Viterbo CRONACA Ecco cos’è, in sintesi e come richiederla

 

E’ un aiuto a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano perduto il lavoro in maniera involontaria.

Rispetto all’indennità di disoccupazione Aspi richiede dei requisiti contributivi ridotti.

 

Requisiti necessari

Tra i lavoratori subordinati hanno il diritto alla Mini-Aspi:

  • gli apprendisti;
  • i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato;
  • il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.
  • i dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni;
  • i lavoratori a tempo determinato della scuola.

Non possono invece ottenere la Mini-Aspi:

  • i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni;
  • gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato;
  • i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa.

Occorre recarsi al centro per l’impiego di pertinenza dichiarando l’attività svolta sino a quel momento e l’immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa.

Requisito fondamentale per il riconoscimento del diritto alla prestazione Mini-Aspi è la perdita di lavoro involontaria. Se il rapporto di lavoro è cessato per dimissioni o risoluzione consensuale tra lavoratore e datore di lavoro, il primo non ha diritto a chiedere l’indennità.

Nel caso invece di dimissioni durante il periodo tutelato di maternità, ovvero di dimissioni per giusta causa il lavoratore ha diritto alla Mini-Aspi.

Requisito contributivo

Sono sufficienti 13 settimane di contribuzione (versata o dovuta) da attività lavorativa nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. L’anzianità contributiva invece, non è richiesta.

Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo, si considerano utili:

  • i contributi previdenziali comprensivi di quota DS e ASpI versati durante il rapporto di lavoro subordinato;
  • i contributi figurativi accreditati per maternità obbligatoria se all’inizio dell’astensione risulta già versata contribuzione ed per i periodi di congedo parentale purché regolarmente indennizzati e intervenuti in costanza di rapporto di lavoro;
  • i periodi di lavoro all’estero in paesi comunitari o convenzionati ove sia prevista la possibilità di totalizzazione;
  • l’astensione dal lavoro per periodi di malattia dei figli fino agli 8 anni di età nel limite di cinque giorni lavorativi nell’anno solare.

Infine non possono essere considerati ai fini del perfezionamento del requisito contributivo i periodi di:

  • malattia e infortunio sul lavoro solo nel caso non vi sia integrazione della retribuzione da parte del datore di lavoro, nel rispetto del minimale retributivo;
  • cassa integrazione straordinaria e ordinaria con sospensione dell’attività a zero ore;
  • assenze per permessi e congedi fruiti dal coniuge convivente, dal genitore, dal figlio convivente, dai fratelli o sorelle conviventi di soggetto con handicap in situazione di gravità.

Domanda per la Mini-Aspi

La domanda può essere inoltrata all’Inps a partire dall’ottavo giorno successivo al termine dell’ultimo rapporto di lavoro ed entro 60 giorni (in totale 68 giorni). La domanda in questione deve essere inoltrata all’Inps esclusivamente in via telematica, attraverso uno dei seguenti canali:

  • servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto;
  • Contact Center 803164 chiamata gratuita da rete fissa o il numero 06164164 da rete mobile a pagamento.
  • Patronati e intermediari dell’Istituto autorizzati.

L’indennità può essere riscossa:

  • mediante accredito su conto corrente bancario o postale o su libretto postale;
  • mediante bonifico domiciliato presso Poste Italiane allo sportello di un ufficio postale rientrante nel CAP di residenza o domicilio del richiedente.

Misura della Mini-Aspi

La misura della prestazione è pari:

  • al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi due anni, se questa è pari o inferiore ad un importo stabilito dalla legge e rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice Istat. L’importo della prestazione non può comunque superare un limite massimo individuato annualmente per legge (per l’anno 2014 non è ancora stato fissato tale limite).
  • al 75% dell’importo stabilito sommato al 25% della differenza tra la retribuzione media mensile imponibile ed euro 1.180,00 (per l’anno 2013), se la retribuzione media mensile imponibile è superiore al suddetto importo stabilito.

Sospensione e decadenza

La Mini-Aspi può essere sospesa in caso di rioccupazione dell’interessato. La sospensione avviene in caso di contratto di lavoro subordinato; l’erogazione della prestazione Mini-ASpI è sospesa d’ufficio per un periodo massimo di cinque giorni.

Terminato il periodo di sospensione l’indennità riprende ad essere corrisposta per il periodo residuo spettante al momento in cui l’indennità era stata sospesa.

L’indennità Mini-Aspi decade definitivamente in caso di:

  • Perdita dello stato di disoccupazione;
  • Rioccupazione con contratto di lavoro subordinato superiore a 5 giorni;
  • Inizio di attività autonoma senza comunicazione all’INPS;
  • Pensionamento di vecchiaia o anticipato;
  • Assegno ordinario di invalidità, se non si opta per l’indennità;
  • Rifiuto di partecipare, senza giustificato motivo, ad una iniziativa di politica attiva (attività di formazione, tirocini ecc.) o non regolare partecipazione;
  • Mancata accettazione di un’offerta di lavoro il cui livello retributivo sia superiore almeno del 20% dell’importo lordo dell’indennità Mini-ASpI.

Osservazioni (nda):

Si può richiedere all’INPS direttamente dal sito web.

Vero, ma occorre il PIN che per chi non c’è l’ha significa doverlo richiedere. E siccome per richiederlo occorre compilare un format on  line, attendere di ricevere sul proprio cellulare una prima parte del PIN (una cosa assurda è anche l’imposizione dell’INPS  al cittadino di avere per forza un cellulare), infine attendere con ansia la seconda parte del PIN, sperando che poste italiane, recapiterà la busta al domicilio entro 60 giorni. Traetene voi lettori la conclusione. Come al solito vi è una norma che crea disparità verso i cittadini. In primis la fortuna che la posta arrivi!

 

Ci si può anche rivolgere al patronato.

Non viene però specificato se il servizio di patronato è gratuito oppure è previsto un rimborso per la segreteria. Succederà che ognuno, in assenza di chiarezza (come per la maggior parte delle leggi e regolamenti italiani), farà come gli pare, tanto non vi sono controlli. Così come succede per le dichiarazioni dei redditi e/o mod 730: chi si fa pagare anche in caso di pre-compilato, chi fa gratuito (per modo di dire) anche quello da compilare ma obbliga l’utente a tesserarsi al sindacato o all’”organizzazione”. Mah!?

 

La normativa è entrata in vigore a gennaio del 2013, ad oggi, secondo vari sondaggi tra cui quello di Lazio Opinioni, pochissimi sono a conoscenza di questa opportunità.

Come al solito la comunicazione non rientra tra i punti di forza dell’INPS. L’istituto spende milioni di euro per comunicazioni a volte inutili o anacronistiche, come quella di richiedere un rimborso di € 0,1 (un centesimo) ad un cittadino spendendone almeno 4 di euro per redigere, gestire e recapitare la richiesta, ma non si impegna affinché la comunicazione sia veramente capillare.

Quella della richiesta attraverso il contact center è buffa, fa ridere, per non piangere.

(Contact Center multicanale attraverso il numero telefonico 803164 gratuito da rete fissa o il numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico)

Innanzi tutto a parte la gratuità del primo numero citato, quello da rete fissa (ammesso che si riesca a ricevere risposta), se si prova dal cellulare con il costo che si subisce, forse vale la pena di rinunciare all’indennità!

Il numero gratuito è come al solito uno specchio per le allodole. L’importante è per l’opinione pubblica e la politica che il numero ci sia, poi se è funzionale rispetto alle esigenze del cittadino, questo non importa più a nessuno. Devono averlo inventato, questo sistema, menti diaboliche (pagate con i nostri soldi) che devono avere una compartecipazione con le case farmaceutiche. Infatti occorre quasi una intera giornata per poi, nell’80% dei casi, non riuscire a combinare nulla e ingurgitare antiacidi e calmanti. In particolare quando la vocina elettronica chiede di dire con voce chiara e forte il proprio codice fiscale: quasi sempre non recepisce il tono di voce e dopo tre volte ti fa ricominciare. Evviva la tecnologia!

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