dei grandi favori sia materiali che spirituali ricevuti dalla Madonna della Quercia, in particolare per la guarigione da una malattia mortale avuta poco tempo prima.

Il beato pontefice Innocenzo XI venne più volte, in minoribus, a visitare la 'Vergine ed una volta eletto Papa era solito chiamare la chiesa della Madonna della Quercia "il Santuario dello Stato Pontificio". Con un Breve del 4 gennaio 1679 concesse indulgenze varie a chi avesse visitato una volta a settimana la Chiesa della Quercia. Con un altro del 22 marzo sempre del 1679 concedeva indulgenza plenaria per la preghiera delle 40 ore da effettuarsi davanti alla immagine della Madonna della Quercia la domenica delle Palme. Infine, con un altro Breve del 2 dicembre del 1679 concesse indulgenza plenaria a chi  avesse visitato la Chiesa della Quercia nel primo ed ultimo giorno della novena di Natale e altri tipi di indulgenza durante tutta la novena.

 Quando Innocenzo XII era ancora governatore della città di Viterbo, era solito recarsi quasi ogni giorno a rendere omaggio alla Madonna della Quercia. Durante i giorni festivi spesso si fermava a mangiare con i domenicani. Salito sul trono pontificio nel 169L spesso ricordava agli amici i benefici ricevuti dalla Vergine S.S. della Quercia ed a Lei attribuiva tutto ciò che di felice aveva ricevuto dalla vita. Essendo ormai avanti con gli anni, cadde e molti dubitavano si sarebbe ripreso. Ma, raccomandatosi alla. Madonna della Quercia, riacquistò in breve tempo la salute. Voleva venire a rendere grazie alla Madonna e una volta si iniziarono a riparare le strade che portavano da Roma a La Quercia proprio per questo motivo, ma gli  impegni sempre glielo impedirono con suo sommo dispiacere.  

Ad Innocenzo XII successe Clemente XI ed anch'esso ebbe nei riguardi della Madonna della Quercia una notevole devozione. Nel 1701 il 14 gennaio inviò un Breve in cui concedeva indulgenza plenaria a chi, confessato e comunicato, avesse pregato davanti all'altare della Vergine per la pace tra i principi cristiani. Così pure con un Breve spedito il 24 marzo 1705 concesse indulgenza plenaria «in feria VI post dominicam Passionis» a chi, confessato e comunicato, avesse pregato per la pace tra i principi cristiani e contro le eresie, indulgenza da potersi applicare anche alle anime dei defunti. Concesse ancora indulgenza plenaria nella festa per l'incoronazione della Madonna della Quercia il 30 maggio 1706. 

 Fu molto devoto della Madonna della Quercia Benedetto XIII. Le concesse indulgenza perpetua dei sette altari il 20 febbraio 1726 e non appena gli si offrì l'occasione venne a renderLe omaggio. Infatti il 9 novembre del 1727, venuto a Viterbo per consacrare l'Arcivescovo di Colonia, l'Elettore di Baviera Clemente Augusto Maria, scelse per la funzione la chiesa della Quercia. Fu una cerimonia veramente imponente alla quale parteciparono numerosi cardinali, vescovi e principi. Al termine della consacrazione il S. Padre si fermò a pranzo nel refettorio del convento. In ricordo della visita di Benedetto XIII rimangono due lapidi; una è all'ingresso del convento dove è scolpito:

BENEDICTO XIII PONT MAX/ ORD PRAEDIC/HANC IANUAM INGREDIENTI/DIE IX NOV MDCCXXVIL

L'altra nel refettorio dove il pontefice si fermò a pranzo, sulla quale è scolpito:

BENEDICTUS XIII PONT MAX/ ORD PRAEDIC/HAC SUB NOLA SEDIT SUISQUE / CUM FRATRIBUS PRANDIO SE REFECIT / DIE IX NOVEM MDCCXXVII.  

Per interessamento della principessa Vittoria Altieri Pallavicini, il papa Clemente XIII inviò un breve in cui concedeva alla chiesa della Madonna della Quercia indulgenza plenaria per sette altari, scelti dal cardinal Giacomo Oddi vescovo di Viterbo: l’altare del Santissimo Sacramento, quello della Beatissima Vergine, di S. Pietro martire e S. Tommaso d’Aquino, del Santissimo Crocefisso, di S. Domenico, di S. Raimondo, di S. Carlo Borromeo; tale indulgenza già una volta era stata concessa da Innocenzo X ma scaduti i sette anni non era mai stata rinnovata.  


A.S.M.Q.


Anche il colto Papa romagnolo Clemente XIV fu devoto dell'umile immagine della Madonna della Quercia. Intervenne in maniera definitiva su una lite che si trascinava da molti anni circa la libertà delle fiere della Quercia che i viterbesi volevano fossero soggette ai dazi ed alle imposte comunali. Il Papa inviò un Breve, il 31/8/1772, in  cui confermava definitivamente il privilegio delle fiere di maggio e di settembre di essere libere cioè esenti da ogni dazio e imposta. In precedenza, nell'ottobre del 1769, aveva inviato altro Breve in cui concedeva indulgenza plenaria a tutti coloro che avessero visitato la chiesa della Madonna della Quercia la 4° domenica di ogni mese.

Impressionato dai continui miracoli operati dalla Vergine S.S. della Quercia Pio VI, il 28 agosto 1784, approvò le lezioni e la S. Messa propria da recitarsi dai Religiosi del Convento nella IV domenica di settembre, giomo in cui una volta si festeggiava la Madonna, sotto il titolo «Commemoratio Benefitiorum B.M.V. ad Quercum». Il 18 agosto 1788 approvò tutto l'officio proprio, estendendone la recita anche al clero secolare e regolare ed alle monache della città di Viterbo e dei luoghi adiacenti ad essa. Per la sua liberazione dalle mani di Napoleone fu donato ai francesi tutto il tesoro della Madonna della Quercia.

 Durante i prini anni del 1800, il convento di S. Maria della Quercia fu scosso dagli avvenimenti che avevano infuocato l'Europa tutta. Ma ancora una volta la Vergine S.S. aveva fatto sì che ai suoi piedi si ritrovassero uomini di grande fede. Tra loro ci fu P. Lacordaire, il rifondatore dell'ordine Domenicano francese, il quale volle la «Vierge du Chéne» come protettrice dell’Ordine Domenicano Francese. Infatti fece fare una copia dell'immagine S.S. da un suo amico e frate domenicano  francese Besson e la portò a Nancy.

 Altri Pa¬dri tentarono di ricostruire la comuni¬tà Domenicana dispersa e accorse loro in aiuto Gregorio XVI che, il 4 ottobre del 1841, venne a visitare la Chiesa ed a venerare la Vergine. Esi¬ste ancora oggi una lapide posta so¬pra la stanza del convento che ospitò il Papa su cui fu scritto:

GREGORIUS XVI PONT. MAX. / IV NONAS OCTOBR. A. MDCCCXLI / VENERATUS IN TEMPLO / MARIAE VIRGINIS IMAGINEM / CUI NOMEN A QUERCU / AEDICULAS     ISTAS / SUA PRAESENTIA NOBILITAVIT.

Poi il 20 agosto 1843 accolse l'istanza di un gruppo di essi a riprendere la vita comune nel convento di S. Maria della Quercia sotto lo sguardo amabi¬le della Madre Celeste. Così rifiorì il convento e da esso numerosi frati domenicani partirono a portare il messaggio di Cristo in molte parti d'Europa e del mondo intero recando sempre con loro l'immagine della Madonna della Quercia.

La devozione della Madonna della Quercia riprese vigore ed il convento divenne un centro di fede e di incontri spirituali in tempi molto difficili per tutti. Lo stesso pontefice Pio IX volle visitare la chiesa e rendere omaggio alla Vergine della Quercia il 4 settembre del 1857, raccomandando a Lei le sorti della Chiesa che stava vivendo momenti particolarmente dolorosi. Testimonianza della sua visita è una lapide sopra una cella del Convento su cui è scolpito:

PIUS IX P.O.M ./ PERLUSTRATIS SEPTENTRIONALIBUS PROVINCIIS / PER AEMILIAM HAETRURIAMQUE ROMAM REDIENS / VIRGINEM DEIPARAM A QUERCU VENERATUS / HIC PRID. NON. SEPTEMB. MDCCCLVII / SUBSTITIT GG. FF.

Quando i Padri Domenicani nel 1867 decisero di festeggiare il IV centenario della Madonna della Quercia, il Papa con lettera apostolica del 27 agosto del 1867 si degnò di erigere in Basilica la Chiesa della Madonna della Quercia accordando indulgenza plenaria nei giorni di Pentecoste Ascensione, Nascita, Concezione Assunzione, Purificazione e nel giorno della festa della Vergine S.S. del la Quercia.

 

3. Opere costruite per i pellegrini

La grande HOSTERIA-Hospitio, fondata alla fine del 1400 costruita poi agli inizi del XVI secolo , veniva  affidata a delle persone  che  si  impegnavano a non tenere presso di sé donne di malaffare e ad ospitare, oltre i pellegrini e i bisognosi di cure, quando ce ne fosse stato bisogno, i lavoratori delle terre dei frati. Era esente da qualsiasi tassa comunale.

Particolare Cabreo 1656 

 


Particolare Cabreo 1749

Davanti alla Chiesa ci si poteva, anzi ci si può ancora,  rinfrescare con l’acqua di una fontana, simile nella fattura a quella esistente nel chiostro conventuale di S. Maria in Gradi,  a Viterbo, datata 1480,acqua che in un primo momento veniva fatta arrivare manualmente in occasione delle fiere e delle grandi occasioni in cui accorrevano alla Quercia numerosi pellegrini.
Nel 1518, da alcune sorgenti  esistenti in una zona chiamata Rispoglio, lontana più di un miglio dalla chiesa, fu condotta alla fontana l’acqua corrente; il lavoro fu pagato  dal papa Leone X  a ricordo di una delle sue visite alla Madonna della Quercia. 



Cabreo 1749 ; il santuario e le botteghe con la fontana al centro della piazza

Il 16 settembre 1536, ” … venne a Viterbo papa Paulo III nostro ciptadino et mio padrone. Venne prima alla Madonna della Cerqua dove io m° Sacco ero offiziale, et per mia intercessione et preghiere ordinò si facesse et finisse a sue spese il palco d’oro, il quale era cominciato a tempo di mio zio m° Francesco Sacchi.
Supplicai ancora si facesse una strata da Viterbo alla Madonna,dritta et bene ordinata;
 et anco che si riserrasse il campo della Fiera, et si murassero altre botteghe.
Et così Sua Santità il tutto ne concedè…”.

La bellissima strada che collega Viterbo al Santuario, come sopra ricordato, fu fatta costruire da Paolo III  nel 1539; lungo di essa nel 1541 venne posta, per refrigerio dei tanti pellegrini una fontana, costruita da Mastro Fracassa e scolpita, nel 1588, dal Malanca e fu realizzata una cappellina intitolata al SS. Crocifisso, fatta costruire da alcune pie donne nel  1549 .


Particolare mappa di Viterbo del Ligustri sec. XVI


Interessante una lettera che il Padre domenicano Enrico Lacordaire , famoso oratore francese, che fece il suo noviziato nel convento della  Madonna della Quercia , scrive proprio durante il suo noviziato ad un amico.
In questa lettera mette in evidenza come i viandanti , entrando da porta Fiorentina, rimanessero impressionati dall’imponente mole del Santuario della Madonna della Quercia che si poteva vedere da quella posizione ed era ancora visibile alla fine dell’ottocento come dimostra una fotografia dell’epoca.


Tratto da Annali Cattolici, anno III, vol. III – Genova 1866









Foto fine  sec. XIX e particolari ; da porta Fiorentina si vede il viale con in fondo la chiesa della Madonna della Quercia

 


4.Alcuni pellegrini importanti  

1476 papa Sisto IV; 1480 Della Rovere Domenico,cardinale di S.Clemente; 1481 papa Sisto IV; 1490 Cybo Lorenzo,cardinale di Benevento; 1494 Pallotta Evangelista, cardinale; 1488 beata Colomba da Rieti; 1495 papa Alessandro VI; 1496 beata Lucia da Narni; 1505 Orsini Matteo, vescovo di Calvio; 1505-1509 papa Giulio II; 1510 Santori Fazio cardinale di S.Sabina; 1511 Matteo vescovo di Mugnano;1512 Baglioni Fierobraccio signore di Sipicciano, padre di Pirro; 1513 Francesco da Pavia protonotario di corte; Matia da Roma segretario card.di S.Giorgio; Mapheo Francesco da Verona;  1514  Farnese Alessandro cardinale poi papa Paolo III;  1515 Monsignore di S. Pietro in Vincoli; Tornabuoni Giuliano; 1517 papa Leone X; 1517 Farnese Beatrice, signora di Sipicciano, moglie di Antonio Baglioni conte di Castel di Piero; 1518 papa Leone X; 1519 vescovo di Rapolano; Riario  Raffaello card. Di S.Giorgio; 1520 Baglioni Panthasilea, signora d'Alviano, moglie di Bartolomeo; Farnese Giulia sorella di Paolo III; cardinale Aginense; conte Rangoni Annibale, la moglie fu donna Maria Costanza;  1521 Orsini Giustiniana contessa d'Anguillara, moglie di Orsini Virginio Gentile ; 1522 madonna Felice  Orsini della Rovere; Capponi Niccolo', ambasciatore fiorentino;  Giampigliazzi Iacopo, ambasciatore fiorentino; 1523 Pucci Alessandro, ambasciatore fiorentino; 1524 cavaliere  frate Doria Lamberto; monsignore Gouffier du Boissy Arturo, Gran Maestro ; 1525 Ridolfi Niccolo', vescovo Viterbo; 1528 papa Clemente VII; Bisconti, Juliano; Campeggio Lorenzo cardinale, nunzio in Inghilterra e Germania; Dati Michele, fiorentino; Gonzaga Ercole, cardinale di Mantova; Bobadilla Francesco, monsignore di Salamancha; Grimaldi Girolamo,cardinale fam. Genovese; Medici Lorenzo di Galeotto, duca d'Urbino nipote di Leone X; Medici Galeotto, inviato fiorentino; cardinale  Orsini Franciotto, arcivescovo di Sorrento; 1529 Piero, fattore del sig. GiovanCorrado; 1530 De VioTommaso detto cardinale Caetano o Gaetano o di S.Sisto gen.Domenicani; Maramaldo Fabrizio, capitano truppe imperiali; 1531 Di Cesis     fratello cardinale di Cesis; Santa Croce Onofrio, figlio di Giorgio, Signore di Viano; 1532 Cybo Lorenzo, governatore di Spoleto, nipote di Leone X, sposò Ricciarda Malaspina; cardinale Dary; 1534 Farnese Costanza, figlia di Paolo III, madre di Guido Ascanio Sforza; 1535 Orsini  Girolama, moglie di Pierluigi Farnese; 1536 papa Paolo III; 1539 Farnese Ottavio, figlio di Pierluigi, nipote di Paolo III; 1540 Mandrucci Cristofaro, cardinale di Trento; cardinale Farnese Alessandro, nipote di Paolo III; Sforza GuidoAscanio, cardinale di S.Fiora, nipote PaoloIII, figlio di Costanza Farnese; cardinale Trivulzi Agostino; 1541 De Toledo Juan Alvarez, cardinale Burgense, arcivescovo di Burgos; Farnese    Contarina; Farnese Serafina; 1542 Piccolomini Alfonso, duca d'Amalfi; Morone    Giovanni, cardinale, figlio di Girolamo,cancelliere milanese; 1543 Arcivescovo di Spalato; Gonzaga Giovanna; 1544 papa Paolo III; Della Rovere Giulio, figlio di Laura Orsini, figlia di Giulia Farnese; Caraffa GianPietro cardinale di Napoli, poi papa Paolo IV; Orsini    Girolama, madre del Farnese( cardinale Alessandro); 1546    Signora Colonna, moglie del sig. Martio Colonna;  Farnese Giulia signora di Bomarzo, moglie di Vicino Orsini, figlia di Galeazzo; Pucci Antonio cardinale, penitenziere maggiore; 1547 cardinale Inghilese; 1551 signore di Gallese;  1553 papa Giulio III; Salviati, cardinale di Ferrara; Sforza Guido Ascanio,cardinale di Santa Fiora, vescovo di Parma, nipote di papa PaoloIII; 1554 monsignore  Nachiante; 1555 marchese  Della Padula; Contessa di Pitigliano; 1556 Dal Viana Fieravante; 1558 vescovo  Mondovì; 1559 signore Caraffa, nipoti di PaoloIV; De Rustici Gerolamo, vescovo di Torpea, Calabria;

Caraffa Giovanni, Duca di Palliano, nipote di Paolo IV; vescovo Mondovì; 1560 Borromeo S.Carlo; Neri S.Filippo; signori e signore Caraffa; Della Rovere Giulio, figlio di Laura Orsini, figlia di Giulia Farnese; 1561 Ghisleri Antonio Michele, cardinale Alessandrino,poi  papa S. PioV; Cornaro    Luigi, cardinale camerlengo; Della Rovere Giulio, figlio di Laura Orsini, figlia di Giulia Farnese; 1564 Duchessa di Castro; Cardinale di S.Giorgio; Signora  Spiriti, moglie di GiovanBattista; 1565 cardinale Cornaro; 1569 Cardinale di Perugia; 1570 Bossi Domenico; monsignore  De Torres; Cardinale di Perugia; Medici Ferdinando,cardinale Gran Duca di Toscana; cardinale protettore Morone; 1571 Rodolfo, frate cavaliere di Malta; 1572 madonna Sigismonda; monsignore  Di Sarno; 1573 Bonelli Michele, cardinale Alessandrino, nipote di S.PioV; cardinale di Urbino; Farnese Alessandro, cardinale; 1574Bonelli Michele, cardinale Alessandrino, nipote di S.PioV; 1575 Borromeo S.Carlo, cardinale; 1576 Bonelli Michele, cardinale Alessandrino, nipote di S.PioV; Nini Cornelia; 1577 Gambara GiovanFrancesco, vescovo di Viterbo; vescovo Mondovì; 1578 papa Gregorio XIII; arcivescovo di Napoli; 1579 cardinale GioFrancesco Gambara; 1580 Arrigoni Pompeo; monsignore Bianchetto; monsignore  Di Cenere; 1582 Borromeo S.Carlo,cardinale; cardinale Paleotto; 1584 Rinucci Alessandro; 1585 principi giapponesi, i «Daimyo» di Bungo, Omura ed Arima; 1587 Farnese Cleria, figlia card.Alessandro; 1589 cardinale Gaetano, legato per la Francia; 1590 moglie del Principe di Bisignano; cardinale  Giustiniani; 1591signora Cybo, moglie del conte Ercole Cybo; Farnese Giulio, figlio di Ottavio Farnese duca di Parma; Peretti Camilla; Acquaviva  D'Aragona Ottavio, arcivescovo di Napoli; Farnese Alessandro, duca di Parma e Piacenza figlio di Ottavio e Margherita d'Austria; cardinale  Montalto; cardinale Sfrondati, nipote papa  Gregorio XIV; 1592 Acquaviva  Marcello, cardinale nunzio a Venezia vicelegato a Bologna; Baglioni Flaminia, moglie di Federico Baglioni; sorella cardinal Sfrondati; 1593 arcivescovo di Ragusa; monsignor Miranda    , maestro sacro palazzo; Montalto Peretti Alessandro, cardinale; signor Pinello, fratello cardinale Pinello; 1594 Peretti Andrea; Montalto  Francesco, cardinale; Pascaruccio Lelio, canonico S.Maria Maggiore; monsignor Bentivoglio, vescovo di Montefiascone; cardinale di Camerino; cardinale Giustiniani; monsignor Miranda, maestro sacro palazzo; Paleotto Gabriele, cardinale; 1595 Orsini Virginio, duca di Bracciano; Peretti Flavia, moglie di Virginio Orsini; 1596 Farnese Ferrante Ferdinando, vescovo di Parma; Corsaro Francesco,vescovo di Treviso; Mellini Bianca; Montalto Peretti Alessandro, cardinale; 1597 Cerini Salustia, moglie cav. Crescenzi; Colonna Marc'Antonio, connestabile; Marchese Vigliano, ambasciatore di Spagna; Giustiniani, Giuseppe; Isaresi Paolo, Vicario Generale Domenicani; 1598 Pier Benedetti    Mariano; Baglioni Santa Croce Margherita; Beccaria Ippolito Maria, Generale Domenicani; Marciani Caterina, moglie conte Ludovico Marciani; 1599 Baglioni Federico; Baglioni Flaminia,moglie Federico Baglioni; Pascaruccio Lelio, canonico S.Maria Maggiore; marchese Peretti; cardinale Sfrondati; 1600 Pallavicini Ottavio, cardinale; 1601 cardinale Tristan; 1602 cardinale Bianchetto; vescovo Celso; De Serlupis GiovanBattista; Marinoni Giovan Antonio; Nini Jacopo; marchese Peretti; cardinale di San Marcello; 1603 Pinelli Bettina  da Genova; San Vitali    Galeotto, vicelegato di Viterbo; 1604 cardinale di Camerino; Colonna Pirro; frate Arcangelo detto il Corsagnino, da Lucca; Farnese Ranuccio, duca di Parma; marchese di Riano; Lucani Marcantonio; Orsini    Maria Maddalena ; cardinale Peretti; Senesia Bartolomea, moglie marchese Senesia; 1605 donna Camilla; granduca di Mantova; Montalto Peretti Alessandro, cardinale; 1606 Bandini Ottavio, arcivescovo di Fermo decano Sacro Collegio; signori e signore Bussi, parenti  di Papirio Bussi; contessa Dell'Ancillotto; Duchessa di Bracciano; granduca di Mantova; Chigi Lucrezia; Monaldeschi GiovanRinaldo; principe Peretti; Querreschi    Vincenzo;  
1607 Argenti Matteo; moglie marchese di Fosdenovo; monsignore Palazzo, vicelegato;
1608 Bussi Papirio; Colonna Marcantonio, connestabile; 1609 Bussi Giulio; 1610 duchessa di Bracciano sorella Montalto; Monaldeschi GiovanRinaldo; signori Orsini, eredi di Flavia Orsini; principessa Peretti; 1611 cardinale Montalto; 1613  ambasciatore dell'Imperatore; 1614    abate Pignatelli; 1618 Farnese Odoardo, cardinale, figlio di Alessandro; 1619 Zacchia Laudivio, vescovo di Montefiascone; 1620 cardinale Cobelluzzi; duchessa Farnese; Farnese Giulia, principessa della Vetrana; Monaldeschi Francesco; Maildachini Olimpia, moglie di Pamfilio; Peretti    Michele, principe; Poggi Lucrezia, nei Chigi; Spadenzi Donato, cavaliere; 1621 Baglioni Antonina; Capponi Simona; cardinale Cobelluzzi; 1622 cardinale Montalto; Montalto Francesco; 1623 duca di Latera; 1625 Grimani Francesco; 1628 Ludovisi Nicola,  principe, nipote del papa  Gregorio XV; signora  Ludovisi, principessa di Venosa moglie di Nicola; 1630 Peretti Francesco; 1631 Ubaldini Maria Isabella, donna Ubaldini de Caramboli; 1633 Malatesta Carlo Felice, marchese; 1634 Barberini Antonio,cardinale nipote del papa Urbano VIII; 1636 Giustiniani Angelica, nei Monaldeschi; 1638 cavaliere Donati; Brancacci Francesco Maria, vescovo di Viterbo; 1639 Barberini Anna, moglie di Barberini Taddeo; Magalotti Costanza, madre di Taddeo Barberini; 1640 contessa Spada; 1644 Farnese Odoardo V, duca di Parma; conte Gabrielli; Barberini Anna; 1648 Pignatelli  Antonio, governatore di Viterbo poi papa Innocenzo XII; 1653 papa Innocenzo X; 1665 Ippolito Lante, duca; Altemps MariaCristina, moglie del duca Ippolito Lante; Aldobraccini Baccio, cardinale; 1666 principessa Rosaria; 1667 Aldobrandini Olimpia, principessa di Rossano; marchesa Maildachini; 1669 principessa Giustiniani; 1670 duchessa Caffarelli, nipote papa Alessandro VII; 1671 Chigi Agostino, principe; Altieri Gaspare; 1672 Chigi Agostino, principe; 1673 marchese Costaguti; 1676 capitano Caprini Carlo; Chigi Agostino, principe; Degli Atti Felice, conte; governatore città di Civitavecchia; cardinale Chigi; 1677    Borghesi Giovan Battista, principe; 1681 cardinale Altieri; 1683 Sacchetti Giacomo, vescovo di Viterbo; 1698 cardinale Mellini, vescovo di Nepi e Sutri; Falconieri, marchese di Roma;  1701 Rospigliosi  Domenico, principe;    1702 Pelosi GiacomoAntonio    , sottoauditore torrione di Bologna; 1703 Ricciardi Francesco, marchese fiorentino; 1704 marchesa Falconieri; 1705 marchesa Maildachini; Ricciardi Francesco, marchese fiorentino; marchesa SantaCroce, moglie del granduca; 1706 Santa Croce Andrea, vescovo di Viterbo; monsignore Spada; signora Lante Vaini; 1707 principessa Rospigliosi; Chigi Agostino, principe; 1708 Nari marchesa di Roma; Chigi Agostino, principe; 1709 Francesco, padre russo; 1710 Severino, padre polacco; Domenico, padre dalla Lituania; Stefano, padre dall'Ungheria; Capace Beatrice, duchessa di Gildone; contessa Degl'Atti; marchesa Costaguti; 1711 Pamfili donna Olimpia; Colonna Filippo, connestabile;  Colonna Fabrizio, figlio di Filippo; 1712 Ottoboni Marco, duca; duchessa Colonna Ottoboni moglie di Marco;1713 marchesa Ottoboni; Ottoboni Pietro, cardinale; 1714 marchesa Del Monte; 1715 abate Gangalandi; 1719 signori e signore  Cenci; 1721moglie Governatore di Montefiascone; 1722 marchese Chigi ; 1723 Rospigliosi AnnaMaria; principe Ottoboni; 1725 Compagnia S.Caterina  da Siena; 1726 Degl'Atti Vincenzo, vescovo; 1727 Pipia Agostino, cardinale; 1727 papa Benedetto XIII; Di Sassonia ClementeAugusto; arcivescovo di Colonia duca di Vestfalia; Fini FrancescoAntonio, arcivescovo di Damasco; Farsetti Maffeo, arcivescovo di Ravenna; Gamberucci Giovambattista, arcivescovo di Amasia; Santa Maria Xaverio, vescovo di Cirene; Piersanti Venanzio, cappellano segreto Benedetto XIII; Longo Giuseppe, chierico segreto Benedetto XIII; Yturbide Filippo,  arcivescovo di Ragusa; Bonaventura Sebastiano Pompilio, vescovo di Corneto; Elisei Onofrio, vescovo di Orvieto; Oddi Jacopo, governatore di Viterbo; Ruspali Bartolomeo, segretario di propaganda; Sciriman, governatore di Orvieto; altezza reale la principessa di Toscana; 1728 Polignac, cardinale francese; 1732 duchessa Altemps; 1737 Ambasciatore di Malta; 1739 Gomez Garzia Francesco, canonico; principessa Albani di Soriano; 1740 Gomez Garzia Francesco, canonico; Gregari GiovanniBattista; 1741 Spinola Felice, fratello cardinale Giorgio Spinola; cardinale Corsi; donna Cesario, moglie colonnello Cesario; Signore di Civitavecchia; Arciprete di Reggio; contessa Marciani; 1742 Spinola Felice, cavaliere; Wirtz de Ruden Ignazio, cavaliere di S.Stefano colonnello degli Svizzeri; capitano Della Barena; Gomez Garzia Francesco, canonico; principe Chigi; signora Nedesdal, principessa inglese; 1744 GarziaGomez Francesco, canonico; 1745 principe Borghesi; 1750    Spinola Felice, marchese da Genova; sacerdote da Nocera; 1752 Garampi Giuseppe, canonico poi vescovo di Montefiascone; 1754  principessa Cellamare; 1755 Bussi PierFrancesco, auditore e decano Sacra Rota; Ambasciatore di Francia; 1757 vescovo di Tivoli; confraternite di Soriano nel Cimino; 1758 Massani Giuseppe; 1759 Mariani Carlo, luogotenente di Viterbo; 1761 Altieri Vittoria, moglie Pallavicini; 1771 monsignore Bagni; 1774 Papazzoli Michele, frate; 1777 De Pinecci Giuseppe, cavaliere romano; cardinale Giraud; 1803 cardinale Mauri; Savoia Vittorio Emanuele I Re di Sardegna; 1805 Duchessa di Parma, religiosa domenicana; 1807 monsignor Cordella, vescovo di Bagnoregio; 1815 Regina d'Etruria; Albani cardinale; 1817 confessore di sua maestà la regina Infanta di Spagna; 1821 cardinale Severoli; 1822 Blacaj, duca di Auplì Ambasciatore di Francia; 1826 Badessa di S.Rosa; Fermor Giacom,Vicario Generale Domenicani; 1828 Velzi Giuseppe Maria, maestro Sacro Palazzo; 1831 prevosto di Valleranno; 1841 papa Gregorio XVI; 1857 papa Pio IX; 1872 Zigliara Tommaso, domenicano maestro di teologia alla Minerva ; 1895 ministro Pubblica Istruzione governo  italiano.
 
Oltre alle varie registrazioni delle processioni delle confraternite della città di Viterbo e dei paesi limitrofi, nei documenti d’archivio troviamo  testimonianze della venuta di confraternite di città estranee alla Tuscia quali Arezzo, Siena, Giove, Orvieto, Trevi:   


Arezzo, nel giubileo del 1575

 


Tratto da G. Signorelli tomo2 parte II , in nota

Celleno e Orvieto 1614


A.S.M.Q.
 
 

Trevi 1615



A.S.M.Q.



  Giove 1626


A.S.M.Q.
 


    Siena, nel  1725

A.S.M.Q.

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 589 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it