Andrea Stefano Marini Balestra

La maggioranza governativa giallorossa dopo l’esito della giornata elettorale di domenica scorsa ha ricevuto un’indubbia boccata d’ossigeno.

Solo boccata per sopravvivere un po’ di più, che non morire subito, però!
Anzi, mi pare che il conteggio dei voti e le differenze di consenso tra i due soci al governo, rende le cose più complicate. Dall’una e dall’altra parte suona l’ora del redde rationem. Secondo il PD che si dichiara vincitore (pur avendo subito una buona limatura dei voti) ed il M5stelle che, praticamente azzerato nei consensi, reclama la vittoria per aver consentito mediante il “voto disgiunto” la vittoria in Toscana e Puglia.

Nessuno, però di loro si rende conto che la maggioranza dei cittadini italiani non è più dalla loro parte e le “vittorie” elettorali solo frutto di astrusi aritmetici conteggi derivanti da compiacenti voti “utili”, certo, non da soggetti convinti ma anche dettati dalla paura del peggio.

D’accordo, la Lega di Salvini non ha sfondato, anzi è risultata inferiore alle attese, ma il successo nel Veneto, accanto a quello di Fratelli d’Italia nelle Marche, consolida la maggioranza “virtuale” del consenso popolare.
Inutile, dirlo, inutile ripeterlo. Il governo Conte, nato balneare, resiste, per miracolo del Covid-19 ha potuto svernare, quindi tornare balneare nel 2020, ma nell’autunno ineunte appare appassito e cadente. Come le foglie, perduti gli antociani, cadono a terra secche.

Il Governo Conte vegeta come un paziente in terapia intensiva attaccato alle macchine. Infatti, se non fosse intervenuta l’emergenza sanitaria, il “successo” del Recovery found e la promessa del MES, poi l’ennesimo tentativo promulgare una nuova legge elettorale specialmente dopo la conferma del “taglio dei parlamentari” ed ancora il “timore” di un governo delle “destre”, da mò che Conte sarebbe tornato ad insegnare all’Università ed i suoi ministri a fare qualcos’altro, ammesso che ne siano capaci.

Chi ritiene sia un bene mantenere in sella questo governo non essendo possibile avere un’altra maggioranza e che in periodo di emergenza non sia utile avere vuoti di potere, a parer mio si sbaglia.
Tenere in piedi questo Governo, certamente non all’altezza di fronteggiare la situazione post-covid, di proporre urgentemente politiche di rilancio e di rinnovo strutture economiche, fiscali e materiali, è altamente dannoso. Per es. di fronte al disastro economico presente si pensa ad introdurre lo Jus soli, o ritoccare leggi vigenti quando di nuove ne servirebbero a josa.

Era ovvio che un governo nato “contro”, in pratica d’emergenza per evitare elezioni che avrebbe fatto giusta strame delle fallimentari politiche del M5stelle e della ideologizzata peggior sinistra, non poteva essere in grado fronteggiare uno “stato di guerra” poi verificatosi nell’inverno primavera passata.

Certamente, se si fosse votato l’anno scorso in autunno, un diverso governo, solido nelle politiche dei partiti della maggioranza, composto da elementi professionalmente adatti a fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale la situazione poteva essere. Andare in guerra con un ministro delle finanze che fa il professore di storia, con un ministro della sanità di cui non si conosce un curriculum per reggere questo fondamentale ministero, ma solo scelto per “conteggio” tra le varie anime che compongono la maggioranza, è ovvio che la guerra si perda.
Infatti, tutto lo jus covidianus che il governo ha partorito è risultato inutile sotto tutti gli aspetti. I DPCM hanno contribuito allo sconquasso economico, non hanno arrestato le infezioni pandemiche.

Si è potuto solo osservare, tante indecisioni, tanti baratti politici e compromessi che hanno reso impossibile il varo di coraggiose politiche fiscali e di sostegno alla produzione ed al commercio. Di certo sono stati buttati oltre 100 miliardi in bonus a pioggia forse solo per evitare sollevazioni popolari, meglio direi, per posporle, come sempre sono stati postposti tutti gli altri problemi, che già presenti ante virus, oggi sono divenute emergenze.
Non si può ritenere un successo del presidente del Consiglio aver ottenuto i “famosi” 209 miliardi (ma poi arriveranno davvero tutti?) di cui due terzi a debito, quando è ovvio che la “dazione” con mano pelosa della Comunità europea è avvenuta solo perché un default dell’Italia travolgerebbe l’intera Europa e cancellerebbe l’euro. Siamo troppo grandi per fallire.

Ecco la ragione dell’aiuto europeo, non i sorrisetti del prof. Conte. Un preciso disegno politico europeo nel segno del sostegno di se stesso. Altro che solidarietà. Solo un default ritardato e messo a carico di chi ci sarà tra qualche lustro.
Tenere in piedi un governo così?
Demenziale. Ed altro non c’è più da aggiungere.

 

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