Montefiascone L'OPINIONE
Giuseppe Bracchi – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Arthur Schopenhauer
Gli scrittori si possono dividere in stelle cadenti, pianeti e stelle fisse. Ovviamente lo scrittore (?) che mi accingerò, mio malgrado, a nominare di seguito, appartiene alla categoria delle stelle cadenti: si guarda in su, si grida: guarda, guarda e poi scompare per sempre.
Tuttavia, come ci ricorda quel noto film, a volte ritornano: più aspri, cattivi, vendicativi e minacciosi di prima. Non resistono, per esempio, al fascino del giornalista di paese. Anzi, ne subiscono l’attrattiva. E rosicano, rosicano, rosicano dentro al punto tale, che buttano giù frettolosamente il loro “pensiero” a pezzi e bocconi, sputando sentenze che significano assai meno di quello che esprimono.
Un profluvio di parole, sottolineature e virgolettati che sembrano dettati di sana pianta da un avvocato Azzeccagarbugli alle prime armi. O dalla manzoniana Donna Prassede, che possiede in comune con il compagno Don Ferrante la smisurata presunzione che soltanto ciò che è frutto del loro cervello sia giusto e degno di essere preso in considerazione.
Pensieri e parole insopportabilmente prolissi, come se occorressero chissà quali sforzi miracolosi per renderne comprensibile il senso profondo, mentre si tratta di un’idea assolutamente sciocca, magari di una banalità.
Chi è lo scrittore (?), del quale sto parlando? Agostino G. Pasquali, naturalmente.
Un Osvaldo qualunque.
PS: Ringrazio Alessandro Manzoni ed Arthur Schopenhauer, per avermi suggerito le loro sempre preziose, attuali ed intramontabili pillole di saggezza. Altro che romanzetti harmony!