Andrea Stefano Marini Balestra

Al termine di una tragicomica seduta del Senato di l’altro ieri all’eletto al Senato per volontà popolare sig. Claudio Lotito si è ancora detto no al suo dovuto laticlavio di senatore.

Implacabile il tabellone del Senato: 155 a 102. Passa l’ordine del giorno di LEU in persona della De Petris di rinviare alla Giunta per le elezioni il ricorso di Lotito contro il piddino Vincenzo Carbone sedente in parlamento al suo posto.

In pratica, Claudio Lotito, di area centrodestra non potrà partecipare all’elezione del Capo dello Stato. 

Honni soit qui mal y pense, è il caso fondatamente considerare che mediante questa manovra si poteva  “eliminare” dal voto nel Parlamento congiunto elettore del nuovo Presidente della Repubblica, un sicuro voto a favore del candidato di centro-destra.

Sembra proprio di si.

Paradossale che a quasi quattro anni dall’elezione dei senatori ancora ci si dibatta su chi debba esserlo, chi debba restarci o no. Comunque, sia l’escluso che il subentrante non perderanno nulla, perche in questo caso il regolamento prevede che nulla debba restituire l’uscente e nulla perdere del passato il subentrante.

E già, che siamo ricchi, possiamo concedersi il lusso di pagare due volte un senatore con la paga che gli spetta, che non è poco.

Amara riflessione. Il senato ha dibattuto per sette ore sostituzioni, decadenze e nomine di senatori in un clima da stadio. Scontro Salvini/La Russa su l’elezione di un senatore nel Veneto, da scambiare con uno in Calabria, però si incendiano i senatori  di 5Stelle che si sentono defraudati, il dibattito va avanti, mentre problemi del paese possono aspettare.