Cellere POESIA Sorridere? a che cosa, e come, e poi perché?
di Mario Olimpieri

 

Questa poesia tratta il problema della fame nel mondo, ed è vergognoso che ancor oggi, con tutto lo spreco di cibi vari che si effettua giornalmente, ci siano persone, e soprattutto bambini, che muoiono di fame.

 

Metrica: settenari sciolti

 

Non di solo amore…

 

Il volto ha pien di gioia

la mamma quando il bimbo

sì tenero e felice

al seno si trattien.

Avverte lieto il piccolo

l’amor che lo circonda,

e l’intima armonia

gli dà felicità,

e allor sorrisi espande

con gran serenità.

- E tu perché non ridi

o bimbo serio e triste,

dagli occhi bianchi e languidi?

Ti manca forse amor?

- Oh no, d’amor ne ho tanto,

ma tanta è pur la fame

che affligge e annulla ognor

gli impulsi della vita.

L’amor, seppure immenso,

in sangue non si muta

e il debole mio cuor

più non mi dà vigor.

Sorridere? a che cosa,

e come, e poi perché?

E tu sorrideresti

se fossi come me?

Il pane fa gioire,

la fame fa morire,

ti spegne lentamente;

ed io ho tanta fame,

posseggo solo quella

e altro io non ho!

Se vita mi vuoi dare,

condividiamo il pane,

e allora sul mio viso

apparirà il sorriso.

 

Mario Olimpieri

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