Viterbo Palazzo dei priori

Avv. Andrea Stefano Marini Balestra

In questi tempi pieni di estrema incertezza economica e di sinistre prospettive politiche era doveroso ripescare “Ma Cos’è Questa Crisi?”, brano deliziosamente leggero ed apprezzabile tutt’oggi nonostante o proprio grazie a quella patina d’altri tempi.

In effetti, a Viterbo la crisi della giunta Arena che non ha mangiato il panettone per le improvvise dimissioni di ben 19 membri del Consiglio pone interrogativi che vanno oltre la semplicistica scusante dell’inerzia amministrativa provocata dalla scarsa efficacia degli assessori per risolvere i problemi cittadini.

Qualche mese fa, da parte di un autorevole consigliere di opposizione si era ventilato come superamento dell’impasse della giunta, quello di un rimpasto con allargamento della maggioranza del tipo “maggioranza Ursula”, che in un certo senso è quella presente nell’“eccezionale” governo Draghi, quindi consente a “tutti” di governare.

L’Ipotesi fu subito rinviata al mittente.

Si disse: il voto dei cittadini nel giugno 2018 va rispettato e la nave condotta da Giovanni Arena deve proseguire la navigazione con la ciurma originaria: Lega, FdI, FI e Fondazione. Ma, un intoppo decisivo è avvenuto quando nella elezione di secondo grado in Provincia uno dei due candidati alla presidenza proveniente da Forza Italia ha concorso con le liste del centro sinistra. Però, prima era rimasta sotterranea la circostanza che FI avesse governato in Provincia nella precedente consigliatura con il PD.
L’elezione di Alessandro Romoli a presidente della Provincia e la sonora sconfitta di Giulivi sostenuto soltanto da Lega e FdI, ha acceso la miccia.

Finita così ingloriosamente la Giunta comunale di Viterbo perché il sindaco Arena ritenuto in intelligenza con il nemico PD per aver votato Romoli, poi, in fibrillazione quella di Civita Castellana che ha visto dimettersi il presidente del Consiglio ed un assessore.
Da osservare pertanto che il comportamento dei dirigenti di FI nella Tuscia non è una loro iniziativa locale come casuale o originale, ma trae ispirazione dai dirigenti nazionali che ormai neanche nascostamente trattano con il PD allontanandosi così dal “tradizionale” centrodestra.

Certamente un’operazione di real politik che favorisce la rinascita di un centro politico con reciproco rinvio all’opposizione sia degli incalliti marxisti che dei sovranisti.
Quindi, la risposta che si può dare alla domanda: “ma cos’è questa crisi” a Viterbo può esserci con spiegazione ambivalente.

La prima: FI partito di ispirazione liberale europeista aperto al dialogo si trova a disagio a con alcune prese di posizione ideologiche della Lega e di FI, pertanto sgambetta per divincolarsi da un centrodestra antica maniera.
La seconda: la sinistra in Italia da sola non può più vincere. E’ vittima delle sue stesse contraddizioni. Riesce ad affermarsi a livello locale, ma assolutamente a livello nazionale e, di conseguenza, si sbraccia per allargarsi al centro attirando il partito meno ideologizzato, cioè Forza Italia.

La manovra della sinistra che sta attirando Forza Italia dalla sua parte è partita dai comuni e dalle province, dove vieppiù in questi ultimi mesi si è assistito ad elezioni nelle quali l’apporto di FI ha consentito il successo di liste di centrosinistra e la sconfitta di delle opposte.
Ecco la tesi di una “maggioranza Ursula” per governare.

Il vento delle periferie sta giungendo al centro della politica nazionale. E’ un fatto certo, per alcuni versi ormai notorio, che ministri in quota Forza Italia siano in dissenso con Lega e FdI sui grandi problemi nazionali di questi giorni e che appunto qualcuno partecipante al governo Draghi, pur confermando a parole la fedeltà al premier, in realtà si sta ponendo all’opposizione insieme FdI, salvo qualcuno dei loro che a simiglianza di quelli grillini, ogni giorno abiuri ai principi dei loro raggruppamenti politici.

La crisi politica nella Tuscia (perché non solo Viterbo e Civita Castellana l’hanno manifesta) è spiegata dal progressivo sganciamento di FI dal centrodestra o anche dalla tesi del centrosinistra di ampliare la maggioranza unendosi, anche contro natura, con chiunque gli consenta governare.

Nelle prossime votazioni per l’elezione del capo della stato ne vedremo di belle.

Non parliamo poi delle comunali di maggio a Viterbo quando sarà interessante sapere il candidato Arena in quale schieramento gareggerà.

Quanto scommetti che la sinistra, pur di poter contare, si appoggi nelle elezioni del Capo dello Stato ad un candidato di centro destra rivendicandone l’elezione come cosa propria e che a Viterbo con l’aiuto dei forzisti prendersi il Comune?
E’ purtroppo la tentacolare tattica delle sinistre che però i cittadini non riescono a capire.