Andrea Stefano Marini Balestra

Non bastavano i problemi quotidiani che ci sta riservando la pandemia, che anche le amministrazioni pubbliche della Tuscia ce la mettono tutta per preoccuparci.

L’ingloriosa fine della consigliatura ARENA proprio non mi va giù.

Anche su queste righe in passato non ho mancato di osservare, ed anche criticare l’azione della giunta, ritenuta sin dalla composizione debole, quindi non in grado realizzare le promesse in campagna elettorale, ma adesso darle il de profundis in un periodo di incertezza nazionale, mi pare troppo. 

Il giuoco politico tra le forze di maggioranza ha reso possibile che si vada al voto in primavera. Regolamento di conti tra politici locali sono per il cittadino comune, cioè l’amministrato destinatario dell’azione degli enti, cosa incomprensibile.

Non so che cosa potrà venir fuori dalle urne di Viterbo una nuova giunta, ma di certo ci aspettiamo, se sarà in grado, dovrà rimboccarsi le maniche per rigenerare la città di Viterbo.

Cosa serve a Viterbo per uscire dalle secche dell’anonimato provinciale nel quale giace?

Innanzitutto una programmazione e progettualità di come risolvere il traffico veicolare che attanaglia la città. Non certo con la istituzione di ZTL cervellotiche che sino ad ora hanno solo depauperato il centro storico di residenti ed attività economiche.

A qualcuno piace ghettizzare il centro, quindi renderlo inaccessibile sulla scorta di ideologiche esigenze sanitarie, quali per es. l’inquinamento da uso dei veicoli, ma non altrettanto prevedere ed organizzare una viabilità degna del 3° millennio appena fuori.

Alla giunta che verrà chiediamo una progettualità viaria che liberi la Città oltre le sue mura da situazioni quali quelle viste nei giorni scorsi, ma comunque di sempre.

La costruzione di due nuove rotonde non sembra abbiano alleviato la circolazione stradale, anzi, quella nei pressi del camposanto, l’ha aggravata. 

Colpa probabilmente del progetto che non potrà non essere rivisto quanto prima.

Ma perché a Viterbo sia possibile muoversi e quando dico muoversi, non intendo solo il traffico privato, ma anche quello pubblico urbano ed extraurbano, c’è prepotente necessità di avere disponibili nuovi assi viari. Il primo è quello che dovrà liberare il tratto a Nord della Cassia almeno sino al bivio della Commenda.

Non credo possa essere difficile sfondare via dell’industria al Poggino sino al predetto bivio. Ad occhio e croce, nemmeno un paio di kilometri in pianura.

Un raddoppio della Cassia a buon mercato.

Un altro progetto potrebbe essere una bretella che dal bivio Commenda potendo bypassare Viterbo città vada ad innestarsi sulla superstrada in direzione Vetralla Civitavecchia ed un’altra alla sua sinistra (per chi viene da Cassia Nord Montefiascone) verso Vitorchiano sempre per la superstrada direzione Orte.

Un piccolo raccordo anulare  viterbese (PRA?) che potrebbe liberare la immediata periferia nord cittadina da transito commerciale pesante non destinato in città.

Un altro progetto potrebbe prevedere, sia pure con maggiori difficoltà operative, la istituzione da parte dalle Ferrovie di una stazione ferroviaria nei pressi del Rinaldone con annesso mega parcheggio auto per svolgere un servizio ferroviario, come da metropolitana, verso Porta Fiorentina. Un servizio che potrebbe evitare l’entrata in città di autobus dal nord: una specie di Grottarossa romana.

Queste sono idee, ma dall’idea alla realizzazione ci corre!

Intanto chiediamo pure alla futura giunta di metter mano al Seminaello, che non può e non deve restare sempre “semi” cioè a metà. 

Non si può ancora considerare “tangenziale sud” di Viterbo la Strada Cuculo e la strada Palanzana!