Roma POLITICA

Fabrizio Santori, consigliere regionale di Fratelli d'Italia

"I cittadini non dovranno più fare il surf tra i numeri di emergenza".

Parole pronunciate dall'allora capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, davanti a un compiaciuto Nicola Zingaretti, il governatore del Lazio, che aggiungeva gongolante: "Questo ridurrà i tempi dell'intervento ... ed eliminerà le telefonate inappropriate".

"Era il 18 novembre 2015 - spiega Fabrizio Santori, consigliere regionale di Fratelli d'Italia - giorno dell'inaugurazione della Casa della sicurezza, la centrale unica dell'emergenza, col numero 112 pronto a rispondere e a smistare tutte le telefonate per le richieste di aiuto, da quelle mediche a quelle per pompieri e polizia.

Tutto vero, a parole. Nei fatti, stiamo vedendo quel che succede: la gente muore, mentre il 112 chiede gentilmente di restare in attesa per mezzora".

"Ci guardiamo bene - conclude Santori - dal fare sciacallaggio su vicende di questo tipo, anzi abbiamo sempre avuto modo di apprezzare l'idea di accorpamento e di risparmio per l'unificazione dei numeri di emergenza, ma esigiamo risposte immediate da chi, come il presidente Zingaretti, ha messo la vita dei cittadini del Lazio nelle mani di un servizio che non funziona.

Il 112 non è in grado di rispondere in tempo reale alle richieste di aiuto? Si torni immediatamente al passato o si adegui il servizio, ma si faccia qualcosa. Non domani, non dopodomani, ma oggi stesso.

Zingaretti e la sua Giunta, campioni di immobilismo, hanno paralizzato la Regione: abbiano un sussulto di dignità e rispettino, quantomeno, la vita delle persone dando loro un numero di emergenza che funzioni davvero ".

Conclude Santori in riferimento all’episodio che ha visto il decesso di un uomo ad Albano Laziale in seguito alle telefonate al numero unico per le emergenze alle quali avrebbe risposto per circa 25 minuti la voce guida del servizio senza l’invio di un’ambulanza in tempi utili.