Viterbo POLITICA
Andrea Stefano Marini Balestra

La prescrizione è un istituto giuridico che questi ultimi giorni sta scuotendo l’agone politico nazionale per l’applicazione in campo penale in quanto rappresenta il termine nel quale può essere fatto valere un diritto o una facoltà di agire.

         Nel linguaggio comune, dunque, si dice che qualcosa va in “prescrizione” quando cessa un interesse di discutere di qualcosa. Tutto quindi va nel dimenticatoio con il tempo che è la migliore medicina per mandare in oblio tutte le passioni umane.

         In Italia, però, mai nessuna prescrizione per la passione della polemica, sostantivo che trae origine dal nome dato al demone della guerra, in particolare quella civile, POLEMOS. Solo sua figlia ALALA’, grido di guerra, ha trovato l’oblio dopo la caduta del fascismo. Era, infatti, quanto intonavano i giovani fascisti pronti alla guerra.

         La “polemica” in Italia è certamente lo sport più praticato, anche del calcio.

Tutto è oggetto di polemica. Anche se a onor del vero un atteggiamento polemico può essere ricondotto ad un intento vitale, di partecipazione, quindi non di ignavia, è pur vero che nella esagerazione diventa un intento diabolico.

         Dissi tempo fa tramite queste righe che oggi “un tutti contro tutti” e che tale modo di esistere rovina la civile convivenza, figuriamoci la polemica spesso sterile e fine a se se stessa.

         Certo nella società italiana, in particolare nella politica, spunti di polemica, non possono mancare, ma quando appunto di polemica sterile, strumentale per distruggere, non è fattivo, anzi promotrice di distruzione.

         La virulenta polemica che agita le tifoserie calcistiche certo non giova allo sport, la polemica politica, poi, distrugge. Non si fa corretta polemica con la demonizzazione dell’avversario, con la contestazione sistematica delle sue scelte magari aizzando la gente contro senza peraltro nemmeno proporre qualcosa di diverso, che appunto in un regime di corretta polemica sarebbe giusto ed utile.

         Il concetto di polemica, che potrebbe essere di civile confronto, è diventato un diabolico, come proprio quel demone mitologico chiamato dai greci POLEMOS.

         Se i nostri padri in cultura occidentale chiamarono demone colui che aizzava la guerra civile, quindi “polemica” il suo operato, va oggi rigettata ogni pratica conseguente.

         Bene sia una polemica, quindi quella che rende possibile un confronto di idee per affinare per esempio scelte politiche, malissimo quella volta a far guerra.

         Di questa si auspica una prescrizione brevissima.

 

        

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